Lo Stabile torinese al via con un Arlecchino contemporaneo, come i comici cinematografici della commedia all’italiana

“ARLECCHINO SERVITORE DI DUE PADRONI”. In una scena delle prove. © PHOTO BEPI CAROLI

Spettacolo inaugurale della stagione 2018/2019 del Teatro Carignano, lunedì 8 ottobre: prima nazionale di “ARLECCHINO SERVITORE DI DUE PADRONI”, di Carlo Goldoni. Con la direzione di Valerio Binasco, lo spettacolo è interpretato da Natalino Balasso (Arlecchino), Michele Di Mauro (Pantalone), Fabrizio Contri (Il Dottore), Elena Gigliotti (Clarice), Denis Fasolo (Silvio), Elisabetta Mazzullo (Beatrice), Gianmaria Martini (Florindo), Ivan Zerbinati (Brighella), Lucio De Francesco (Servitore), Marta Cortellazzo Wiel (Smeraldina). Scene di Guido Fiorato. Musiche di Arturo Annecchino. A Torino fino al 28 ottobre, successivamente in tournée fino al 16 dicembre.

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TORINO, giovedì 4 ottobre Non è uno spettacolo ispirato alla Commedia dell’Arte, né sono usate le tradizionali maschere, chiarisce il regista Binasco, che prende un’altra strada, di sapore moderno, per dare realismo e credibilità ai personaggi. Più commedia all’italiana che Commedia dell’Arte. E con un richiamo all’umanità vecchio stampo, di sapore paesano e umilmente arcaico. “Quella che ha abitato il nostro mondo in bianco e nero», ricorda Binasco, «che si è seduta ai tavoli di vecchie osterie, che ha indossato gli ultimi cappelli, che ha fatto ridere e piangere a teatro e al cinema con le nuove maschere dei grandi comici del Novecento. E poi è svanita per sempre, nel nulla del nuovo secolo televisivo».

Natalino Balasso (Arlecchino) e Ivan Zerbinati (Brighella) in una foto delle prove di “ARLECCHINO SERVITORE DI DUE PADRONI” – ©PHOTO BEPI CAROLI

Famelico, bugiardo, disperato e arraffone. L’Arlecchino “contemporaneo” di Valerio Binasco è un poveraccio che sugli equivoci costruisce una specie di misero riscatto sociale. Dopo il Don Giovanni di Molière, Binasco, cinque volte premio Ubu, torna a cimentarsi con un titolo del grande repertorio.«A chi mi chiede: come mai ancora Arlecchino? rispondo che i classici sono carichi di una forza inesauribile e l’antico teatro è ancora il teatro della festa e della favola», dice il regista. Che mette il suo stile cinematografico, fatto di sintesi, unità di azione e suspense, al servizio del testo di Goldoni, un autore capace di rappresentare inquietudini moderne, con lampi di vera contemporaneità.
La “commedia della stravaganza” diventa così un gioioso viaggio nel tempo, alle origini del teatro italiano e della sua grande tradizione comica.
Personaggio dalle molteplici contraddizioni: meschino e anarchico, irriguardoso e servile, Arlecchino riesce a portare scompiglio nell’ottusa società borghese, con una carica che suo malgrado si può perfino dire “sovversiva”. (p.a.p.dal Comunicato Stampa)

www.teatrostabiletorino.it

Tournée
30 ottobre, Teatro Civico, Tortona (AL)
31 ottobre, Teatro Giacometti, Novi Ligure (AL)
2 novembre, Teatro Marenco, Ceva (CN)
3 novembre, Teatro Milanollo, Savigliano (CN)
4 novembre, Teatro Toselli, Cuneo
6 novembre, Teatro Alfieri, Asti
7/8 novembre, Teatro Municipale, Casale Monferrato (AL)
10/11 novembre, Teatro Coccia, Novara
13/14 novembre, Teatro di Locarno, Locarno
16 novembre, Teatro Comunale, Russi (RA)
19 novembre, Teatro Sociale, Mantova
20 novembre,  Teatro Boiardo, Scandiano (RE)
21 novembre, Teatro Mac Mazzieri, Pavullo (MO)
24/25 novembre, Teatro Giordano, Foggia
27 novembre, Teatro Comunale, Corato (BA)
29/30 novembre, Teatro Petruzzelli, Bari
4/5 dicembre, Teatro Valli, Reggio Emilia
6/9 dicembre, Teatro Rossini, Pesaro
11 dicembre, Teatro Mario Apollonio, Varese
13/16 dicembre, Teatro Fabbri, Forlì