Leggere ora le “lezioni” di Pontiggia in “Dentro la sera”. Ed è come risentire la sua voce. Gli stessi toni e colore

_dentro-la-sera_-copertina-bis(di Piero Lotito) Una nuova casa editrice per un libro specialissimo: un “inedito” (spiegheremo più avanti) di Giuseppe Pontiggia, scomparso nel 2003, uno dei più grandi scrittori italiani. Si tratta di Belleville Editore, emanazione dell’omonima Scuola di scrittura creativa aperta a Milano nel 2014, «nata con l’obiettivo di proporre quanto, soprattutto nel settore della saggistica sul tema della scrittura creativa, non era stato tradotto o pubblicato». Proprio l’annuncio programmatico dell’editore spiega il libro di Pontiggia, che dal maggio al luglio 1994 aveva tenuto per il programma “Dentro la sera” di Rai-RadioDue, su invito di Aldo Grasso, venticinque conversazioni sullo scrivere.
Questi incontri radiofonici erano rimasti fino ad oggi imprigionati sul nastro magnetico della Rai. Soltanto le prime tre conversazioni erano state riviste dallo stesso Pontiggia e pubblicate nel giugno 1995 nella sezione Aperture della rivista “Leggere” di Rosellina Archinto, e con questi titoli: Discorso sul metodo, La vostra vita non è un romanzo, Va’ dove ti porta la penna. Nel testo stampato, Pontiggia aveva avuto cura di conservare il colore e l’intonazione del proprio parlato radiofonico, con le ripetizioni, le domande retoriche, i parallelismi e quant’altro è peculiare dell’oralità. Una “lezione” alla quale si è attenuto anche Belleville, trascrivendo le altre conversazioni e facendone un volume organico dal titolo Dentro la sera, chiaramente riferito al programma radiofonico,comprendente i primi tre incontri e – novità che lo rende unico – con allegato un Cd con la viva voce di Pontiggia, autore tra l’altro, è appena il caso di ricordare, de La morte in banca (1959), Il giocatore invisibile (1978), Il giardino delle Esperidi (1984), La grande sera (1989, Premio Strega), Vite di uomini non illustri (1993), Nati due volte (2000, Premio Super Campiello), Prima persona (2002).
Quando Pontiggia avviò al microfono le sue conversazioni, già da dieci anni teneva corsi di scrittura creativa al Teatro Verdi, alle Università e altrove. Il suo metodo non era, per così dire, un metodo, quanto una modalità narrativa, connaturata del resto al lavoro di uno scrittore libero da schemi. L’autore de L’arte della fuga (1968) preferiva prospettare, illustrare, presentare, squadernare, e non “indirizzare”. E alla radio lo spiegava così: «Io non incoraggio mai a scrivere, cerco di avvicinare ai problemi di chi scrive e a prenderne distacco».
Per chi abbia conosciuto Pontiggia – e sono tanti i lettori dei suoi libri che, attraverso le parole scritte, hanno in qualche modo imparato anche a distinguere il colore e l’intonazione della sua voce -, è una forte emozione rileggerlo e risentirlo con questo libro mai “scritto”, eppure tanto suo.

Giuseppe Pontiggia, “Dentro la sera. Conversazioni sullo scrivere”, Belleville Editore 2016, pp. 312, euro 21.