La passione di Aligi Sassu per i grandi classici. In mostra fino al 9 gennaio 113 opere dedicate alla Divina Commedia

BAGNACAVALLO (RA), sabato 4 settembre(di Andrea Bisicchia) – Nello stesso giorno in cui si è conclusa la Summer School dedicata a Dante (4 settembre ), con un plauso a Francesca Benini, per la perfetta organizzazione, viene inaugurata la mostra di Aligi Sassu che si protrarrà fino al 9 gennaio 2022, promossa dal Comune di Bagnacavallo e organizzata da Patrizia Foglia, Martina Elisa Piacente, col contributo di Diego Galizzi e Carlos Julio Sassu Suarez (che custodisce l’archivio del pittore), presso il Museo Civico delle Cappuccine, dal titolo: “Come una fiamma bruciante. La Commedia di Dante secondo Aligi Sassu” che sintetizza alcuni pensieri del pittore: “La Commedia è stata per me una fiamma bruciante”.
La mostra è patrocinata dal Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia Romagna e dal Comune di Ravenna. Il visitatore potrà ammirare 113 opere che illustrano i cento Canti e, nello stesso tempo, approfondire la maniera con cui Sassu amava illustrare i grandi classici della letteratura.
Nel volume dedicato ai Promessi Sposi (ed. 1983), con 58 sue illustrazioni, tutte firmate (introduzione di Giancarlo Vigorelli), si racconta come il Manzoni ambisse, ai suoi tempi, a una edizione illustrata del suo romanzo, ad opera di Hayez che, a dire il vero, si limitò ad abbozzare le figure di Don Abbondio e di Don Rodrigo. Sempre in vita, Manzoni potè ammirare le vignette di Franceso Gonin, un giovane pittore torinese, ispirate ai personaggi e alle vicende del romanzo.
Sassu, da tempo, aveva pensato di illustrare “I Promessi sposi” e “La Divina Commedia”, soltanto dopo gli anni Ottanta si poterono ammirare le sue acqueforti, i disegni, gli abbozzi, gli acrilici che, per la tecnica e per l’uso del colore, accomunano le due più grandi opere del nostro patrimonio culturale. C’è ancora da dire che Sassu aveva illustrato “L’Orlando Furioso”, “Lazzarillo da Tormes”, il “Decameron” a cui aveva dedicato quattro studi, a dimostrazione del suo interesse per le incisioni, per le litografie che arricchiva sempre con un colore fiammeggiante.
Sassu amava molto anche il teatro, aveva fatto delle scenografie per la Scala di Milano, frequentava molto il Teatro Nazionale, essendo cugino del proprietario Giordano Rota. Qui talvolta lo incontravo. Si discuteva anche di pittura. Una volta disse: “Il colore è poesia, ma non è con una poetica del colore che l’artista può giungere a dare, alla realtà concreta, una figura di sogno”.
Anche nelle Opere esposte al Museo delle Cappuccine, si nota l’aspetto onirico-grottesco presente persino nel linguaggio dantesco, di cui Sassu sottolinea gli elementi misteriosi, proprio attraverso l’invenzione coloristica che rende, a volte, chiare e visibili, le figure e, altre volte, integrate in un alone metafisico. Ciò che interessa al pittore, è cogliere l’anima dei personaggi danteschi, le loro inquietudini interiori, i loro peccati, ma anche il loro bisogno della beatitudine celeste. Lo fa con colori squillanti, fortemente cromatici, nei quali prevale il rosso che alterna con degli azzurri che fanno pensare ai mosaici di Galla Placidia che Dante avrà visto durante il suo soggiorno ravennate.
È noto che Aligi Sassu ha attraversato varie correnti dell’arte contemporanea, dal Futurismo, al Surrealismo, dall’Espressionismo al Realismo ideologico del Gruppo Corrente, di cui facevano parte Guttuso, Migneco, Morlotti, Treccani, Gauli, tutti attenti a caricare i loro quadri con toni coloristici molto accesi, per rigenerare quella realtà che era stata offesa e offuscata dalla grande guerra. Forse anche per questo c’era in lui il bisogno di confrontarsi con i grandi poeti classici e contemporanei, dato che subì anche il fascino di Quasimodo e di Ritsos, perché vedeva, nella poesia, una carica utopistica e, nella pittura, una forte verità poetica, se non profetica, come si nota, del resto, nella mostra, dove è determinante l’uso della luce, quella stessa che Dante fa trionfare nel Paradiso, con le anime attorniate da corone luminose, a dimostrazione di come fosse anche un inventore di immagini. Sassu ne era consapevole, ecco perché molti suoi quadri sono carichi di tanti spiriti luminosi che contrappone a quelli bui e grigi degli spiriti infernali e a quelli rosei degli spiriti purgatoriali.
In occasione della mostra è stato pubblicato un volume che porta la firma delle due curatrici, oltre che dei loro brevi saggi, arricchiti da altri interventi di Eleonora Proni, di Domenico De Martino, di Carlos Julio Sassu Suarez e da una ricca bibliografia.

“COME UNA FIAMMA BRUCIANTE – LA COMMEDIA DI DANTE SECONDO ALIGI SASSU” – 113 opere ispirate ai versi delle tre Cantiche – Museo Civico delle Cappuccine, Via Vittorio Veneto 1a – 48012 Bagnacavallo (RA) – Dal 4 settembre al 9 gennaio 2022.

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