(di Andrea Bisicchia) – Edgar Morin ha superato i cent’anni ed è un esempio di lucidità impressionante, tale da permettergli di continuare a scrivere libri e a porsi come punto di riferimento per chi volesse confrontarsi con le sue idee sull’etica, sulla politica, sul concetto di società ed ora sulla guerra. Morin è la dimostrazione vivente di cosa debba essere il cervello, un organo muscolare che, se lo si allena in continuazione, rimane sempre giovane. In Italia, l’esempio più evidente è stato quello di Gillo Dorfles, il cui cervello è rimasto lucido fino a pochi giorni dalla sua morte.
L’ultimo libro di Morin, edito da Raffaello Cortina, è “Di guerra in guerra. Dal 1940 all’Ucraina invasa”, nel quale uno dei pensatori più importanti del nostro secolo analizza il passato e il presente in funzione del futuro, utilizzando la categoria della guerra per dimostrare come tutte le guerre, dal 1940 a oggi, e non solo, in fondo si somiglino avendo in comune non soltanto i crimini, le menzogne, i campi di morte, la criminalizzazione del nemico e, infine, la spregevole propaganda.
A suo avviso, non è mai pensabile che la guerra sia un bene, perché “La guerra del Bene comporta in sé del Male”. Edgar Morin espone le sue considerazioni in tredici brevi capitoli, in uno dei quali parla di guerra come isteria, da ritenere come una vera e propria nevrosi, che ha il potere di sconvolgere la mente di tanti piccoli uomini feroci, i quali, sia in formato dittatura, sia in quello della falsa democrazia, o di un tenace imperialismo, decidono cosa sia per loro il Bene o il Male e, soprattutto, decidono della vita di milioni di persone costretti a obbedire ai loro ordini.
Non esiste alcun dubbio che tutti coloro che dichiarano guerra siano affetti di disturbi psichici e che, proprio con le loro menti malate, inventano l’odio per il nemico, creandolo con la falsa propaganda. È proprio lo scatenarsi dell’odio che trasforma il nemico in criminale, per cui tutto è possibile, anche uccidere gli inermi, i vecchi, i bambini, e le loro mamme. Ogni guerra, sostiene Morin, per sua natura, per l’isteria che la contraddistingue, alimentata, superficialmente, dai media, con una propaganda unilaterale, comporta un tasso di criminalità che va al di là dell’azione strettamente militare, tanto che si arriva a estendere l’odio, non solo nei confronti del popolo, ma anche della sua cultura. Tutto ciò, osserva Morin, è colpa della radicalizzazione dei conflitti, sempre in cerca di “soluzioni finali”, e degli ipernazionalismi.
Dal 1948 al 2022, sottolinea Morin, la radicalizzazione ha creato Stati ipernazionalisti, come quelli di Tito e di Israele, favorendo l’assetto dei i due imperialismi, quello americano e quello sovietico.
Tutte le guerre, sembra urlare Morin, sono costruite su errori e illusioni umane, questo accade anche quando le civiltà raggiungono momenti di elevato sviluppo scientifico e tecnologico, sviluppo che, alla fine, viene trasformato in sottosviluppo etico-politico, causa delle guerre di oggi che, a loro volta, possono trasformarsi in guerre planetarie. Scrive Morin: “Nella società della conoscenza, siamo diventati tutti ciechi”, anche perché, le società di oggi, sono sottoposte a un altro tipo di guerra che è quello dell’inflazione, pronta a favorire le crisi delle democrazie e le future catastrofi economiche.
La verità è che l’uomo, da quando è nato, non sa vivere in pace, essendo un animale bellico, perciò, crea dei nemici per difendere la propria identità. Nella guerra Russo-Ucraina, secondo Morin, tutti stanno a guardarla dai loro comodi divani, la vivono attraverso le immagini televisive, limitandosi a spedire armi per rendere ancora più drammatico lo spettacolo della guerra. C’è chi dice che bisogna combattere fino alla fine, ma alla fine di che cosa?
La situazione si mostra alquanto incerta, si possono avanzare due improbabilità, ovvero che la Russia possa occupare tutta l’Ucraina, o che l’Ucraina, cosa impossibile, possa invadere la Russia. Tutto ciò aumenta l’isteria di guerra, amplifica le congiunture e si può arrivare al pericolo nucleare. Per Morin, questa guerra provoca una crisi che si estenderà a quella ecologica, economica, ma che potrà essere anche crisi di civiltà e di pensiero.
Siamo, ormai, fuori tempo massimo, più la crisi si aggrava, più la pace è difficile da concludere.
“DI GUERRA IN GUERRA. DAL 1940 ALL’UCRAINA INVASA”, di Edgar Morin – Cortina Raffaello Editore 2023 – pp. 104 – € 12.