ISOLA BELLA (Lago Maggiore), martedì 31 marzo. ●
(di Carla Maria Casanova) Che l’Isola sia Bella, la più bella del Lago Maggiore, lo dice il suo stesso nome. Che i Borromeo l’abbiano fatta bellissima, è una realtà sotto agli occhi di tutti. “Perché mai ai Borromeo sarà venuta l’idea balzana di coprire praticamente tutta l’isola con un loro palazzo e giardino?” vien fatto di chiedersi. “Per umiltà, naturalmente” risponde con spirito Bona, la principessa proprietaria. L’ “humilitas” dei Borromeo che campeggia sul loro stemma, sotto la corona gentilizia, è infatti una faccenda proverbialmente molto retorica, presa alla lettera forse solo da Carlo, non per niente diventato santo. Ma non importa. Il risultato di questa gloria, per vana che sia, è stupefacente e tutti noi ne godiamo.
Per mantenere un complesso del genere (ne fanno parte, nel Verbano, anche l’Isola Madre e la Rocca di Angera) ci vogliono molti soldi, ma anche e soprattutto energia, volontà, tempo, coscienza e smisurato desiderio di preservare l’inestimabile patrimonio culturale e artistico. Si è impegnato in prima persona il principe Vitaliano Borromeo (figlio di Bona), imponente, cortese, aristocratico signore sui 50 (ha già un figlio bocconiano come lui), determinato a conservare bella, anzi bellissima, la sua Isola. L’evento (che durerà fino al 25 ottobre) è la mostra Vedutismo, o “Le isole incantate, il Gran Tour e la pittura di veduta nei Domini Borromeo: da Gaspar van Wittel a Luigi Ashton”. Curata da Alessandro Morandotti e da Carlotta Beccaria, è alloggiata nella sala ottagonale del corpo centrale del palazzo.
Sono poco meno di 100 opere: tele, acquerelli, tempere, disegni preparatori e due modelli lignei ottocenteschi del palazzo di cui uno, di cm 48 x 315 x 150, eseguito con materiali poveri (legno dipinto, tessuto, ferro, cartapesta e foglie essiccate). Le tele portano soprattutto tre grandi nomi: Gaspar van Wittel, Alessandro Antoniani, Francesco Zuccarelli, ma anche Marc’Antonio Dal Re, Carlo Fontana, Antonio Joli, Giuseppe Bisi, Luigi Ashton. Il tema è di rigore: le Isole. Vedute e immagini delle Isole servivano, ai Borromeo, come una sorta di carta da visita, spesso da offrire a ospiti illustri. I pittori erano di preferenza “in esclusiva” (come saranno i “fotografi di corte”, vedi Cecil Beaton alla Corte d’Inghilterra).
Spesso si tratta di vedute a grand’angolo, alcune potrebbero sembrare aeree, per l’ampiezza del paesaggio ritratto. Joli, con accorgimenti tecnici di prospettiva, riesce a ottenere composizioni impossibili ove figurano tutte due le isole, a distanza ravvicinata. Un ruolo importante, a volte protagonista, hanno le imbarcazioni (di casa e pubbliche) che riprendono eventi come l’arrivo di reali o di personaggi celebri. Per la visita di Carlo Felice e Maria Cristina di Savoia, fu Alessandro Sanquirico, mitico scenografo scaligero, a occuparsi degli apparati e dei preparativi. Le immagini, soprattutto settecentesche, sono affascinanti, ma cosa di più incantatore delle vedute reali, di palazzo e giardini, dove i mitici pavoni bianchi esibiscono le loro superbe ruote? E da non perdere – non menzionati nelle “vedute” perché realizzati più tardi – ci sono gli appartamenti di rocaille, prospicienti il lago.
Per conoscere storia e particolari, di sito e famiglia, è fondamentale il prestigioso catalogo (euro 25).
Info. 0323 30556
www.borromeoturismo.it
Le incantevoli meraviglie vedutiste in cento opere fino al 25 ottobre all’Isola Bella nello stupefacente palazzo Borromeo
31 Marzo 2015 by