L’incontro fra Don Gallo e De André. Come sprecare una preziosa occasione in un inutile e formale calligrafismo

17-11-16-collage-de-andreMILANO, giovedì 17 novembre (di Paolo A. Paganini) Sul latteo schermo traslucido d’un fondale, come un display di computer, si può ormai costruire ogni tipo di immagine come fantasia comanda. Così succede che l’ombra di Riondino si sdoppi dalla persona e diventi un’autonoma immagine. Poi, compaiono nere nubi di procellose tempeste. Poi, fogliame e rami fioriti. Poi, elementari tracciati di case. Poi, infine, l’immagine stessa del prete scomodo e fumatore accanito Don Andrea Gallo, con quel suo viso scavato, che sembra Herlitzka, mentre parla al popolo della sua comunità del Porto. Intanto, sul davanti dello schermo, Riondino tenta di raccontare, in poco più di un’ora, al Teatro Carcano, le vicende umane del prete e del cantautore De André, accomunato dall’immancabile cicca e dallo stesso sentimento di umana pietà per umili e diseredati, drogati ed emarginati.
Ma quando la grafica entra in teatro a me pare che voglia nascondere qualcosa. Qui per esempio nasconde i tre componenti dell’orchestra, che suona dal vivo una manciata di canzoni di De André. E chi suona sul palcoscenico, ch’è teatro allo stato puro, va sempre messo in mostra e valorizzato.
Ma soprattutto vuol nascondere una mistificazione: la mancanza d’idee. O di coraggio.
Lo spettacolo “Angelicamente anarchici” (è parafrasato il titolo del libro autobiografico di Don Gallo, che, nell’originale, è al singolare) parla con timore e timidezza dell’incontro fra il prete e il cantautore.
In altre mani, ne sarebbe uscito uno spettacolo esplosivo, una straordinaria deflagrazione di due mondi contro i muri dell’indifferenza e dell’ipocrisia: il mondo dei derelitti, delle puttane e dei drogati, dei diversi e degli emarginati, cantati dalla pietas del cantastorie genovese (1940-1999), e la straordinaria figura del prete anarchico, cristiano e comunista, pacifista ed ex partigiano (1928-2013), prete di strada, prete dei disagiati e degli ultimi, e amicissimo di De André.
Poco tempo prima della morte di Fabrizio, Don Gallo volle mettere per iscritto “la profonda vicinanza” che lo legava al cantore genovese.
Caro Faber, da tanti anni canto con te, per dare voce agli ultimi, ai vinti, ai fragili, ai perdenti… Quanti “Geordie” o “Michè” o “Marinella” o “Bocca di Rosa” vivono accanto a me, nella mia città di mare che è anche la tua. Anch’io ogni giorno, come prete, “verso il vino e spezzo il pane per chi ha sete e fame”. Tu, Faber, mi hai insegnato a distribuirlo, non solo tra le mura del Tempio, ma per le strade, nei vicoli più oscuri, nell’esclusione… E ho scoperto con te, camminando in via del Campo, che “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”
Ebbene, tutto questo, ed altro ancora, nello spettacolo di Riondino non c’è. C’è invece un calligrafismo innocuo e nebuloso, con qualche raccontino qua e là di “giudici nani”, di cuori di mamma strappati da figli puttanieri, di nastri rossi nei capelli di affascinanti battone, con qualche più estesa concessione ai “Dieci Comandamenti”. Basta.
Se ne esce con l’impressione di avere assistito a un nulla stilisticamente inappuntabile. Che nel cuore, però, non ha lasciato niente.

“ANGELICAMENTE ANARCHICI – Don Andrea Gallo e Fabrizio De André”. Interpretato e diretto da Michele Riondino (drammaturgia Marco Andreoli). Arrangiamenti Francesco Forni. Musiche eseguite dal vivo da Francesco Forni, Ilaria Graziano, Remigio Furlanut. Al TEATRO CARCANO – corso di Porta Romana 63 – Milano. Repliche fino a domenica 20 novembre

www.teatrocarcano.com

 Tournée

Roma, Teatro Vittoria, 22-27 novembre;
Torino, Teatro Colosseo, 30 novembre;
Firenze, Teatro Puccini, 2-3 dicembre;
Genova, Politeama Genovese, 7 dicembre;
Riccione, Teatro del Mare, 9 dicembre;
Asti, Teatro Alfieri, 11 dicembre;
Caltanissetta, Teatro Regina Margherita, 16 dicembre;
Perugia, Teatro Morlacchi, 11-13 gennaio 2017;
Campobasso, Teatro Savoia, 19-20 gennaio;
Bari, Teatro Palazzo, 21 gennaio;
Monfalcone, Teatro Comunale, 25 gennaio;
Bologna, Teatro delle Celebrazioni, 27 gennaio.
Seguono altre piazze.