
“MISERICORDIA”, nella foto, da sin.: Manuela Lo Sicco, Leonarda Saffi, Simone Zambelli, Italia Carroccio (foto Masiar Pasquali).
MILANO, mercoledì 15 gennaio ► (di Paolo A. Paganini) – “Misericordia”, scritto e diretto da Emma Dante, in prima nazionale al Piccolo Teatro Grassi di Via Rovello. Segue, a distanza di un anno, il “senza parole” Bestie di scena. Il nuovo allestimento promette, da subito, di diventare un grosso successo stagionale, soprattutto, stando al pubblico della prima, di giovani e di donne.
Di per sé, a soppesarlo con il bilancino dell’usuraio, è uno spettacolo di 50 minuti, squilibrato nel rapporto qualità-prezzo. Ma è così denso di suggestioni, tra virtuosistici assoli e corali coinvolgimenti drammaturgici (3 attrici e un danzatore), così sovraccarico di tensioni emotive, così debordante di musicali fonemi dialettali, siciliani e pugliesi, sussurrati o recitati a mitraglia, abbastanza incomprensibili, tanto che quei 50 minuti diventano un dilatato e saziante spettacolo da lasciare gli spettatori strepitosamente conquistati da una magia senza tempo.
Veniamo all’allestimento, partendo dal titolo, che già questo ci pare provocatoriamente eversivo. “Misericordia”.
Etimologicamente, nasce da “misero”, donde “miseria”, “miserabile”, e appunto “misericordia”, e “misericordioso” (che ha cuore pietoso). E, fondamentale per il Cristianesimo, l’imperativo “miserere”, che dà il titolo al salmo penitenziale, con il quale Davide chiede perdono a Dio dei suoi peccati (“Miserere mei, Deus…”, Abbi pietà di me, o Dio…). Tutto questo, per arrivare a “misericordia”, nobile sentimento di compassione attiva verso l’infelicità altrui (dal “Devoto-Oli”), dove ci son dentro tutte le varianti di “misero”.
La definizione, con le sue varianti, ci porta dritti allo spettacolo.
Le tre donne in scena, Italia Carroccio, Manuela Lo Sicco e Leonarda Saffi, vivono in una squallida povertà, eppur felicemente rassegnate al loro inevitabile degrado e alla loro disperata solitudine. Sopravvivono, di giorno, con qualche lavoretto ai ferri, maglie e scialli, e, di notte, con qualche fuggevole marchetta. Hanno raccolto ancora in fasce e cresciuto, come fosse figlio di tutt’e tre, un ragazzo (qui, il danzatore Simone Zambelli) con gravi deficit mentali, autistico e incapace di badare a se stesso.
II ragazzo era figlio di una giovane come una di loro, messa incinta da un falegname, che tutti chiamavano Geppetto (dice qualcosa?), uomo brutale, violento e manesco, che fa nascere quel suo povero figlio a forza di bastonate alla madre, la quale muore poco dopo averlo messo al mondo.
Ma ecco, dunque, il povero ragazzo autistico evolversi come Pinocchio (la metafora) che da informe pezzo di legno, diventa burattino e infine bambino in carne e ossa. Parimenti, lo sciagurato orfano, da sgraziato minorato, grazie alle tre Fatine che l’hanno cresciuto, come tre mamme, ora è diventato grande, respirando e vivendo del loro amore, del miracolo dell’amore, perché la misericordia è soprattutto amore.
Eppure, ora, non c’è più spazio per lui in quel misero tugurio. Ora è il mondo che dovrà essere suo, o aver cura di lui, in una nuova donazione di misericordia. E con una vecchia valigia, con dentro i pochi ma importanti ricordi d’amore: la foto della vera mamma, un carillon della sua ninna nanna, un gioco infantile, si accoderà alla banda del paese. E se ne andrà…
Le tre attrici, sopra indicate, nelle loro diversità espressive, nei loro diversi caratteri, e nelle loro diverse conformazioni ponderali, sono di sconvolgente bravura.
Ma una speciale sottolineatura va doverosamente fatta all’applauditissimo (anche a scena aperta) Zambelli. Fa del suo autistico e scabroso personaggio una tarantolata performance coreografica, dove il male di vivere si sublima in una metafisica speranza di salvezza e di riscatto. O forse no. Ma è questo il messaggio finale, esaltante e commovente. E va condiviso. Anche perché avrà forse insegnato a qualcuno cos’è la misericordia.
Al sipario, applausi a non finire con tutti in scena, compresa Emma Dante.
“Misericordia”, scritto e diretto da Emma Dante. Con Italia Carroccio, Manuela Lo Sicco, Leonarda Saffi, Simone Zambelli. Al Piccolo Teatro Grassi (Via Rovello 2 – Milano). Repliche fino a domenica 16 febbraio.
Informazioni e prenotazioni 0242411889.
www.piccoloteatro.org