(di Andrea Bisicchia) Esiste un’ampia saggistica sul ruolo dell’attore, sia in ambito teatrale che cinematografico, che utilizza, spesso, il materiale biografico o teatrografico per una analisi dei ruoli, dei personaggi, degli autori che l’attore ha interpretato. In anni recenti, si sono moltiplicate le biografie di attori e attrici che, pur rimanendo utili per conoscerne il talento, la bravura, oltre che i contesti in cui hanno operato, sono un po’ fine a se stessi. Oggi possediamo moltissime informazioni su Gassman, Albertazzi, De Lullo, Parenti, Falck, Valli etc che inseguono questa tipologia, quasi diaristica, mentre su Eduardo e Fo esistono studi molto approfonditi.
Anche su Toni Servillo sono apparse delle biografie di questo tipo, ritengo, però, importante un dialogo con Giafranco Capitta: “Interpretazione e creatività” (Laterza, 2008). Mancava una ricerca di tipo scientifico, ovvero accademico, che oggi possediamo grazie al lavoro di Anna Barsotti. “Il teatro di Toni Servillo. Con dialogo”, Titivillus editore, che va inscritto nella scia dei suoi approfondimenti su Eduardo, Dario Fo, Emma Dante. A base del suo lavoro, oltre che le competenze, la Barsotti utilizza un metodo storicistico, nel senso che costruisce storicamente la figura di Servillo, andando in cerca delle scelte fatte all’inizio della carriera, confrontate, puntualmente, con quelli della maturità, ovvero tra gli anni della ricerca e quelli di un teatro che riscopre le sue fondamenta costruite sulla parola e non più sull’analisi formale, tipica delle Avanguardie storiche.
Sappiamo bene quanto queste siano necessarie, ma, proprio perché tali, a un certo momento perdono la loro forza eversiva, per diventare forze di retroguardia. Lo sa bene Anna Barsotti che, proprio per dimostrare questa consapevolezza, indaga, con l’acume che le è propria, le origini della carriera dell’attore regista,ovvero la fase genetica, i rapporti con il Teatro dei Mutamenti, quello con Falso Movimento di Martone, preludio alla nascita di Teatri Uniti insieme ad Angelo Curti. Benché su questo tragitto esistano parecchie testimonianze, la Barsotti teorizza i concetti di Eversione,di Introversione, di Energia, di Maschera, di Volto, addentrandosi nel campo minato più specialistico, quello tipicamente teatrale dello spazio, della voce, del gesto, del ritmo, della lingua. L’itinerario va dalla fase sperimentale a quella delle forme consolidate della tradizione napoletana che fanno capo a Eduardo, ma anche a Viviani, Ruccello, Moscato, fino a esplorare altre aree, quella francese di Marivaux e Jouvet e quella italiana di Goldoni, Pirandello, De Berardinis.
Con Servillo, che è anche regista dei suoi spettacoli, torna al centro del palcoscenico l’attore, non quello istrionico ed esibizionista, bensì quello che ricerca l’energia fondata sulla “rinunzia”, onde poter concentrare tutto sul palcoscenico, magari con una maschera “umana”, ben diversa da quella “nuda” pirandelliana e da quella “viva” eduardiana, una maschera che sa cogliere gli attimi di una umanità allo sbando che lui teorizza così: “A teatro tutto è nell’atto e nell’attimo in cui recito”, come dire che egli si immerge in una sorta di presente continuo che differenzia il teatro, declinato al presente, dal cinema, declinato al passato.
Anna Barsotti si incontra con i silenzi di Servillo che definisce: “il massimo dell’eloquenza” ,un po’ come quelli di Eduardo, meno drammatici, ma,soprattutto, con l’umanità intrisa di visionarietà che l’attore riesce a infondere nei suoi personaggi, con l’uso di una variegata intensità vocale, a volte, volutamente frettolosa, altre volte utilizzata al rallenty. A mio avviso, Servillo fa uscire il teatro da tanti fraintendimenti che spingono, magari, alcuni critici a ricercare quello che non c’è più, quell’avanguardismo permanente che nulla ha a che fare con i veri rivoluzionari della scena.
Il volume contiene una dotta prefazione di Cesare Molinari, un saggio su le scenografie nel teatro di Toni, di Carlo Titomanlio che ne esplora la praticità, la sobrietà, l’asciuttezza, e da un colloquio illuminante con l’autrice.
Anna Barsotti, “Il teatro di Toni Servillo. Con dialogo”, Ed. Titivillus, 2016 , pp 314, euro 22.