“Mrs. Fang”, del cinese Wang Bing, vince il Pardo d’oro. Piazza Grande? Debolina. Ma poi arrivano gli americani

Wang Bing, vincitore del Pardo d’oro con “Mrs. Fang”, un film sugli ultimi giorni di una malata di Alzheimer

LOCARNO (CH), sabato 12 agosto – NOSTRO SERVIZIO ► (di Marisa Marzelli) ● Premiare un’opera sperimentale, di solito noiosissima per il grande pubblico, o una che privilegia i contenuti, meglio ancora se emotivamente coinvolgenti? La giuria internazionale, presieduta dal regista francese Olivier Assayas, ha emesso il suo verdetto.
Tra i 18 film in competizione, il Pardo d’oro è andato a Mrs. Fang del regista cinese Wang Bing. L’autore, che ha già all’attivo una decina di documentari, è noto per filmare realtà marginali o minimaliste con sguardo da entomologo. Nel caso specifico, gli ultimi giorni di una malata di Alzheimer.
Premio speciale della giuria al brasiliano As boas maneiras (Le buone maniere), che in chiave quasi da telenovela horror affronta il tema del “diverso” trattato e temuto come un mostro.
Pardo per la migliore regia a 9 dita, collage di stilemi noir ed espressionisti del regista francese F. J. Ossang.
Più tradizionali (e forse perciò più facilmente condivisibili dal grande pubblico) i premi per i migliori interpreti: andati al giovane Elliott Crosset Hove per Vinterbrodree, alla sempre brava Isabelle Huppert – qui nel ruolo per lei insolito di un’insegnante dimessa che non sa farsi rispettare dagli allievi – in Madame Hyde.
Ma il Festival, che quest’anno sulle rive del Verbano, ha festeggiato il 70mo anniversario prima con giornate caldissimee poi sotto pioggia e temporali, non ha esaurito il suo interesse con i film in concorso; un occhio di riguardo è riservato al programma serale di Piazza Grande, platea sotto le stelle per circa 8.000 spettatori. Il cartellone della Piazza è delicato da allestire, come ben sa il direttore artistico Carlo Chatrian, il cui mandato è stato prolungato sino al 2020.
Quest’anno la Piazza si è rivelata debolina, già dalla serata d’apertura con il francese Demain et tous les autres jours di Noémie Lvovsky, anche interprete a fianco di Mathieu Amalric; non meglio il franco-belga Lola Pater di Nadir Moknèche, storia di un giovane immigrato mediorientale che a Parigi va alla ricerca del padre, di cui da anni ha perso le tracce. Sorpresa: il padre è diventato una matura e bella signora. Il ruolo è affidato a Fanny Ardant, la quale non spreca un minuto per immedesimarsi in un’attrice che interpreta un uomo, il quale ha cambiato sesso. Niente doppio salto mortale, la Ardant fa la Ardant, incarnando solo il suo glorioso passato di musa di Truffaut e di una stagione del cinema francese.
Un po’ meglio, invece, il pugile al tramonto di Mathieu Kassovitz in Sparring di Samuel Jouy.
Debolezze strutturali in Iceman (coproduzione tra Austria, Germania, Italia girata sulle Alpi Venoste), fiction che immagina la vita di un capo di 5.300 anni fa, un personaggio come Ötzi (la mummia del Similaun), il reperto antropologico ritrovato nel 1991.
Accolto tra perplessità e qualche stroncatura il franco-belga Chien, su un uomo mite che la violenza della società odierna porta simbolicamente a fare una vita (alla lettera) da cane.
Nel primo weekend, come da tradizione, è stato proiettato un titolo italiano: Amori che non sanno stare al mondo di Francesca Comencini. Piacevole (per chi apprezza la commedia italiana) ma senza troppo impegno e con due volti televisivi come Lucia Mascino (Una mamma imperfetta) e Thomas Trabacchi (la serie Non uccidere).
Per reggere l’impatto visivo con l’enorme schermo della Piazza ci vogliono allora le produzioni americane. Oltre al blockbuster Atomic Blonde (qui la recensione) si sono visti la commedia romantica The Big Sick, storia d’amore, tratta dalla vera vicenda dei due sceneggiatori, tra un immigrato pachistano e una bionda studentessa statunitense e (in seconda serata) Good Time dei fratelli Ben e Joshua Safdie, la rivelazione del concorso di Cannes: adrenaliniche peripezie di due fratelli piccoli criminali nella New York dei quartieri bassi. Come titolo di chiusura, Gotthard – One Life, One Soul, documentario sui Gotthard, la più famosa rockband svizzera.
Al seguito dei film o per ricevere specifici riconoscimenti alla carriera, personaggi più o meno noti al grande pubblico. Dallo svizzero Michel Merkt, premiato come produttore dell’anno (c’è lui dietro il grande successo e la candidatura all’Oscar dell’animazione elvetica La mia vita da Zucchina), a Nastassja Kinski, che ha fatto i capricci per essere intervistata. Dall’attore americano Adrien Brody (Il pianista di Polanski, Bread and Roses di Ken Loach, tanto per fare due titoli) al regista americano Todd Haynes, soli sette film, quasi tutti di culto, in un quarto di secolo (Velvet Goldmine, Lontano dal paradiso, Io non sono qui, Carol, ecc.).
Premio alla carriera all’anziano regista francese Jean-Marie Straub, autore di un cinema radicale, intellettuale e anticommerciale.

