Mascherine, spettatori distanziati. E non più di 200 persone tra pubblico, tecnici e attori. Anche il Carcano non riaprirà

MILANO, venerdì 22 maggio(di Fioravante Cozzaglio) In questo mese di maggio avremmo dovuto portare a termine la nostra sesta stagione; il prossimo 9 giugno avremmo dovuto presentare la stagione 2020-2021.
Niente di tutto questo è accaduto e accadrà, per le note vicende epidemiche. Ma soprattutto non sappiamo quando e come il nostro lavoro e il nostro periodico ritrovarci potrà tornare alla sua tranquilla normalità.
È vero, nell’ultimo decreto si dice che i teatri potranno riaprire dal 15 giugno, ma il contesto di questa riapertura è ancora molto vago e problematico, non sufficiente per decidere con certezza come e quando riaprire l’attività.
Dietro le quinte non siamo fermi: il teatro italiano lavora ogni giorno per costruire scenari possibili, ogni giorno si discutono normative, si fanno incontri, ma il quadro è e rimane per ora quello delineato dal Comitato tecnico-scientifico:

Negli eventi organizzati in luoghi chiusi, ferme restando le misure sopra raccomandate ed in relazione alla garanzia delle misure di distanziamento richieste e dei sistemi di aerazione disponibili, il numero massimo di persone non deve superare il numero di 200. In particolare, gli spettatori dovranno mantenere la distanza tra di loro di almeno un metro ed indossare la mascherina di comunità, oltre ad evitare di accedere in presenza di sintomi respiratori e/o temperatura corporea < 37,5 C; lo stesso criterio dovrà essere applicato agli artisti, alle maestranze e a ogni altro tipo di lavoratore presente nel luogo in cui lo spettacolo si tiene.”

Duecento persone, comprese le maestranze, gli attori, le cassiere, il direttore di sala e le maschere non permettono di aprire un teatro da mille posti; le mascherine imposte anche agli attori rendono inutile ogni tentativo di fare spettacolo dal vivo. Non contestiamo le regole, che sono evidentemente necessarie, ma prendiamo atto che per ora le nostre comunità hanno difficoltà a riunirsi, che possiamo comunicare soltanto con i mezzi che la tecnologia per fortuna ci offre, che i tempi sono stati più lunghi del previsto e che da qui ai primi mesi dell’autunno dobbiamo pensare a come mantenere un minimo di rapporto.
Tra poco comunque arriverà l’estate, che tradizionalmente per noi è un momento di pausa, di manutenzione e di riflessione: adoperiamola tutti per prepararci alla stagione che verrà, ma soprattutto per imparare a convivere con questa emergenza che si trasforma in normalità.

(Fioravante Cozzaglio – direttore artistico del Teatro Carcano)