(di Patrizia Pedrazzini) È almeno dai tempi di “Tre uomini e una culla” (1985) che il tormentone dello scapolo impenitente che si ritrova suo malgrado e improvvisamente papà di una bimbetta di pochi mesi, ciclicamente, ma inevitabilmente, ritorna. E i contenuti dell’amena, divertente, per qualcuno anche commovente, vicenda non è che cambino granché.
Ora è la volta di “Famiglia all’improvviso – Istruzioni non incluse” (brutta traduzione dell’originale “Demain tout commence”), del francese pluri-figlio d’arte (papà produttore, nonno attore, nonna attrice e produttrice) Hugo Gélin. In breve, la trama.
Samuel (Omar Sy, “Quasi amici”, “Mister Chocolat”) è un bambinone cresciuto che se la spassa alla grande in un villaggio della Costa Azzurra, fra donne, sole, mare e nottate folli nei club della zona. Tutti, e tutte, gli vogliono bene. E, quanto a lui, zero pensieri. Un giorno arriva una biondina slavata (Clémence Poésy, Fleur Delacour in “Harry Potter”, Natascia nella miniserie tv del 2007 “Guerra e pace”) che gli mette in braccio una bambina di tre mesi, Gloria, e gli dice: “Questa è tua figlia”. Dopodiché se ne va, non senza avergli chiesto i soldi per il taxi. Samuel la cerca, perde il lavoro e la bella vita, finisce a Londra, dove per fortuna trova un buon amico produttore, nonché gay, che lo aiuta facendolo lavorare come stuntman. E intanto cresce la bambina, come può e come sa, ma con amore e con tutta la serenità e l’allegria che sa trasmettere. E poco importa se la piccola non va benissimo a scuola. Otto anni dopo, quando i due ormai sono inseparabili, la biondina slavata ritorna: forse ha sbagliato, forse adesso è meno confusa, forse ha capito, magari può farsi perdonare, in fondo è sua madre…
Finirà in tribunale, e pure con la richiesta, da parte della donna, di un test di paternità (che Samuel perderà perché, beffa delle beffe, Gloria non è nemmeno sua figlia), ma a Gélin tanto “déjà vu” non basta: gli serve un finale che più melodrammatico non si può. E qui ci fermiamo. Perché va bene tutto, ma il messaggio strappalacrime è difficile anche da raccontare.
Pare che il film, in Francia, sia già campione di incassi. E in realtà tenerezza, umorismo e commozione sono un buon mix al botteghino. Per non parlare di Omar Sy, perfetto nel raccontare una storia o esprimere un travaglio interiore solo con la forza della mimica facciale. Peccato solo che qui sembri la versione europea di Eddie Murphy.
Alla fine, a parte la piccola Gloria Colston, che interpreta con bravura, serietà e misura la parte della bambina divisa tra mamma e papà, e proprio per questo più matura e responsabile dei maldestri genitori, il migliore di tutti Antoine Bertrand. Il semi-sconosciuto (da noi) attore canadese che dà corpo, volto e voce, a Bernie, l’amico omosessuale, teneramente convinto che tutti i bei ragazzi che incontra provino interesse per lui (ovviamente non è vero, ma lui non se la prende), sinceramente affezionato a Gloria, alla quale negli anni fa da secondo padre, da zio, da quello che si vuole, comunque da uno che c’è.
Ecco, forse, “Famiglia all’improvviso” avrebbe voluto, o potuto, toccare temi un po’ meno superficiali e un po’ più attuali, come per esempio quello delle famiglie di fatto o dei genitori adottivi gay. Ma non lo ha fatto. Il risultato è un film divertente nella prima parte, ansioso nella seconda, stonato nel finale.
Omar Sy papà all’improvviso. Ancora la vecchia storia dello scapolone e della bimbetta. Ma con finale strappalacrime
18 Aprile 2017 by