PARDI, PREMI E RICONOSCIMENTI DEL FESTIVAL CINEMATOGRAFICO DI LOCARNO

► CONCORSO INTERNAZIONALE
Pardo d’oro
MRS. FANG di WANG Bing, Francia, Cina, Germania
Premio speciale della giuria
AS BOAS MANEIRAS di Juliana Rojas, Marco Dutra, Brasile, Francia

Pardo per la miglior regia
J. OSSANG per 9 DOIGTS, Francia, Portogallo
Pardo per la miglior interpretazione femminile
ISABELLE HUPPERT per MADAME HYDE di Serge Bozon, Francia, Belgio

Pardo per la miglior interpretazione maschile
ELLIOTT CROSSET HOVE per VINTERBRØDRE di Hlynur Pálmason, Danimarca, Islanda

► CONCORSO CINEASTI DEL PRESENTE

Pardo d’oro Cineasti del presente
3/4 (Three Quarters) di Ilian Metev, Bulgaria, Germania

Premio speciale della giuria Ciné+ Cineasti del presente

MILLA di Valerie Massadian, Francia, Portogallo

Premio per il miglior regista emergente – Città e Regione di Locarno

KIM DAE-HWAN per CHO-HAENG (The First Lap), Corea del Sud

Menzioni Speciali

DISTANT CONSTELLATION di Shevaun Mizrahi, Stati Uniti, Turchia, Paesi Bassi
VERÃO DANADO di Pedro Cabeleira, Portogallo

► SIGNS OF LIFE

Signs of Life Award electronic-art.foundation per il miglior film
COCOTE di Nelson Carlo De Los Santos Arias, Repubblica Dominicana, Argentina, Gemania, Qatar

Fundación Casa Wabi – Mantarraya Award
DANE KOMLJEN per PHANTASIESÄTZE, Germania, Danimarca

Menzione Speciale
ERA UMA VEZ BRASÍLIA di Adirley Queirós, Brasile, Portogallo

► FIRST FEATURE

Swatch First Feature Award (Premio per la migliore opera prima)
SASHISHI DEDA (Scary Mother) di Ana Urushadze, Georgia, Estonia

Swatch Art Peace Hotel Award
METEORLAR (Meteors) di Gürcan Keltek, Paesi Bassi, Turchia

Menzione Speciale
DENE WOS GUET GEIT (Those Who Are Fine) di Cyril Schäublin, Svizzera

► PARDI DI DOMANI

Concorso internazionale
Pardino d’oro per il miglior cortometraggio internazionale – Premio SRG SSR
ANTÓNIO E CATARINA, di Cristina Hanes, Portogallo

Pardino d’argento SRG SSR per il Concorso internazionale
SHMAMA di Miki Polonski, Israele

Nomination di Locarno agli European Film Awards – Premio Pianifica
JEUNES HOMMES À LA FENÊTRE, di Loukianos Moshonas, Francia

Premio Medien Patent Verwaltung AG
KAPITALISTIS di Pablo Muñoz Gomez, Belgio, Francia

Menzione Speciale
ARMAGEDDON 2, di Corey Hughes, Cuba

► CONCORSO NAZIONALE

Pardino d’oro per il miglior cortometraggio svizzero – Premio Swiss Life
REWIND FORWARD di Justin Stoneham, Svizzera

Pardino d’argento Swiss Life per il Concorso nazionale
59 SECONDES, di Mauro Carraro, Svizzera

Best Swiss Newcomer Award
LES INTRANQUILLES, di Magdalena Froger, Svizzera