La libertà passa anche attraverso il terrorismo? Un assurdo. E tanti perché senza risposta nello spettacolo “Tu es libre”

MILANO, giovedì 16 novembre ► (di Paolo A. Paganini) Come può una giovane ventenne della buona borghesia francese, diligente studentessa universitaria, affettuosa figlia di famiglia, circondata dall’amore di mamma e papà, decidere di partire per la Siria, mettersi il velo, abbracciare l’oscena violenza dell’Isis, tra i foreign fighters, e diventare integralista, o fondamentalista che dir si voglia, o, come ultima inspiegabile degenerazione ideologica dell’islamismo, terrorista? E tutto ciò senza indottrinamenti, obbedendo soltanto a un’ultima estrema categoria dell’anima, impositiva, incomprensibile, fatale, che passa attraverso un equivoco senso della libertà, come libera scelta di essere ciò che si avverte dentro di sé, nella propria mente, nel proprio cuore. Una voce che ti insegue come un tormento da chiarire, da risolvere, come una realtà da accettare, senza rimandi e senza deroghe, un sentimento che ti perseguita con un’idea fissa , come un impositivo dettato interiore, che sembra continuamente martellarti: “Tu es libre, tu es libre”, tu sei libero.
È quanto viene trattato, in quell’intimo e ristretto spazio del “Teatro i”, con il titolo appunto “Tu es libre”, di Francesca Garolla, due ore filate, in una tensione mentale che t’impone molte domande. Cos’è la libertà? Cos’è l’umanità? Cos’è la verità? Cos’è la guerra? Cos’è il dolore? Cos’è la fede? E poi ancora: cos’è giusto? E da che parte sta la parte più giusta?
Dici poco? E, soprattutto, c’è una risposta?
Filosoficamente trattando, la risposta è no. Mancano le condizioni del filosofema, del sillogismo dimostrativo, per dirla con Aristotele.
Ma, poeticamente o teatralmente discutendo, la risposta può forse arrivare da un’ideale condivisione emotiva, in un rifiuto o in una complicità. Il dolore è dolore. Lo strazio di una madre e di un padre è compreso e partecipato da tutti, la violenza in tutti suscita sdegno, e la pietà è una naturale disposizione dell’anima verso la violenza sui più deboli, i vecchi, i bambini, le donne. Ma tutto finisce lì. Tutto il resto, la speculazione filosofica, il senso del bene e del male, insomma tutti i perché che la vita ci para davanti, rientrano in una nebulosa di misteri, che si possono emotivamente condividere ma non razionalmente capire.
Poi ci penserà la riflessione di ciascuno dare delle risposte. Perché proprio questa è la funzione del teatro.
Veniamo dunque allo spettacolo. Il testo della Garolla è di per sé complesso, come s’è detto, naturalmente votato al monologo, alla confessione, all’analisi. Gli attori, quattro donne e due uomini, si muovono di conseguenza, esibendo anima e menti in uno strenuo tentativo di chiarezze e di spiegazioni. E, in tal senso, la direzione intensamente contenuta di Renzo Martinelli è pregevole (anche se talvolta troppo gridata).
Ne esce una specie di rito laico, pagano e crudele, dove ciascuno è sacerdote dei propri sentimenti, cercando di fare luce sui tanti incomprensibili perché.
Si fanno ricorrenti i riferimenti all’Iliade e alla creazione del mondo. Cabalisticamente, il 7 diventa l’unica ricorrente sicurezza cui affidarsi. Sette sono i cieli, che poi non sono altro che un unico cielo sotto il quale si dibatte l’umanità. E sette sono i fari sul fondale, a forma di fiore, ciascuno con sette petali di luce. Anche qui ricorre la stessa metafora: il palcoscenico, con la luce dei suoi sette fari, può intendersi come la proiezione di un unico cielo, sotto il quale si dibattono i tanti quesiti di una povera umanità alla deriva.
Bene i sei interpreti in una ben articolata gamma di partecipata umanità. E, alla fine, liberatoria apoteosi di applausi per tutti.
Repliche fino a lunedì 11 dicembre.

TU ES LIBRE” di Francesca Garolla, regia di Renzo Martinelli. Con Liliana Benini, Maria Caggianelli, Francesca Garolla, Viola Graziosi, Alberto Malanchino, Alberto Onofrietti – Al TEATRO i, via Gaudenzio Ferrari 11, Milano
info e prenotazioni: tel. 02/8323156 – 366/3700770
www.teatroi.org

Lo spettacolo sarà in scena il 19 e 20 gennaio 2018 a Firenze, Cantieri Florida