L’archivio fotografico di Le Pera. Con una preziosa indagine sugli anni Settanta. Tra luci e ombre, tra scena e fuori scena

(di Andrea Bisicchia) Paola Bertolone, autrice del volume “Tommaso Le Pera. Un archivio fotografico per il teatro”, edito da Artemide, è docente di Storia del teatro e dello spettacolo all’Università di Siena dove lavora una equipe di ricercatori sotto la guida di Eva Marinai, che si è occupata dei processi creativi, fra arti visive e performance, e su come tali processi possano essere archiviati, specie quando le fonti non sono scritte o vengono sottoposte alla dura legge dell’effimero.
Paola Bertolone ha scelto di indagare l’archivio fotografico di Tommaso Le Pera, ormai punto di riferimento per chi volesse ricercare le fonti di spettacoli dispersi, in particolare quelli degli anni Settanta, quando ancora la digitalizzazione non era ancora nata.
Sul lavoro di Tommaso sono stati scritti articoli, saggi brevi che hanno riguardato la sua lunga attività e le sue numerose pubblicazioni, mancava uno studio di carattere accademico che valorizzasse il suo archivio, che non può più essere considerato soltanto suo, bensì di tutti coloro che ne hanno avuto bisogno per la ricostruzione storica di determinati spettacoli, un archivio che andrebbe tutelalo dal Ministero che fa capo a Franceschini, molto sensibile a tutte le attività riguardanti lo spettacolo e alle sue istituzioni. Diciamo, allora, che l’archivio di Le Pera è una Istituzione e, come tale, andrebbe salvaguardata, essendo un luogo di lavoro dove si recano studenti in discipline teatrali, operatori, attori, registi, studiosi, per confrontarsi con i milioni di scatti che stanno a base di oltre quattromiladuecento spettacoli fotografati.
Il volume della Bertolone è diviso in quattro capitoli ed è corredato da un’ampia bibliografia che ne testimonia il valore scientifico, lei segue una metodologia che si allinea a quella degli studi di Peter Burke, attento a ricercare il significato storico delle immagini, da intendere come deposito di memorie, o di Jacques Derrida, per il quale l’archivio ha una forte valenza freudiana essendo, comunque, fonte primaria di ogni ricerca, o, ancora, di Joel Anderson, autrice di “Theatre & Photography”, in cui descrive le dualità nel rapporto che esiste tra fotografia e performance, arte da concepire in una continua relazione, fino a ritenere la documentazione qualcosa di simile alla performance.
Si potrebbero citare altri autori, come Barthes e le sue riflessioni su “Il messaggio fotografico” o come Cosimo Chiarelli che si chiedeva, ogniqualvolta osservava una fotografia di teatro, dove finisse la scena e dove avesse inizio l’immagine, lo facciamo per fare capire al lettore di trovarsi dinanzi a uno studio ben documentato che aiuta a riconoscere il valore artistico delle foto di Tommaso Le Pera e l’importanza del suo archivio, specie quando l’autrice sottolinea il nutrito intreccio tra fotografia e teatro, anche nell’ambito performativo, oltre che il suo doppio ruolo di documento e di intermedialità.
C’è da dire che il lavoro della Bertolone non è soltanto di tipo teorico, anzi alla teoria lei fa seguire la prassi, nel senso che analizza, attraverso le foto, spettacoli come “A come Alice” di Giancarlo Nanni, “Moby Dick” di Mario Ricci, “Medea” di Andrej Serban, “Enrico IV” di De Lullo, “Pirandello chi?” di Perlini, “Elettra” di Gunter Kramer, “Salomè” di Steven Berkoff, soffermandosi sullo stile, sui colori, sull’uso delle luci, sulle scelte di senso o delle emozioni che stanno a base degli scatti di Le Pera, per il quale il palcoscenico è un luogo liminale dove lui riesce a trovare un particolare rapporto tra ciò che sta sulla scena e ciò che è fuori, tra l’ombra e la luce, tra il personaggio e la persona.
Il volume contiene una iconografia che riguarda gli spettacoli citati.

Paola Bertolone, “Tommaso Le Pera. Un archivio fotografico per il teatro”, Editoriale Artemide 2021, pp. 136, euro 25.