La storia di due solitudini. Sullo schermo con Mastroianni-Loren, e ora in teatro con Giulio Scarpati e Valeria Solarino

MILANO, mercoledì 1 febbraio ►(di Iacopo De Andreis) Il teatro è il luogo dove, da un po’ di tempo, si cercano nuove forme di comunicazione, a dispetto di chi scriva esclusivamente per la scena. I generi si sono moltiplicati, testi narrativi (Lacci, il Casellante, Pinocchio), cinematografici (Provando dobbiamo parlare, Il Marchese del Grillo), giornalistici, diventano materia di rappresentazione.
Il palcoscenico li accoglie, benché sappia fare anche i dovuti distinguo e non gli manchino le occasioni per mostrarne l’incompatibilità.
“Una giornata particolare” di Ettore Scola è un testo nato per il cinema, la cui struttura, però, è molto simile a quella di un copione che rispetta le unità aristoteliche, tanto che è diventato un testo tetrale nell’adattamento di Gigliola Fantoni, con la regia di Nora Venturini, ora in scena al Teatro Franco Parenti.
La trama, ben nota, ha come protagonista un ex annunciatore dell’EIAR condannato al confine, perché omosessuale, il 6 maggio 1938, proprio in occasione della visita di Hitler a Roma.
L’ambientazione è quella dell’Italia fascista, quella che ha scelto di sbarazzarsi degli ebrei e degli omosessuali.
Il protagonista vive la condizione dell’escluso, di chi non potrà svolgere la sua professione, per un motivo che ha a che fare con la sua scelta di vita.
Potrebbe apparire anche come un inetto, perché incapace di ribellarsi, ma la sua passività favorirà la reazione della coinquilina Antonietta, moglie di un fascista, relegata a fare i lavori di casa, una vera e propria massaia che rappresenta l’ideologia della donna fascista.
Antonietta, durante un lungo dialogo con Gabriele, comincia a dubitare della verità propinata dal regime, non comprende, anzi non accetta la condanna che gli è stata imposta, si ribella, preferendo dialogare con lui, piuttosto che preparare da mangiare a una famiglia obbediente al regime o partecipare alla grande festa organizzata per il dittatore tedesco.
Ettore scola portò in scena due solitudini che avevano il volto e il corpo di Mastroianni e della Loren.
In scena troviamo Valeria Solarino e Giulio Scarpati che, nelle intenzioni della regia, rappresentano i due volti del fascismo, quello di chi ignora, per ignoranza, la sua vera ideologia e lo accetta passivamente e quello di chi lo accetta non potendo fare altrimenti.
Entrambi rimangono esclusi dal “chiasso”, in occasione della “giornata particolare” dedicata a Hitler, con le parate che vengono riproposte su grande schermo, attraverso i documentari dell’Istituto Luce, con le consolanti musiche del tempo, mentre le svastiche irrompono in momenti salienti dello spettacolo.
Una rappresentazione che scorre con fluida e appassionata partecipazione, grazie alle “dimesse” interpretazioni dei due protagonisti, che offrono un’idea storicamente pregnante di quel momento, e grazie soprattutto al tema di un umano e accattivante incontro di due anime. Al di là delle convenzioni e delle ideologie…
Ben riuscita la scena della terrazza, con le lenzuola utilizzate a mo’ di nascondino, quando Gabriella cede ad un sentimento mai provato prima, essendo stata, per il marito fascista, soltanto una cosa di carne.
Il pubblico applaude convinto con dodici chiamate.

“Una giornata particolare”, di Ettore Scola e Ruggero Maccari, adattamento di Gigliola Fantoni. Con Giulio Scarpati e Valeria Solarino, e con Giulio F. Janni, Anna Ferraioli, Matteo Cirillo, Paolo Minnielli, Federica Zacchia. Regia di Nora Venturini. Scena Luigi Ferrigno, costumi Marianna Carbone, luci Raffaele Perin, video e suoni Marco Schiavoni – Al Teatro Franco Parenti, via Pier Lombardo 14, Milano – Repliche fino a domenica 5.

www.teatrofrancoparenti.it