Mozart rivisitato dal genio di Strehler. Perfetto, onesto. Troppo. Ma sul podio Daniel Harding. E tanta bella musica

MILANO, domenica 27 giugno ► (di Carla Maria Casanova)È tornata alla Scala l’opera “di presenza” (con tutte le precauzioni, distanze ecc), e il pubblico, che da domani potrà circolare senza maschera, all’aperto s’intende e fino a nuovo ordine, ha fatto finta di ritrovarsi come sempre. Ma qualcosa è cambiato. Speriamo che si torni davvero come prima. Ad ogni modo, grande successo.
In scena “Le nozze di Figaro” di Mozart. Si tratta di uno spettacolo storico, datatissimo: 1981, esattamente quarant’anni fa. Le mitiche “Nozze”, “montate” dal binomio Muti-Strehler, scene di Ezio Frigerio, costumi di Franca Squarciapino. Fu un evento epocale. L’allestimento, riesumato ora nel centenario della nascita di Giorgio Strehler, è già stato ripreso in nove passate stagioni. Nelle prime sei, diretto da Muti. È spettacolo perfetto, secondo la più onesta tradizione, ambienti realistici, bei costumi settecenteschi. Un letto è un letto, una sedia una sedia e così via. Naturalmente il tutto rivisitato dal genio teatrale di Strehler, con tagli e luci superbe. Colori dominanti della scena bianco e ocra. Elegantissimo. L’allestimento è rimasto immutato, ma la regìa, nelle ultime quattro riprese come nella attuale, è firmata da Marina Bianchi.
Adesso io cado in un imbarazzo profondo perché cos’è che non va? Tutto funziona alla perfezione. Ed è molto bello. Forse è troppo scontato. Magari un tantino scolastico. Non c’è thrilling, non c’è “glamour”. Ma quando mai c’è thrilling in Mozart? Magari è stato il percepire qualche sbavatura nella regìa (a furia di riprenderla diventa un capo colorato andato in macchina per infinti lavaggi. Finisce per stingersi un po’). Ci sono per esempio gesti, mossette, controfigure che non ci son parse appartenere allo spettacolo originale.
Poi c’è – ma questo è un fatto mio personale – il quasi insopportabile cumulo di situazioni aberranti e di recitativi (secchi e non) dell’opera buffa. In tutto il libretto (e sì che è di Lorenzo da Ponte!) emerge una battuta spiritosa: quando Antonio il giardiniere lamenta di aver visto saltare dalla finestra un ragazzo che avrebbe distrutto i suoi gerani. “(Cherubin), da Siviglia a cavallo qui giunto”, conferma Figaro. E Antonio “Questo no, che il cavallo io non vidi saltare di là”. Si sorride all’ingenua sortita. Su tre ore di spettacolo non è moltissimo per opera buffa.

A queste Nozze è tuttavia rimasto vivo l’atout dell’edizione musicale – ovviamente rinnovata per intero. Fin dalla primissima battuta si avverte che sul podio sta uno che conosce il mestiere. È Daniel Harding, giovane rivelazione oramai assurto a una splendida maturità. Una direzione rapida, stringata, asciutta, ma anche affettuosa e confortevole ove richiesto. Tanta bella musica servita con grande ricchezza di contrasti.
Il corposo cast vocale porta nomi conosciuti e non, tutti all’altezza.
Atteso Luca Micheletti (Figaro) al suo debutto scaligero. Forse un po’ troppo esuberante nella recitazione (ha fatto molto teatro), straripante di vivace complicità con la promessa sposa Susanna, ma ampia e sicura è la linea vocale.
Gli altri sono: l’inglese Simon Keenlvside, veterano della parte del conte Almaviva, e la tedesca Julia Kleiter sua moglie (la quale altri non è se non la Rosina del “Barbiere”, fatta contessa, ma già sottoposta alle pene del maritale tradimento); Rosa Feola, una Susanna consapevole, non più vanesia servetta; Svetlina Stoyanova notevole nella parte di Cherubino; Anna Doris-Capitelli, Andrea Concetti e Matteo Falcier i tre del losco terzetto, Marcellina, don Bartolo, don Basilio; Paolo Nevi (don Curzio) solista dell’Accademia Teatro alla Scala); Caterina Sala nel fugace innocente ruolo di Barbarina, e Carlo Cigni, il giardiniere dalla battuta spiritosa.
Grande successo come si è detto.

Teatro alla Scala, Milano: “LE NOZZE DI FIGARO”, di Wolfgang Amadeus Mozart. Direttore Daniel Harding. Regia Giorgio Strehler, ripresa da Marina Bianchi. Scene Ezio Frigerio. Costumi Franca Squarciapino. Repliche: martedì 29 giugno, giovedì 1 luglio.

Infotel 02 72 00 37 44.
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