LOCARNO, sabato 16 agosto
(di Marisa Marzelli) Pardo annunciato, Pardo assegnato. Alla 67. edizione del Festival di Locarno la giuria internazionale presieduta dal regista italiano Gianfranco Rosi ha attribuito il massimo riconoscimento a Mula sa kung ano ang noon (From What is Before) del regista filippino Lav Diaz. La durata abnorme dell’opera, cinque ore e 38 minuti sulla vita di uno sperduto villaggio, con sullo sfondo l’ombra della dittatura di Marcos, ne rende più che problematica l’eventuale distribuzione nelle sale commerciali.
Il Premio speciale della giuria è invece andato all’americano Listen up Philip scritto e diretto da Alex Ross Perry, una commedia amara nello stile della cinematografia indipendente a stelle e strisce con nel cast due nomi noti: Jason Schwartzman e Jonathan Pryce (entrambi presenti a Locarno).
Pardo per la migliore regia a Cavalo dinheiro del regista portoghese Pedro Costa. Migliori interpreti: il russo Artem Bystrov per Durak, un film che era molto piaciuto a critici e pubblico, Ariane Labed per il francese Fidelio.
Nel concorso cineasti del presente, riservato ad opere più sperimentali, va segnalato il riconoscimento come migliore regista emergente a Simone Rapisarda Casanova, un italiano che lavora in Canada. Il suo film La creazione di significato, superando i confini tra finzione, antropologia e memoria bellica cerca una continuità tra la storia partigiana e l’attuale realtà rurale nella regione della Toscana dove avvenne l’eccidio di Sant’Anna.
Il premio assegnato dal pubblico e riservato ai film proiettati in Piazza Grande è andato a Schweizer Helden del regista elvetico Peter Luisi, che tratta in forma leggera, paradossale ma anche empatica il tema dei richiedenti l’asilo e la loro integrazione.
I riconoscimenti ufficiali hanno quindi premiato con il filippino Lav Diaz e con il maestro portoghese Pedro Costa il cinema più di ricerca e innovazione formale, riservando però un posto d’onore anche alla cinematografia tradizionale dello statunitense Alex Ross Perry; e non è scontato che una commedia ottenga allori ai festival internazionali. Le varie giurie parallele hanno poi riequilibrato (virtualmente) il verdetto attribuendo premi a volte più in sitonia con i gusti del folto pubblico che ha seguito a tappeto la manifestazione.
Gran finale, sabato sera in Piazza con la premiazione ufficiale seguita dalla proiezione di Geronimo di Tony Gatlif, un cineasta francese d’Algeria innamorato del folclore gitano. Geronimo è una sorta di musical alla West Side Story ambientato nel mondo sanguigno e colorato del popolo Rom.
Lav Diaz vince il “Pardo d’Oro”, ma che destino commerciale potrà avere un film di cinque ore e 38 minuti?
16 Agosto 2014 by