VENEZIA, domenica 13 settembre ●
(di Marisa Marzelli) “Una giuria da Oscar” titolava qualche mese fa Panorama annunciando i giurati internazionali della 72ma Mostra veneziana. E non era un semplice complimento perché la maggior parte di loro gli Oscar li ha vinti davvero. A partire dal presidente, il regista messicano Alfonso Cuaron (sette statuette per il suo Gravity, che aveva inaugurato Venezia due anni fa). Poi il regista polacco Pawel Pawlikowski (Oscar quest’anno per il migliore film straniero, Ida), il regista turco Nuri Bilge Ceylan (Palma d’oro a Cannes 2014), il taiwanese Hou Hsiao-hsien (Leone d’oro a Venezia ’89 e carico di premi internazionali), la regista e sceneggiatrice britannica Lynne Ramsay, l’attrice e regista statunitense Elizabeth Banks, lo scrittore, sceneggiatore e regista francese Emmanuel Carrère, l’attrice tedesca Diane Kruger, il regista italiano Francesco Munzi. Tutta gente del mestiere e di alto livello.
Per questo il loro Palmarès, assolutamente imprevisto, ha spiazzato tutti. Soprattutto la critica italiana, che a Venezia si considera di casa ed è convinta di capire ogni cosa, intercettare ogni indiscrezione, magari influenzare i verdetti con i suoi articoli. Invece, niente. Non solo non sono filtrate anticipazioni ma il toto-premi è stato clamorosamente smentito. Brava giuria, che è andata per la sua strada senza curarsi dei rumors. Che poi il verdetto sia stato azzeccato o meno lo diranno il tempo e il pubblico. Certo è che i critici ci sono rimasti male, il Leone d’oro a Deste allà, opere prima del venezuelano Lorenzo Vigas, non l’aveva pronosticato proprio nessuno. Anzi, il film era agli ultimi posti nella classifica di gradimento dei giornalisti. I quali, un po’ stizziti, hanno evidenziato il fatto che, con un presidente della giuria messicano, il massimo premio sia andato ad un film del Venezuela e il Leone d’argento per la migliore regia ad un argentino (El Clan di Pablo Trapero).
La stampa, durante il Festival, si era concentrata sui grandi nomi in concorso (da Sukurov a Gitai, Egoyan, Skolimowski), sui titoli nazionali e su opere importanti per l’attualità del contenuto (come il documentario cinese Behemot o il film sui bambini-soldato africani Beasts of No Nation). Presumendo che la giuria avesse le medesime attenzioni. Va però ricordato che in Italia il cinema di lingua e cultura spagnola è pressoché sconosciuto, perché vengono distribuiti pochissimi film. Peggio, siccome è abbastanza noto il cinema di Almodovar, si pensa che anche tutto il resto sia colorato e surreale come le opere del regista di Donne sull’orlo di una crisi di nervi. Quanto poi alla cinematografia latino-americana, che in parte si discosta da quella spagnola, ha il gusto del melodramma (da noi considerato vecchio e superato) e in particolare ha l’ossessione di continuare a raccontare un passato che non passa. Quello delle dittature. E non aiuta che registi latinos diventati di punta, come Cuaron e Iñarritu, ormai facciano film strutturati all’americana. Ma proprio uno come Cuaron è in grado di spiegare ai suoi colleghi giurati di altri continenti le peculiarità del cinema latino. Visto il verdetto, deve averli convinti. Quanto agli altri premi, sono stati distribuiti equamente tra vari modi di fare cinema, con un’attenzione degna di nota alla commedia francese ben confezionata (Coppa Volpi della migliore interpretazione maschile al sempre bravo Fabrice Luchini e migliore sceneggiatura al film da lui interpretato L’Hermine).
L’ALBO D’ORO DEI PREMI ASSEGNATI
La Giuria di Venezia 72, presieduta da Alfonso Cuarón e composta da Elizabeth Banks, Emmanuel Carrère, Nuri Bilge Ceylan, Hou Hsiao-hsien, Diane Kruger, Francesco Munzi, Pawel Pawlikowski e Lynne Ramsey, dopo aver visionato tutti i 21 film in concorso, ha deciso di assegnare i seguenti premi:
Leone d’Oro per il miglior film a: DESDE ALLÁ (FROM AFAR) di Lorenzo Vigas (Venezuela, Messico)
Leone d’Argento per la migliore regia a: Pablo Trapero per il film EL CLAN (Argentina, Spagna)
Gran Premio della Giuria a: ANOMALISA di Charlie Kaufman e Duke Johnson (USA)
Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a: Valeria Golino nel film PER AMOR VOSTRO di Giuseppe Gaudino (Italia)
Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile a: Fabrice Luchini nel film L’HERMINE di Christian Vincent (Francia)
Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore emergente a: Abraham Attah nel film BEASTS OF NO NATION, di Cary Joji Fukunaga (USA)
Premio per la Migliore Sceneggiatura a: Christian Vincent per il film L’HERMINE di Christian Vincent (Francia)
Premio Speciale della Giuria a: ABLUKA (Follia) di Emin Alper (Turchia, Francia, Qatar).
LEONE DEL FUTURO – PREMIO VENEZIA OPERA PRIMA“LUIGI DE LAURENTIIS”
La Giuria, presieduta da Saverio Costanzo e composta da Charles Burnett, Roger Garcia, Natacha Laurent e Daniela Michel, ha assegnato il Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima (Luigi De Laurentiis) a: THE CHILDHOOD OF A LEADER di Brady Corbet (Regno Unito, Ungheria) (ORIZZONTI), nonché un premio di 100.000 USD, messi a disposizione da Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis, che saranno suddivisi in parti uguali tra il regista e il produttore.
PREMI ORIZZONTI
La Giuria, presieduta da Jonathan Demme e composta da Anita Caprioli, Fruit Chan, Alix Delaporte e Paz Vega dopo aver visionato i 34 film in concorso, ha assegnato:
il Premio Orizzonti per il Miglior Film a: FREE IN DEED di Jake Mahaffy (USA, Nuova Zelanda)
il Premio Orizzonti per la Migliore Regia a: Brady Corbet per THE CHILDHOOD OF A LEADER (Regno Unito, Ungheria)
il Premio Speciale della Giuria Orizzonti a: BOI NEON (NEON BULL) di Gabriel Mascaro (Brasile, Uruguay, Paesi Bassi)
il Premio Orizzonti per la Miglior Interpretazione a: Dominique Leborne nel film TEMPÊTE di Samuel Collardey
Premio Orizzonti per il Miglior Cortometraggio a: BELLADONNA di Dubravka Turic (Croazia)
Il Venice Short Film Nomination for the European Film Awards 2015 a:
E.T.E.R.N.I.T. di Giovanni Aloi (Francia).