“Note di cucina”, con tre esilaranti esegeti della follia mangereccia. Feroce satira del consumismo e dello spreco

MILANO. Da sin.: Massimiliano Speziani, Monica Bonomi e Mario Sala, in scena all’Out Off con “Note di cucina” di Rodrigo Garcia

MILANO. Da sin.: Massimiliano Speziani, Monica Bonomi e Mario Sala, in scena all’Out Off con “Note di cucina” di Rodrigo Garcia

MILANO, domenica 10 maggio  ♦
(di Paolo A. Paganini) Un assurdo, impazzito “artusi” di cucina teatrale, tra speziati manicaretti e ricette da voltastomaco, torna, dopo una decina d’anni, all’Out Off. Gli ingredienti si sono conservati bene. Anzi, con il passare del tempo, e in concomitanza con il glorioso parco dei divertimenti gastronomici dell’Expo, “Note di cucina”, dell’argentino Rodrigo Garcia, acquista oggi una più intensa pregnanza.
Garcia proviene da un’infanzia nella più misera periferia di Buenos Aires. Confessa che in questo su lavoro era “ossessionato dall’idea del benessere di pochi confrontato con la disperazione di molti”. L’ossessione è dunque contro i dannati dello spreco. Ma, come satira e ironico contrappasso, la struttura dello spettacolo è sottilmente pervasa dall’apologia del cibo, in odio dichiarato a ogni sospetto di anoressia o di inappetenza: un delirante pamphlet tra l’assurdo e il comico, dove la denuncia ha l’agro sapore del sarcasmo e l’accusa si connota d’ironia.
In scena all’Out Off su una scena fatta di poco niente, con dei maxi schermi come quinte su cui autoproiettarsi facce sghimbesce o smorfie d’effetto, i tre interpreti, in un’ora e quaranta senza intervallo, offrono uno stralunato impatto d’incredibili scioglilingua e di prodigiosa abilità mnemonica: Mario Sala (un raffinato “diseur” di irridente mordenzatura satirica: irresistibile il suo monologo contro i danni della scuola…, e allora manda tutte le mattine in classe il proprio bambino ubriaco di vermut e anice, ma rigorosamente con ghiaccio!), Massimiliano Speziani (dalla clownesca mimica in un eloquio a mitraglia dove il piacere dell’assurdo ha il gusto devastante d’un allucinogeno: si veda l’“occupazione” della suite d’un lussuoso albergo, che, con furia devastatrice, tramuta in un’arca-di-noè di oche asini cani e altri esemplari di varia animalità) e Monica Bonomi (dolente e straziata in un personaggio, tutto costruito all’interno d’un intenso ricettario di storie umane, sentimentali, familiari, come distaccato controcanto alle estroverse pazzie dei suoi deliranti compagni). Tutti e tre bravissimi.
Alla base d’un percorso drammaturgico, che sembra più che altro cucito come tanti episodi a tema, scritti a puntate per qualche domenicale, sta l’eccesso, il paradosso, l’apologia della voracità e del consumismo, secondo l’equazione che il comportamento degli uomini è in rapporto con la qualità – e quantità – del cibo ingurgitato, nella santificazione dietologica che siamo quello che mangiamo. E siccome il bere e il mangiare scaricano altrettante endorfine di effimera felicità, come ogni droga (ah, i santi anacoreti che vivevano d’aria!), il perfetto mangiatore, perennemente in crisi d’astinenza, è in perpetuum condannato a una insaziabile voracità con “dosi” che non bastano mai. Le stesse ricette, dunque, esibite con voluttà scenica in queste “note di cucina”, ricalcano il delirante piacere dell’eccesso in una polifonica libido di scemenze mangerecce da non prendersi alla lettera: Testicoli di agnello alla panna! Zuppa di capperi! Succo di mucca, etcetera!
Esilaranti esegeti della follia mangereccia, del parossismo gastronomico, del fanatismo cucinario, dell’alterazione comportamentale, i tre interpreti rimarranno in scena all’Out Off tutto il mese. Da non perdere. E se poi volete un supplemento di divertimento, godetevi queste “Note di cucina” come parodia dell’EXPO. Non sarà un esercizio sprecato.

“Note di cucina”, di Rodrigo Garcia, regia di Lorenzo Loris. In scena all’Out Off, Via Mac Mahon 16, Milano. Nei giorni 13, 20, 26 e 31 maggio sono previsti,prima dello spettacolo, incontri con chef, consulenti, scrittori e giornalisti. Repliche fino a domenica 31.