La gioiosa fantasia di Scabia con i suoi 33 gradini. Verso il Paradiso di un teatro vagante. Tra aule, piazze e borgate

(di Andrea Bisicchia) – Da oltre un ventennio, il teatro ha subito notevoli trasformazioni, sia di tipo estetico-formale che contenutistico, nel senso che non utilizza più il testo, bensì interventi video, musicali, performativi, con l’uso di videoclip e di contaminazioni di ogni tipo.
Chi entra in teatro, che non sia di tradizione, viene accolto da bombardamenti vari, col compito di meravigliare, di stupire lo spettatore e di creare un flusso interpretativo fuori dai canoni tradizionali, a cominciare dagli spazi che non hanno nulla a che fare col palcoscenico, dove non vengono più recitate delle parole, perché si preferisce proiettarle su uno schermo, espediente che viene anche usato da registi che mantengono ancora un contatto con la tradizione. La parola, pertanto, diventa immagine, ma anche suono, a volte, così assordante che non la si ascolta, ma la si percepisce.
Tutto diventa materia performativa, tutto si adegua a un linguaggio ripetitivo, di cui si avverte una certa enfasi o retorica, difficili da decifrare. Insomma si è ritornati agli anni Settanta, quando il teatro si faceva per strada, quando il corpo aveva preso il sopravvento sulla parola, quando, però, si respirava un impegno sociale e ideologico che oggi non si respira più, essendo morte le ideologie. Allora c’erano il Living, Barba, Bread and Puppet, e c’era anche Giuliano Scabia che faceva ricorso a spazi non teatrali, per proporre un messaggio politico con un linguaggio che si imponeva per una sua poetica particolare.
La Casa Usher ha pubblicato “Giuliano Scabia. Scala e sentiero verso il Paradiso. Trent’anni di apprendistato teatrale attraversando l’università”, a cura di Francesca Gasparini e Gianfranco Anzini, per ricordarlo a tre mesi dalla morte.
Nel 2003, Ubu Libri aveva pubblicato: “Il teatro vagante di Giuliano Scabia”, con scritti di Eugenio Barba, Gianni Celati, Fernando Marchiori, Antonio Costa e Massimo Marino, nel quale si faceva il punto sul lavoro svolto da Scabia tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta, attento a evidenziare il suo modo di provocare, di trasgredire, di raccontare.
L’argomento centrale era stato il teatro vagante, quello che Scabia realizzò su invito di Ronconi, allora Presidente della Biennale di Venezia. Vi si parlava anche di messinscene importanti per la storia di questo poeta della scena: “Marco Cavalli”, modello di teatro politico, “Gorilla Quadrumano”, modello d’impegno sociale, trattandosi di un cammino verso la libertà di ex pazienti del manicomio di Basaglia, testi a cui Scabia fa riferimento, nel volume in esame, più in maniera didattica, da docente al DAMS di Bologna, dove ha insegnato, alla sua maniera, dal 1972 al 2005.
Il libro porta il titolo di un seminario intitolato “Scala e sentiero verso il Paradiso”, organizzato da Paola Quarenghi, all’Università di Roma, ed è diviso in 33 Gradini piuttosto che in capitoli, che corrispondono ai 33 corsi tenuti a Bologna, salendo i quali, il lettore potrà conoscere le sue avventure teatrali, cariche di fantasia e, soprattutto, di gioia perché, diceva, la nostra cultura è spesso lugubre. Gli spazi attraversati da Scabia e dai suoi studenti erano quelli delle aule universitarie, ma anche delle piazze, dei quartieri, delle borgate, delle colline emiliane, spazi in cui si poteva discutere, esprimere le proprie idee o sperimentare forme teatrali.
Quando penso a Scabia, mi vengono in mente Ceronetti, Olmi, Celati, Rodari, una progenie che ha messo, al primo piano, nella scala dei valori, la fantasia. Diceva Scabia: “Il primo palcoscenico è la culla da dove derivano tutti i sogni e tutti i traumi”. Con questo spirito affrontava i testi, dalla tragedia greca a quelli contemporanei, molti scritti da lui e pubblicati da Einaudi e Feltrinelli. Amava confrontarsi con i grandi del suo tempo, con Il Living, Grotowski, Wilson, Fo, Brook, Peter Schumann, era molto amato anche in Francia da Lang e Mitterrand.
Il volume contiene una notevole iconografia e, soprattutto, i Programmi dei corsi tenuti al DAMS, con pregevoli indicazioni bibliografiche.

Giuliano Scabia, “Scala e sentiero verso il Paradiso. Trent’anni di apprendistato teatrale attraversando l’università” – La Casa Usher 2021, pp. 240, € 25.