NOSTRO SERVIZIO ► (di Marisa Marzelli) – Bullet Train, con Brad Pitt protagonista, aveva aperto il 3 agosto, facendo il tutto esaurito, le proiezioni serali in Piazza Grande del 75mo Festival di Locarno. Il blockbuster è già uscito nelle sale cinematografiche di alcuni Paesi, Stati Uniti compresi, e si è subito piazzato in testa al box office internazionale.
Tra i titoli delle proiezioni all’aperto di Locarno, capaci di accogliere fino a 8.000 spettatori, da segnalare per ora l’interessante coproduzione tra Israele, Polonia e Colombia, Il mio amico Adolf, del 44enne regista israeliano di origini russe Leon Prudovski. Il lavoro affronta da un’ottica nuova il tema dell’Olocausto e della fuga in America latina di gerarchi nazisti dopo la fine della guerra.
Altri due film visti a Locarno e che dovrebbero uscire presto nei cinema sono il road movie Paradise Highway di Anna Gutto, con Morgan Freeman e Juliette Binoche nel ruolo di una camionista in fuga da una banda di criminali e dalla polizia, e Where the Crawdads Sing (La ragazza della palude), tratto dall’omonimo bestseller di Delia Owens, classica storia sentimentale per un pubblico facile alla commozione. Entrambi i titoli potrebbero riscuotere un buon successo commerciale.
Quanto al cinema italiano, che a Locarno è tradizionalmente poco presente in quanto le date del Festival sono molto ravvicinate a quelle della Mostra di Venezia, si segnalano nelle proiezioni serali Piano piano, opera prima del napoletano Nicola Prosatore, e soprattutto Delta di Michele Vannucci, con protagonisti Alessandro Borghi e Luigi Lo Cascio. Il primo è uno spaccato partenopeo di disagio sociale e criminalità camorristica ambientato in quell’anno cruciale che fu la stagione dello scudetto vinto dal Napoli di Maradona, pensato già prima che Sorrentino ponesse mano al suo È stata la mano di Dio. Prosatore, pur essendo solo al primo lungometraggio, è già noto per lavori pubblicitari, serie documentaristiche e programmi tv. È attesa in settembre su Netflix una sua docuserie in quattro episodi sulla discussa televenditrice Vanna Marchi.
Su Delta le attese erano piuttosto alte ma il risultato non si può dire del tutto riuscito. Si racconta della caccia ai pescatori di frodo, prevalentemente rumeni, attivi nel delta del Po. Qualche tono documentaristico si ritrova nella prima parte del film, mentre la seconda diventa un truce duello tra un ambientalista locale (pacifista) e un bracconiere dalla natura selvaggia. Tra problemi di suono in presa diretta e un’eccessiva enfasi nel tratteggio soprattutto del personaggio di Alessandro Borghi, Delta s’impantana.
Nella sezione Concorso internazionale, accanto ad una serie di registi internazionali in genere poco sconosciuti, ha accettato di scendere in gara il celebre autore russo Aleksandr Sokurov con Skazka, una riflessione sull’Europa, partendo da un passato storico che non passa. In una sorta di Purgatorio, Gesù sta accanto a Stalin, Hitler, Churchill e Napoleone, in un groviglio di guerre e ambizioni che ha insanguinato il Vecchio Continente. Sokurov è diventato uno degli ospiti più apprezzati e rincorsi dalla stampa presente a Locarno. Come del resto l’americano Jason Blum, al quale è stato consegnato il tradizionale riconoscimento attribuito ogni anno ad un produttore di particolare rilievo. Con la sua casa di produzione Blumhouse (specializzata in film a basso budget) Blum è stato artefice di successi come Whiplash, Get Out o BlacKKKansman.
Il Festival di Locarno si concluderà sabato sera con la premiazione.
Locarno 75 ultimi film in Piazza Grande. Coproduzioni; russi (Sokurov), americani (Blum), italiani (Prosatore e Vannucci)
10 Agosto 2022 by