
“La principessa Takiyasha risveglia uno scheletro mostruoso al palazzo di Soma”. Circa 1845-46. Silografia policroma. 37,2 x 25,4 cm ciascuno. Masao Takashima Collection.
MILANO, mercoledì 4 ottobre ► (di Patrizia Pedrazzini) La grande balena bianca e nera si divincola e si scuote nelle onde blu dell’oceano. L’immenso corpo sembra ricoperto di fiori. Una linea rosso sangue ne rimarca la curva della bocca. L’occhio, sbarrato, ha una venatura di dolcezza. Eppure sta morendo: sopra di lei, quasi in bilico sulla sua schiena, un piccolo grande uomo, Miyamoto Musashi, il più valoroso samurai della storia, simbolo assoluto di coraggio e di virtù, affonda a più riprese la spada nella sua carne.
Era il 1847 quando Utagawa Kuniyoshi realizzava il trittico “Miyamoto Musashi uccide una balena gigante” (quattro anni dopo, nel 1851, Herman Melville avrebbe dato alle stampe “Moby Dick”), fino al 28 gennaio, in mostra a Milano, al Museo della Permanente, insieme ad altre 163 silografie, nell’ambito dell’esposizione “Kuniyoshi. Il visionario del mondo fluttuante”. Ovvero il tassello che mancava al mosaico inaugurato lo scorso anno a Palazzo Reale con la mostra dedicata a Hokusai, Hiroshige e Utamaro.

“Fa paura ma è veramente una buona persona”. Circa 1847. Silografia policroma. 36,8 x 24,9 cm, Masao Takashima Collection.
Fantasiosa, quasi barocca, piena di colori e di particolari minuti, ma anche decisamente più “occidentale” e moderna, la produzione di Kuniyoshi, maestro indiscusso dell’ukiyoe (genere di stampa artistica giapponese su carta, impressa con matrici di legno) è un tripudio di mondi bizzarri, paesaggi visionari, donne bellissime, attori kabuki (particolare rappresentazione teatrale nata all’inizio del XVII secolo), ma anche eroi leggendari, samurai, briganti. E carpe e balene, e draghi, e animali mitici e leggendari. E gatti. Tanti gatti. Una vera passione, per Kuniyoshi, che pare ne fosse sempre circondato (anche una decina), così come risulta che tenesse in casa un altarino dedicato ai felini defunti, con tanto di tavoletta funebre con il nome di ognuno.
Prodotta da MondoMostreSkira, e articolata in cinque sezioni, l’esposizione “apre” con l’universo femminile (cortigiane, geishe, donne dei quartieri di piacere e delle case da tè, ma anche mogli e madri con figli, colte nella quotidianità della loro vita cittadina), prosegue con i paesaggi, passa agli eroi e ai guerrieri, per concludere con le parodie, gli animali e appunto, gli amati gatti. Con una particolare sottosezione dedicata agli “Eroi Suikoden”, serie di silografie policrome sui 108 eroi dell’omonimo romanzo (pubblicato in italiano col titolo “I briganti”) che, vero e proprio best seller già nel Giappone e nella Cina di fine Settecento, racconta le avventure di una banda di briganti che si muove a difesa del popolo stremato dalle ingiustizie e dalla corruzione. Personalità violente, potenti, armate, dai corpi muscolosi e coperti di tatuaggi. Le stesse che ancora oggi ispirano manga e anime, e in generale la cultura underground contemporanea.
Senza dimenticare i fantasmi, altro genere molto amato in Giappone, gli spiriti, i mostri, le divinità e le forze soprannaturali, vere come i protagonisti in carne ed ossa. E valga per tutti un altro trittico (Kuniyoshi sperimentò anche composizioni di grandi dimensioni, inclusi polittici fino a sei fogli): l’esemplare, potente “La principessa Takiyasha risveglia il fantasma mostruoso del palazzo di Soma”.
E senza trascurare le visionarie caricature, che valgono tuttora all’artista (figlio di tintori, il suo precoce talento gli permise di entrare, a soli dodici anni, nella scuola Utagawa, allora una delle più famose e attive di Edo, l’attuale Tokio) l’appellativo di “Arcimboldo del Giappone”. Ritratti maschili e femminili realizzati con composizioni simili a puzzle di figure umane grandi e piccole, disegnate nelle più svariate posizioni, a comporre visi e mani. Non si sa, anche se non è da escludere, se Kuniyoshi sia effettivamente venuto in contatto con qualche rappresentazione dell’opera dell’Arcimboldo. Comunque queste esilaranti stampe ben dipingono questo suo mondo umoristico, giocoso, illusionistico e, ancora una volta, visionario. Che trova nelle caricature, ma ancora di più negli ipnotici kagee (i giochi di ombre) un’espressione rimasta inimitabile nel tempo.
Catalogo Skira
“Kuniyoshi. Il visionario del mondo fluttuante”, Milano, Museo della Permanente, via F. Turati 34, fino al 28 gennaio 2018
www.lapermanente.it
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