“Le ultime lune” e “Un momento difficile”. Due testi di Furio Bordon sul rapporto Vita/Morte. Entrambi ora in circolazione

Massimo Dapporto, Ariella Reggio, Francesco Foti in una scena di “Un momento difficile” di Furio Bordon

(di Andrea Bisicchia) Mentre a Milano è in scena, al Teatro Carcano (fino a domenica 17 marzo), “Le ultime lune” di Furio Bordon, con Andrea Giordana e Galatea Ranzi, regia di Daniele Salvo (quarta versione, dopo quella malinconica di Marcello Mastroianni, ironica di Gianrico Tedeschi, sorniona di Gastone Moschin), al Teatro Goldoni di Bagnacavallo è stato rappresentato un altro testo di Bordon, prodotto dagli Stabili di Catania e Friuli Venezia Giulia, con la regia di Giovanni Anfuso e l’interpretazione di Massimo Dapporto, insieme a Ariella Reggio, Francesco Forti, Debora Bernardi.
Tra i due testi c’è una certa affinità o, meglio, un tema comune, quello del rapporto Vita e Morte, vissuto da giovani familiari nei confronti dei vecchi materni o paterni che si trovano in fin di vita.
Si tratta di uno dei momenti più difficili, causato dall’abbandono e dall’attesa.
Nelle “Ultime lune”, Bordon aveva immaginato lo scontro tra un padre, rimasto vedovo, e un figlio che lo accudisce con una certa indifferenza, specie quando il padre ha deciso di andare in una casa di riposo, abbandonando la vecchia abitazione dove era solito dialogare con la moglie scomparsa. In “Un momento difficile”, è la madre che sta per morire e che mette in difficoltà il figlio, il quale, non sapendo come districarsi, chiede l’aiuto del padre morto e della madre da giovane, personaggi che intervengono durante la rappresentazione vestiti di bianco, come se appartenessero a un altro mondo, ma che ritornano per venire incontro a un’anima persa. In questi giorni, gira un altro spettacolo “Regina madre” di Manlio Santanelli, che ripropone un dialogo tra il figlio e la madre morta.
Giovanni Anfuso ha creato una scena non naturalistica, la camera della vecchia signora è immersa in uno spazio geometrico bianco che si colora di luci surreali, quando entrano in scena il marito morto e la madre da giovane. In verità ci sono altri due personaggi che vengono evocati, la badante e il Principe, ovvero l’infermiere. L’inizio della commedia è affidato a una lunga introduzione musicale, creando un vuoto di scena, che, in teatro, è sempre negativo, anche se, in questo caso, è giustificato dal vuoto che il figlio sta attraversando, un figlio fragile sia nella maturità che durante la fanciullezza, avendo creduto di non essere stato accettato dalla mamma, che forse non lo voleva davvero, ma che dopo ha cominciato ad amarlo.
Furio Bordon immette il suo racconto in una dimensione metafisica, lui, uomo di teatro (aveva diretto lo Stabile di Trieste nel 1988-92), ha sempre affrontato, nelle sue commedie, problemi di carattere esistenziali, con una certa leggerezza e con un linguaggio non mimetico. Anfuso ha preferito fare ricorso alla caratterizzazione dei personaggi, in particolare quello della madre, per estorcere qualche grassa risata, riuscendoci. In verità, lo spirito comico di Bordon è lieve, cosi come, in fondo, lo ha interpretato Massimo Dapporto, alternando brillantezza e commozione. Lunghi applausi in un teatro esaurito.

“Un momento difficile” di Furio Bordon, regia Giovanni Anfuso, scene Alessandro Chiti. Con Massimo Dapporto, Ariella Reggio, Francesco Foti, Debora Bernardi.

Dopo la rappresentazione del 6 marzo al Teatro Goldoni di Bagnacavallo, lo spettacolo sarà:
7 marzo, Teatro Sociale, Stradella;
8 /10 marzo, Teatro Sociale, Brescia;
12 marzo, Nuovo Teatro Comunale, Gradisca;
13 marzo, Teatro Mons. Gelindo Lavaroni, Artegna (UD);
14 marzo, Auditorium Comunale, San Vito Al Tagliamento (PN).