COMO, domenica 28 settembre
(di Carla Maria Casanova) Dicono che i giovani (e giovanissimi) di oggi, quando si riuniscono per amene seratine fanno così. Così come quello che succede in scena al Sociale di Como, nel “Don Giovanni” di Mozart, regìa di Graham Vick. L’anglosassone Graham Vick non è un cialtrone, è un fior di regista. Anzi, tra i più mondialmente noti. Però. Che don Giovanni fosse uno sciamannato, si sa. Che compisse nefandezze d’ogni genere per assecondare la sua “passion predominante per la giovin principiante”, è pure cosa nota. Però mi chiedo se è necessario interpretare le sue perversioni tradotte nel quotidiano attuale (tale pare essere, il quotidiano attuale) portando in scena una “seduta fotografica” in cui Don Giovanni impone a una ragazzetta di sfilarsi gli slip, sedersi e strusciarsi sopra una enorme torta la quale (torta) viene poi golosamente degustata da Leporello. Segue un ragazzotto che si fa accendere una sigaretta per poi bruciacchiarsi qua e là il torso con compiaciuto masochismo. Il marchese di Sade insegna. Oggi ci sono gli choking game – o giochi estremi – che tanto eccitano i ragazzi. Che c’è da stupirsi.
Si obietta anche: cinema, teatro e letteratura non fanno misteri. Perché deve farne l’opera lirica? Il punto è proprio questo. Perché l’opera lirica ha anche un altro (e preponderante) elemento da salvaguardare: la musica. Pretendere che un artista si denudi, divarichi le gambe, simuli stupri e penetrazioni con assoluto realismo o compia efferate schifezze, ci sembra comporti uno sforzo non di stretta competenza vocale. E comunque va a scapito dello spettatore, che la musica vuol ascoltare, possibilmente non distratto da visioni di sfrenato erotismo o, ancor peggio, da immagini disgustose. Detto ciò, il Don Giovanni, all’anteprima riservata ai giovani (il 90 % dei quali mai aveva visto un’opera lirica e verosimilmente non conosceva Mozart) ha ottenuto un gran successo. Mi assicurano che anche il borghese provinciale pubblico comasco dei maturi abbonati, sabato 27, inaugurazione di stagione, abbia applaudito convinto. Forse per millantare mondana conoscenza di pruriginose faccende mai immaginate.
Lo spettacolo girerà nel circuito lombardo, e altrove, da Bolzano a Fermo a Jesi a Reggio Emilia. Andrà tutto bene. Rassegniamoci. Dimenticavo: Don Giovanni, dramma giocoso di W.A.Mozart, prevede anche un direttore (José Luis Gomez-Rios, bravo, che dirige l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali) e dei cantanti (alcuni debuttanti) che fanno miracoli, assai applauditi anche loro. Ma chi se ne ricorda più. Speriamo di rivederli (e risentirli) in condizioni più consone.
“Don Giovanni” di Mozart, dopo il debutto comasco, sarà a Jesi, Teatro Pergolesi (4-5 ottobre), Pavia Teatro Fraschini (10-12); Cremona Teatro Ponchielli (17-19 ); Fermo Teatro dell’Aquila (31), Brescia Teatro Grande (7-9 novembre); Bolzano Teatro Comunale (22-23 novembre); Reggio Emilia, I Teatri (11- 13 dicembre)
Moderno Don Giovanni di Mozart: efferate schifezze, estremi esibizionismi erotici. Ah, c’è anche la musica!
28 Settembre 2014 by