Lupi, alberi, sassi. Uccelli e rogge. A Milano la natura sospesa di Marzio Tamer. Quando il dettaglio diventa poesia

MILANO, giovedì 5 ottobre ► (di Patrizia Pedrazzini) Il lupo ha gli occhi gialli. E lo sguardo diretto e pulito di chi non perdona. Può capitare di restarne ammaliati, tale è la seduzione che la sua bellezza, la sua fierezza, la libertà che ne pervade ogni fibra del corpo, riescono a esercitare. E, quando succede, può diventare un’ossessione. La stessa che si avverte davanti ai dipinti (olii, tempere all’uovo, acquerelli), di Marzio Tamer, al Museo di Storia Naturale di Milano fino al prossimo 7 gennaio. Dove il tema di questo straordinario animale, che l’artista ritrasse una prima volta nel 1994, per poi non smettere più, viene affrontato in una sorta di continua sfida a coglierne, ogni volta sempre più e sempre meglio, la maestà, l’intelligenza, il mistero.
Un’esposizione, quella dedicata al pittore originario di Schio, nel Vicentino, ma milanese d’adozione, che, forte di 62 opere, consente tuttavia una panoramica a 360 gradi sulla sua produzione. Per cui non solo lupi, ma anche altri animali (uccelli, orsi, cinghiali, cervi), ritratti senza sfondi, in una sorta di vuoto metafisico, quasi sospesi nel tempo e nello spazio. E ancora gli alberi, nudi o frondosi, ma sempre ammantati di solitudine, e i sette incantevoli paesaggi della Pianura Padana, dei suoi pallidi campi, delle sue rogge quiete, fissati in momenti indeterminati del giorno e delle stagioni. E le pietre, i sassi, le rocce e le montagne. La terra, dalla quale tutto ha origine.
Opere tutte caratterizzate da una profonda efficacia stilistica, che culmina nel gusto e nella riproduzione quasi fotografica del dettaglio. Un’attenzione quasi maniacale per i particolari, che rimanda al gusto fiammingo, agli acquerelli e alle incisioni di Dürer. Tale e tanto è il realismo con il quale Tamer affronta la riproduzione di ogni singolo filo d’erba, ogni singolo pelo di animale, ogni singola venatura di un sasso, o di un ramo scortecciato. Il risultato sono quadri che emanano cura, sensibilità, ma anche una grande pacatezza. Quadri pervasi di calma, ma anche che nascono con calma. Il tempo, la rigorosa disciplina tecnica, e un paziente lavoro preparatorio sono fondamentali per questo artista. Ed è sufficiente ammirare uno dei suoi lupi, o il “Grande Cervo”, o i “Camosci al Volaia”, o il delizioso “Luì” per rendersene conto.
Anche per questo la mostra trova perfetta collocazione nel Museo di Storia Naturale, dove l’aspetto scientifico delle collezioni civiche e l’opera poetica di un artista ben convivono in un unico ambiente ideato per accogliere, e difendere, l’anima della natura, e delle sue creature.

“Marzio Tamer. Pittore per natura”, Milano, Museo di Storia Naturale, Corso Venezia 55, fino al 7 gennaio 2018. Ingresso gratuito.
www.comune.milano.it/museostorianaturale