LOCARNO, 31 LUGLIO
(di Marisa Marzelli) La scelta del film inaugurale del Festival di Locarno si è rivelata felice. La 67. edizione della manifestazione sulla sponda svizzera del Lago Maggiore (6-16 agosto) si aprirà infatti con Lucy di Luc Besson, pellicola fantascientifica d’azione interpretata da Scarlett Johansson e Morgan Freeman. E sarà lo stesso Besson – il più americano dei registi francesi – ad accompagnare la sua opera più recente. Fresca di debutto negli Stati Uniti al vertice del box office, con 44 milioni di dollari d’incasso nel primo weekend. L’uscita nelle sale italiane è annunciata per il 25 settembre. Se il tempo sarà clemente, l’inaugurazione avverrà all’aperto sul maxi schermo di Piazza Grande (in grado di contenere oltre 7.000 spettatori).
Diretto per il secondo anno dal torinese Carlo Chatrian, il Festival propone nel concorso internazionale 17 titoli, in corsa per il Pardo d’oro e gli altri premi ufficiali che saranno assegnati da una giuria presieduta dal regista italiano Gianfranco Rosi (Leone d’oro a Venezia 2013 con Sacro Gra). Il concorso Cineasti del presente, riservato a opere prime e seconde di registi emergenti, annovera 15 titoli.
La programmazione serale (fuori concorso), quella destinata al pubblico più vasto, prevede una quindicina di titoli, tra cui la commedia The Hundred-Foot Journey del noto regista svedese Lasse Hallström, con Helen Mirren (12 agosto), Sils Maria del francese Olivier Assayas (15 agosto), un paio di svizzeri, diversi francesi e tedeschi, un israeliano, qualche coproduzione americana. In Piazza (9 agosto in seconda serata) si potrà assistere anche alla versione di recente restaurata del capolavoro di Luchino Visconti Il Gattopardo, nell’ambito della ricca Retrospettiva (50 titoli) dedicata ai film della storica casa di produzione italiana Titanus. Gran Finale in Piazza Grande (16 agosto, dopo la proclamazione del Palmarès) con il colorato mondo dei gitani raccontato ancora una volta da Tony Gatlif in Geronimo.
Locarno è, per tradizione, un festival di scoperte, ma non significa che manchino i nomi famosi. Quest’anno ci saranno, tra i già confermati: Melanie Griffith (protagonista del cortometraggio Thirst (sezione Pardi di domani, in competizione), l’attore tedesco Armin Mueller-Stahl (La promessa dell’assassino, Angeli e demoni ecc.), Mia Farrow, Dario Argento, Rita Pavone (a suo tempo interprete di “musicarelli”, film musicali all’italiana che fanno parte della Retrospettiva Titanus), Giancarlo Giannini e Juliette Binoche (riceveranno entrambi un Excellence Award), la regista francese Agnès Varda (che riceverà il Pardo d’onore), il regista spagnolo Victor Erice (Pardo alla carriera), il regista russo Alexandr Sokurov (che terrà una masterclass). E ancora, l’attore francese Jean-Pierre Léaud (Pardo alla carriera), interprete prediletto di Truffaut e alla cui presenza verrà proiettato in Piazza, in una serata gratuita di pre-Festival, I 400 colpi (martedì 5 agosto).
Ma l’ospite più atteso è il regista Roman Polanski, che sarà a Locarno con la moglie, l’attrice Emmanuelle Seigner, e terrà una masterclass. E qui cominciano i problemi, perché attorno alla presenza al Festival dell’autore polacco si sono già scatenate, a livello locale, veementi polemiche. Il tutto ruota attorno all’opportunità o meno di avere invitato al Festival una personalità controversa, dalla vita tumultuosa come un romanzo. Come si ricorderà, nel 1977 negli Stati Uniti Polanski venne accusato di violenza sessuale su una minorenne, durante una festa. Il regista lasciò gli States per evitare il processo e da allora pende su di lui una richiesta americana di estradizione. Polanski, che in Svizzera ha una casa, per via di quel mandato di cattura internazionale americano, nel 2009 fu arrestato a Kloten mentre era atteso al Festival cinematografico di Zurigo. Passò un paio di mesi nelle prigioni elvetiche, seguiti dagli arresti domiciliari nel suo chalet di Gstaad (Canton Berna). Nel luglio 2010 le autorità elvetiche negarono, per un vizio di forma, l’estradizione negli USA e da allora può soggiornare liberamente nella Confederazione. Oggi, Polanski in Svizzera non ha alcun contenzioso con la giustizia. Ma chi ne critica la presenza pubblica al Festival di Locarno, pur sostenendo di non mettere in discussione le qualità artistiche della sua opera, ritiene che non si possa “prescindere totalmente dalla sua storia personale”, in particolare tenuto conto che l’omaggio a Polanski viene da un Festival in buona parte finanziato da enti pubblici.
Negli ultimi anni, si sono succeduti i rumorosi dissensi nei confronti di scelte del Festival locarnese. L’anno scorso, al centro delle polemiche è stata la presenza alla rassegna dell’ex leader delle Brigate Rosse Giovanni Senzani (interprete del film di Pippo Delbono in concorso Sangue), l’anno prima gli strali erano stati contro un altro film in concorso, ritenuto da taluni improponibile perché osceno (va detto che era talmente brutto e rozzo che se ne sono perse le tracce). Ma, nel tempo, c’è tutta una tradizione di diffidenze e proteste. A partire da quando, ai tempi della Guerra Fredda, al Festival di Locarno – forte della sua indipendenza e della neutralità svizzera – venivano invitate produzioni cinematografiche provenienti dal blocco sovietico. Sempre, le varie dirigenze del Festival hanno difeso l’autonomia di scelte del direttore del momento.
Il programma completo del 67° Festival di Locarno è consultabile su:
www.pardo.ch
Locarno si conferma festival di scoperte, ma non mancano nomi famosi. E intanto fioccano le polemiche su Polansky
31 Luglio 2014 by