La lucida e spietata vita d’un campione, ossessionato dal demone del tennis. Inquieto e infelice. E che ha vinto tutto

MILANO, mercoledì 6 novembre (di Emanuela Dini) «Odio il tennis, lo odio con tutto il cuore, eppure voglio giocare ancora un po’», parole di André Agassi, il pluricampione del tennis, che ha vinto 60 titoli e 8 tornei dello Slam, guadagnato in carriera oltre 31 milioni di dollari di premi e più di 150 milioni di dollari in sponsorizzazioni.
La sua autobiografia, “Open”, uscita nel 2009, è diventata rapidamente un bestseller, vuoi per la sapiente scrittura del ghost writer J.R Moehringer (giornalista e scrittore, vincitore del premio Pulitzer), vuoi per la lucidità e spietatezza con cui racconta la sua vita inquieta e infelice, dominata da un padre violento, ossessivo e brutale e dal demone di un tennis, amato e odiato, ma di cui non riesce a fare a meno.
Al teatro dell’Elfo va in scena una “lettura scenica” di “Open”, una intelligente, piacevole e creativa riproposta fedele e testuale di brani del libro, al punto che il libro è il vero protagonista dello spettacolo. Libro tenuto tra le mani, sfogliato, letto, raccontato, fatto vivere con soluzioni suggestive e creative che rimandano alle trovate del teatro “povero” e strizzano l’occhio a quello di figura. Con garbo, ironia, grande maestria e affiatamento degli attori di Invisibile Kollettivo. Tutti bravissimi.
Leggeri teli che diventano schermo su cui proiettare lo storico incontro degli US Open del 2006, con l’ultima partita e l’ovazione del pubblico, per poi trasformarsi in un inquietante gioco di ombre cinesi dove il piccolo Agassi, a soli 9 anni, sconfigge un campione titolato e le sagome diventano la lotta di Davide contro Golia.
Giochi di veli, luci e di ombre che danno vita al malefico “drago sputapalle”, la macchina infernale per gli allenamenti che terrorizzava Agassi bambino.
Cartoni e cartelli con le foto di Agassi per raccontarne la storia, con i sei attori che interpretano ciascuno, a turno, il tennista.
Musiche rock e una versione psichedelica di “My way” per accompagnare i momenti bui della vita del tennista, quando, sposato con la modella Brooke Shield, viene inghiottito dalla mondanità di Hollywood e trovato positivo all’antidoping. Pupazzi di cartone ventriloqui e saggi – il pappagallo, il gatto e il coniglio – che sono i fidi consiglieri dell’atleta in crisi.
Chi ha letto il libro rivivrà felicemente i passaggi più emozionanti, declamati parola per parola; chi ha tifato per il tennista ripercorrerà i momenti agonistici, gli incontri con lo storico avversario Pete Sampras, le grandi vittorie; chi ha simpatizzato per l’uomo fragile e dilaniato seguirà la sua graduale scoperta di se stesso “la mia vita non mi è appartenuta neppure per un giorno”, la ricerca di un’identità “sto cercando di capire chi sono, per ora ho solo l’idea chiarissima di chi non sono”, e la conquista di una morbida serenità “se insegui la perfezione rendi infelici le persone accanto a te e rendi infelice te stesso”.
Un’ora e venti di spettacolo senza intervallo che scorre fluido e veloce, con momenti di divertimento e ironia, con una presenza scenica che punta a dare corpo e vita alle parole del libro, con poche e semplici soluzioni di grande effetto. Sala strapiena, applausi convinti. Da vedere.

“OPEN – La mia storia” di André Agassi. Lettura scenica di Invisibile Kollettivo, con Nicola Bortolotti, Lorenzo Fontana, Alessandro Mor, Franca Penone, Debora Zuin, Elena Russo Arman. Al teatro Elfo Puccini, repliche fino a domenica 17 novembre.

www.elfo.org