A Venezia, al Museo Correr, dal 18 marzo al 4 giugno 2017, sarà esposto un eccezionale nucleo di 110 raffinatissimi disegni provenienti da una della più importanti raccolte private francesi, la collezione di Louis-Antoine e Véronique Prat, che riunisce tutti i grandi maestri dal XVII al XIX secolo, da Poussin e Callot a Seurat e Cézanne.
Il disegno è considerato, dal punto di vista degli studi della storia dell’arte, una delle esperessioni più alte che un artista possa lasciare a testimonianza della sua opera. Netto, incisivo, ricco di dettagli, o, viceversa, rapido, di getto, senza controllo e pentimenti, esso costituisce il diario più intimo dell’artista, grazie alla libertà che questa tecnica gli consente e grazie all’immediatezza alla quale affida gli umori più spontanei del suo estro creativo.
Iniziata oltre quarant’anni fa, la collezione Prat è una delle più importanti raccolte private europee di disegni antichi.
È fiorita con lo scopo di illustrare l’evoluzione della grafica francese in un arco cronologico che abbraccia oltre tre secoli, da Poussin a Cézanne, attraverso una scelta di circa 230 fogli, 110 dei quali sono esposti in mostra.
L’esposizione, allestita al secondo piano del Museo Correr, si articola in otto sezioni tematiche che accompagnano il visitatore nell’evoluzione dell’arte del disegno francese lungo tre secoli, dal XVII al XIX, attraverso i 110 fogli, realizzati con le più diverse tecniche: a matita, a china, ad acquarello e altro.
Fondazione Magnani-Rocca. Più di 100 opere di Depero, l’artista che seppe “dispensare meraviglia”
Dal 18 marzo al 2 luglio 2017 la Fondazione Magnani-Rocca ospita una grande mostra dedicata a Fortunato Depero (Fondo 1892 – Rovereto 1960) nella Villa di Mamiano di Traversetolo, presso Parma. Oltre cento opere tra dipinti, le celebri tarsie in panno, i collage, abiti, mobili, disegni, progetti pubblicitari, per celebrare il geniale artefice di un’estetica innovativa che mette in comunicazione le discipline dell’arte, dalla pittura alla scultura, dall’architettura al design, al teatro. La mostra è curata da Nicoletta Boschiero, già autrice di storiche ricognizioni su Depero, e Stefano Roffi, direttore scientifico della Fondazione. Il futurista Depero si è schierato contro i modelli comuni provocando la rottura di schemi obsoleti grazie ad un lavoro creativo che, oltre all’estro, ha richiesto tempo, sapienza, organizzazione. Spirito di sacrificio abbinato alla volontà un po’ folle di andare oltre il limite, dettando regole nuove in continuo mutamento: ancor oggi l’artista ci appare come dispensatore di meraviglia. La mostra è articolata in cinque capitoli: Irredentismo e futurismo. La formazione alla Scuola Elisabettina e l’adesione futurista; Teatro magico. Chant du rossignol, Balli plastici, Anihccam; La Casa del mago. La produzione artistica tra design e artigianato; New York. Depero Futurist House; Rovereto. Verso il museo. L’esposizione prende avvio dai primi passi dell’artista in Irredentismo e futurismo, dagli esordi roveretani fino al periodo romano quando, nel 1915, firma con Giacomo Balla il manifesto Ricostruzione futurista dell’universo, che custodisce il sogno di un’opera d’arte totale, capace di inglobare tutti i linguaggi della ricerca artistica. E si conclude quando, negli anni Cinquanta, al ritorno da un secondo viaggio negli Stati Uniti, l’artista progetta e realizza, grazie anche alla collaborazione del Comune di Rovereto, il primo museo futurista, insolita e originale consacrazione della sua opera.
Fondazione Magnani-Rocca, via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma)
Info: www.magnanirocca.it
Il Delta del Po e le terre del Polesine negli anni Cinquanta. Cento preziose foto di Pietro Donzelli
Pietro Donzelli. Terra senz’ombra. Il Delta del Po negli anni Cinquanta, è il titolo della mostra che, per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Palazzo Roverella, a Rovigo, propone dal 25 marzo al 2 luglio, a cura di Roberta Valtorta.
Piero Donzelli (Monte Carlo, 1915 – Milano, 1998) ha testimoniato l’Italia dal Dopoguerra agli anni Sessanta, il passaggio dalla società rurale e preindustriale alla società dei consumi. Fotografo, ricercatore, collaboratore di riviste specializzate e curatore di mostre, Donzelli è stato una figura determinante per la diffusione della cultura fotografica nel nostro Paese. È grazie alla sua attività che sono state presentate in Italia, per la prima volta, opere di Dorothea Lange, di Alfred Stieglitz, dei fotografi della Farm Security Administration. A partire dal 1948 è stato tra i fondatori e gli animatori della rivista “Fotografia” e dal 1957 al 1963 è stato redattore e poi condirettore dell’edizione italiana di “Popular Photography” e nel 1961 e 1963 ha curato, con Piero Racanicchi, due volumi di “Critica e Storia della Fotografia” sui più importanti fotografi della storia. Nel 1950 è stato tra i fondatori dell’Unione Fotografica (Associazione Internazionale Manifestazioni Fotografiche), che aveva tra i suoi obiettivi quello di spostare l’attenzione sul realismo in fotografia, promuovere manifestazioni di livello internazionale e sostenere la fotografia italiana all’estero. Ha lavorato su Milano, Napoli, la Calabria, la Sicilia, la Sardegna, il paesaggio toscano (serie Crete senesi) ma soprattutto, dal 1953 al 1960, sul Delta del Po e le terre del Polesine, alle quali ha dedicato una grande e importante ricerca dal titolo Terra senz’ombra. Questa mostra presenta per la prima volta più di cento fotografie di questa serie, molte delle quali assolutamente inedite.
Info: www.palazzoroverella.com