RAVENNA, lunedì 8 ottore ► (di Andrea Bisicchia) Spesso ci si chiede se una mostra, a tema, sia più importante “personale” (a dire il vero, non mi sono mai dato una risposta). Diceva Testori che lui era disposto a compiere lunghi viaggi anche per vedere un solo quadro; da allora ho imparato a viaggiare per ammirare singoli quadri esposti in una mostra a tema.
In quella organizzata da Angela Tecce e Maurizio Tarantino: “Arte e conflitti tra mito e contemporaneità”, dal 6 ottobre al 13 gennaio 2019, al Museo d’arte della città di Ravenna (MAR), ho contato ben 64 opere tra vasi, quadri, sculture, installazioni, video proiezioni appartenenti a singoli artisti, alcuni ultranoti, altri noti e altri ancora meno noti.
Si va da un grande cratere attico, del 475 a.C., alla testa d’un legionario romano del primo secolo d.C., al monumento tombale, restaurato per l’occasione, di Guidarello Guidarelli, condottiero al servizio di Cesare Borgia, disteso con la sua armatura e con la spada che gli copre tutto il corpo, realizzata dallo scultore rinascimentale Tullio Lombardo nel 1525, cinque anni dopo l’”Arte della guerra” scritta da Machiavelli. Segue “L’Alabardiere” (1605) di Rubens, per passare, di colpo, al 900, come se tra il 1600 e il 1900 non ci fossero state opere d’arte che abbiano avuto, come tema, la guerra.
In verità, l’occasione della mostra è data dal centenario della fine della Prima guerra mondiale (1918-2018), pertanto, le opere esposte attraversano un secolo, con pochi prototipi che appartengono all’età classica, a quella romana e a quella barocca.
Si parte da Marinetti, con “Bombardamento sola igiene” (1915), con “Sintesi futurista della Guerra” e con “Zang Tumb Tuuun”, entrambi del 1914, per arrivare a De Chirico, “Ettore e Andromaca” (1924), “I gladiatori” (1955), a “Jeux de pages” (1951) di Picasso che, credo, sarà l’attrazione della mostra per il suo carattere visionario che alterna l’immaginazione fiabesca con l’ansia della guerra.
Non potevano mancare Guttuso con “Fucilazione in campagna” (1939) e Burri con “Sacco nero e rosso”, dove il rosso ha il sapore del sangue. Parecchi sono gli italiani visti lungo il percorso della mostra, oltre i citati, Lucio Fontana, immortalato da Alfredo Jaar in una gigantografia che lo vede aggirarsi tra le macerie del suo studio milanese, Paladino, Pistoletto, Pascali, Isgrò, Iodice, Studio Azzurro e tanti altri che con le loro opere arrivano fino a oggi.
Nutrito anche il numero degli stranieri, da Jean Fabre a Kentridge, a Kiefer, Kounellis, Rauscenberg, Warhol, Abramovic, con un nudo del 2005 che si giustifica perché tra le mani tiene un teschio che, forse, rimanda ai morti di tutte le guerre.
S’è cercato di dare un ordine cronologico finché si è potuto, ma non era soltanto questo l’intento della mostra, quanto quello di trasmettere dei concetti che avessero a che fare col tema trattato, concetti che partono dal “polemos” di Eraclito che, generalmente, si traduce con la parola guerra, mentre il suo significato autentico è proprio la polemica, ovvero il contrasto che si viene a generare tra due contendenti, siano essi civiltà, nazioni, uomini politici, in quanto la dialettica nasce sempre da un’opposizione che non necessariamente deve coincidere con una guerra. Meglio la guerra dei cervelli, quella auspicata da Strindberg o la guerra di Eduardo che in “Napoli milionaria”, si conclude con la famosa battuta “A da passà a nuttata”.
L’impegno dei curatori voleva essere di tipo intellettuale, come testimoniano alcuni interventi presenti nel catalogo, anche se talvolta senza una costruzione logica. Gli argomenti trattati sono dei brevi saggi sui vari significati della mostra, il cui vero valore va ricercato nelle capacità artistiche dei singoli espositori.
Salendo la scala che collega i tre piani espositivi si ascolta la voce di Moni Ovadia che recita “La ballata della guerra” di Edoardo Sanguineti. Per chi fosse interessato alle mostre tematiche consiglio: “Fato e destino, tra mito e contemporaneità” al Palazzo Ducale di Mantova, dall’8 ottobre al 6 gennaio 2019 e ancora: “Arte e magia, il fascino dell’esoterismo in Europa”, Rovigo, Palazzo Roverella, dal 9 ottobre al 27 gennaio 2019.
“?War is over ARTE E CONFLITTI tra mito e contemporaneità”, a cura di Angela Tecce e Maurizio Tarantino. Dal 6 ottobre al 13 gennaio 2019 – MAR, Museo d’Arte della città di Ravenna. Via di Roma, 13 – tel. 0544 482477
www.mar.ra.it