L’amore materno visto dai “rivoluzionari” del Divisionismo. Da Boccioni a Previati, da Segantini a Pellizza da Volpedo

Umberto Boccioni, Nudo di spalle (Controluce), 1909, olio su tela, 61 x 55,5 cm, Rovereto, Mart – Collezione L. F.

VERONA – Il tema della maternità è al centro della mostra “L’amore materno alle origini della pittura moderna, da Previati a Boccioni”, proposta dai Musei Civici di Verona negli spazi della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, dal 7 dicembre al 10 marzo 2019, a cura di Francesca Rossi e Aurora Scotti.
L’esposizione è la prima che la città di Verona dedica agli esordi del Divisionismo italiano, con l’obiettivo di promuovere la conoscenza di uno dei periodi più creativi della storia dell’arte del nostro Paese e, allo stesso tempo, restituire un contesto e un fondamento critico di riferimento alle opere della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti legate a tale ambito figurativo, a partire da “S’avanza” di Angelo Morbelli, capolavoro esposto nel percorso dedicato alla collezione civica.
Il fulcro della nuova esposizione è costituito dalla “Maternità” di Gaetano Previati, un capolavoro di grande formato e fortemente evocativo legato al tema “dell’amore materno” e proveniente dalle collezioni di Banco BPM. Il dipinto, esposto alla prima Triennale di Brera del 1891, suscitò un vivace dibattito oltre che sulla tecnica divisionista, anche sui possibili esiti simbolici della rappresentazione. Il famoso artista-critico Vittore Grubicy, già attento sostenitore di Segantini, individuò nella tela di Previati il prototipo della pittura “ideista”.
«La nuova tecnica divisionista, elaborata da Previati nel monumentale dipinto – spiega Aurora Scotti, curatrice della mostra – puntava sulla separazione delle pennellate, ma anziché tendere alla piena tersità luminosa mirava ad agire sulla sensibilità dello spettatore, coinvolgendolo nell’emozione psicologica dell’evento. A questo il maestro ferrarese si era preparato con un intenso esercizio su temi che sviluppavano la “pittura di affetti” della Scapigliatura, al fine di evocare, attraverso il ductus stesso della pennellata, uno stato d’animo. Un cardine quindi della pittura di emozione e di sentimento, con un ampio spettro di riferimenti nella tradizione pittorica medioevale e moderna».

1 – Gaetano Previati, Maternità, 1886 ca., olio su tela, 56 x 100 cm, Milano, Galleria d’Arte Moderna. 2 – Angelo Morbelli, Maternità, 1892-1893, olio su tela, 50 x 103 cm, Collezione privata.

Il percorso espositivo, costruito attorno al grande dipinto, propone celebri capolavori di Gaetano Previati, Medardo Rosso, Giovanni Segantini, Angelo Morbelli, Giuseppe Pellizza da Volpedo e Umberto Boccioni, capaci di restituire in maniera esemplare l’intensa stagione culturale che ha segnato il transito rivoluzionario della pittura italiana ottocentesca nella direzione europea dell’arte moderna d’avanguardia.
Da qui, la rigorosa selezione filologica di una quindicina di opere che mette in evidenza il confronto tra esiti e ricerche diverse contemporanee al maestro ferrarese, ma anche le ricadute e gli stimoli forniti da queste sperimentazioni alle avanguardie del primo Novecento.
Umberto Boccioni, in particolare, cercò un confronto diretto con Previati: la “Maternità” del Banco BPM rappresenta uno dei cardini del suo percorso critico che, dopo molteplici ricerche, lo portarono al Futurismo.
«L’esposizione – evidenzia Francesca Rossi, l’altra curatrice della mostra – è arricchita da un contributo multimediale dedicato alle fasi di gestazione della “Maternità” di Previati. Questa preziosa documentazione deriva dalla campagna di analisi scientifiche condotta con gli strumenti più avanzati delle nuove tecnologie presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, allo scopo di monitorare lo stato di conservazione dell’opera e di comprendere la singolarissima tecnica pittorica impiegata dall’artista».

L’esposizione è stata possibile grazie alla collaborazione con i Musei Civici Veronesi, i Musei Civici di Milano, il Mart di Rovereto e il Banco BPM, oltre al generoso contributo di tutti i prestatori che hanno consentito la realizzazione del progetto espositivo: il Museo Segantini di Saint Motitz, e le Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco e della Galleria d’Arte Moderna di Milano, istituzioni che hanno anche collaborato attivamente all’ideazione di un piccolo circuito virtuale itinerante tra le sedi di Verona, Rovereto e Milano, sempre sul tema dell’amore materno, che il visitatore troverà segnalato nel catalogo e nei fogli di sala dedicati a “Le due madri” di Segantini, della Galleria d’Arte Moderna di Milano, e all’«Autoritratto con la madre» di Giorgio de Chirico, del Mart di Rovereto, da considerare parte dell’esposizione.

“L’amore materno alle origini della pittura moderna”, Galleria d’Arte Moderna “Achille Forti”, Cortile Mercato Vecchio 6, Verona – Dal 7 dicembre 2018 al 10 marzo 2019.

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