La crisi dell’uomo contemporaneo, fragile e spaesato, al centro del ricco cartellone ’17-’18 del Teatro Filodrammatici

MILANO, mercoledì 28 giugno – In un periodo storico confuso come quello attuale, il teatro si assume il ruolo di narrare l’uomo contemporaneo, sempre più fragile e spaesato, e di mostrarci inedite possibilità.
La stagione 2017/18 si prospetta ricca di spettacoli che rappresentano il mondo com’è, chiuso, attraversato da fondamentalismi che rifiutano il dialogo. Un mondo dominato dalla paura, dalle divisioni e dalle incomprensioni.
La stagione del Teatro Filodrammatici è lì, in prima linea, a raccontare i conflitti di questo mondo e immaginarne un altro.
Nel 1994 Eric J. Hobsbawm pubblicava “Il secolo breve”, il periodo che va dalla Prima Guerra Mondiale (1914) alla dissoluzione dell’Unione Sovietica (1991). Molti vollero leggere nell’opera la fine di un’era, quella della guerra fredda, e l’inizio di una nuova, quella della globalizzazione, completamente diversa da quella precedente. Invece Hobsbawm individuava anche gli elementi di continuità con il passato e discuteva le nuove emergenze come la questione islamica, l’inizio del declino degli Stati Uniti e l’ascesa della Cina. I dilemmi del presente sono radicati nel passato e riannodare questi fili costituisce quindi l’ideale fil rouge della stagione 2017/18 del Teatro Filodrammatici che, non a caso, inaugura con la prima nazionale di “Tamburi nella notte”, di Bertolt Brecht, diretta da Francesco Frongia.
Tanti sono i titoli del cartellone che racconteranno questo periodo storico o le ripercussioni dello stesso nel mondo contemporaneo, come il colonialismo italiano che Frosini e Timpano narrano in Acqua di colonia. O come la tragedia consumatasi nell’isola norvegese di Utøya, scaturita da un odio cieco e camuffato da motivazioni politiche, allestita dalla compagnia ATIR.
I fanatismi religiosi, politici e anche artistici saranno l’argomento di due nuove produzioni del Teatro Filodrammatici: un nuovo testo sul difficile dialogo tra fede e scienza. E Martiri di Marius von Mayenburg sulla crisi di valori delle giovani generazioni, mettendo a confronto il raziocinio e la cieca fiducia in un’entità superiore.
Altri titoli In cartellone.
Disgraced, di Ayad Akhtar, autore pakistano di un testo portato in scena da Jacopo Gassman, che descrive un’America ricca e liberale, ma solo in apparenza.
E sarà un ambiente sociale disagiato l’humus nel quale fermenteranno la violenza e il dolore che Renato Sarti racconta nel suo Filax Anghelos.
Immacolata Concezione di Vuccirìa Teatro rientrerà in un progetto speciale, legato ai Teatri del Sacro, vero e proprio spaccato dei fanatismi e delle chiusure mentali del nostro paese negli anni ‘40.
E siccome da manie, ossessioni e irrazionalità si può uscire, magari con qualche aiuto farmacologico, ecco N.E.R.D.s – sintomi? atteso per Capodanno; mentre The Effect rappresenterà il gradito ritorno di Silvio Peroni che col testo di Lucy Prebble indagherà gli aspetti d’ombra di ognuno di noi.
Come il cane sono anch’io un animale socievole  narra d’un personaggio che tenta di consegnare ai propri nipoti un’eredità morale, consapevole che solo la conoscenza della storia possa evitare il ripetersi di errori e atrocità.
Non mancheranno, infine, certezze e ritorni, come lo spiazzante Parassiti fotonici; e Paolo Nani con la sua doppietta La lettera/Jekyll on ice! E Ferdinando Bruni interpreterà Il racconto di Natale, nell’ambito di uno scambio che prevederà, in marzo, la rappresentazione di Collaborators al Teatro Elfo Puccini.

(dal comunicato stampa del Teatro Filodrammatici a firma di Tommaso Amadio e Bruno Fornasari)

TEATRO FILODRAMMATICI, Via Filodrammatici 1, Milano
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