La vita e l’arte in una formula matematica. Ma poi tutto divampa di passione ed eleganza con Federico Tiezzi

1453375125_Questasera_LoCascio2_fotoAttilio MarascoMILANO, venerdì 5 febbraio (di Emanuela Dini) Il testo di “Questa sera si recita a soggetto”, di Pirandello, è del 1929. Venne rappresentato per la prima volta in Germania il 25 gennaio 1930, e poi in Italia, a Torino, nell’aprile dello stesso anno. Terzo tassello della “trilogia del teatro nel teatro”, dopo “Sei Personaggi in cerca d’autore” e “Ciascuno a suo modo”, è una sublime e spietata analisi sul lavoro teatrale, sull’antagonismo tra vita e arte, sulle passioni malate, sull’ordine delle cose capovolto, su debolezze, arroganze e vizi umani di ogni genere. Ma è anche un’appassionata dichiarazione d’amore al teatro, e a tutto ciò che contribuisce a farlo vivere: la sala, le luci, gli elettricisti, i falegnami, gli attori, il pubblico, le parole degli autori.
E il gioco del teatro nel teatro, e le infinite possibilità di mettere in scena, di volta in volta, le “Parole”, vestendole con suoni e colori diversi viene mirabilmente presentato nella versione firmata da Federico Tiezzi, al Piccolo Teatro Grassi, in uno spettacolo di tre ore (con intervallo di 15 minuti).
Uno spettacolo diviso in due parti – nella prima il regista e il suo teorema «In teatro non si giudica l’opera dello scrittore, ma una scrittura scenica», nella seconda l’esperimento, ovvero la recita all’improvviso degli attori – con un profondo rispetto del testo e soluzioni di regia eleganti, pulite e di grande suggestione.
La prima parte, dove il fin troppo razionale e lucido regista Hinkfuss (Luigi Lo Cascio) sintetizza la vita e l’arte in una formula matematica sulla lavagna, è caratterizzata, anche negli elementi scenici, da rigore e essenzialità. Cromatismo limitato al bianco e nero, sottili tubi al neon a disegnare e limitare gli spazi, uno straordinario monologo di Hinkfuss-Lo Cascio che ricrea una processione siciliana solo con due squarci di luce in sala e tre tocchi di campane, abiti a righe che sono un tributo al razionalismo architettonico degli anni ’30, linee rette, muri grigi e sipario nero.
La seconda parte – che inizia con una scena di tango in cui si vedono solo i piedi, ma l’orlo delle gonne è di un rosso acceso – trasloca dal cervello al cuore e alla pancia, e tutto si gonfia, si attorciglia, si complica e divampa. E sono tanti quadri di codici teatrali diversi all’interno di una cornice che, comunque, rimane una finzione. E allora ecco la festa nella casa borghese dai divani imbottiti e pareti damascate rosse; la farsesca morte del capofamiglia – cameo di bravura di Massimo Verdastro del come si muore in scena – e il drammatico scarnificarsi a parole dei due protagonisti Mommina (Sandra Toffolatti) e suo marito Rico Verri (Francesco Colella) in una stanza-prigione grigia e buia, dove Mommina, imbruttita, umiliata, dimenticata, prima di morire ricorda ai suoi bambini come le piaceva cantare e racconta con un filo di voce strozzata come è fatto un teatro «La sala… e poi un lampadario che scende… perché quando si vive una passione, quello è il teatro».
Applausi lunghi, calorosi, ripetuti.
“Questa sera si recita a soggetto”, di Luigi Pirandello, adattamento drammaturgico Sandro Lombardi e Federico Tiezzi, regia Federico Tiezzi – Al Piccolo Teatro Grassi, Via Rovello 2, Milano – Repliche fino al 24 marzo
www.piccoloteatro.org

LA TOURNÉE
Pesaro, Teatro Rossini, dal 31 marzo al 3 aprile;
Cesena, Teatro Bonci, dal 7 al 10 aprile;
Torino, Teatro Carignano, dal 12 al 24 aprile;
Modena, Teatro Storchi, dal 26 al 29 aprile.