(di Andrea Bisicchia) – Non c’è città, non c’è borgo d’Italia, ove non si trovi una manifestazione dedicata a Dante, sia di tipo professionale che amatoriale. Attori, attrici, registi, giornalisti, scrittori, saggisti, ciascuno a suo modo, ha cercato di dare un contributo al di là, persino, delle proprie competenze. Ma, come è noto, le competenze, oggi, non hanno alcun valore.
Negli anni Novanta, si verificò qualcosa in più, nel senso che poeti come Giudici, Sanguineti, Luzi riscrissero le tre Cantiche, tanto che Federico Tiezzi ha deciso, in occasione del settecentesimo anno della morte, di riproporre il “Purgatorio” di Luzi, c’è, inoltre, da dire che, sempre negli stessi anni, attori come Gassman, Albertazzi, Bene facevano a gara a dimostrare chi era più bravo a recitare i versi del sommo poeta. Erano grandi attori, tanto da perdonare, persino, il loro birignao.
Sulle pagine di questo giornale, abbastanza recentemente, ci siamo occupati di un libro importante, “Le donne di Dante “ di Marco Santagata, edito dal Mulino, frutto di anni di ricerche e non di superficialità e di improvvisazioni, oggi ci occuperemo di un libro, altrettanto importante, che Adelphi ha voluto ristampare, “Dante esoterico”, di René Guénon, noto orientalista, che partendo da alcuni versi del Canto IX dell’Inferno, “O voi che avete li ‘ntelletti sani / mirate la dottrina che s’asconde / sotto ‘l velame de li versi strani” (v. 61-65), ha riscontrato in essi un significato nascosto, strettamente dottrinale, e, quindi, misterico, simbolico e allegorico, al contrario di altri studiosi che hanno fatto riferimento a un significato morale. Forte di questa sua interpretazione, Guénon sostiene che le tre Cantiche siano da leggere come un percorso iniziatico che, dal mondo infernale, abitato da persone che non hanno ricevuto alcuna iniziazione, si passa al Purgatorio, luogo delle prime prove iniziatiche, per arrivare al Paradiso, sede degli “Illuminati”, dei Principi celesti che sarebbero, a suo avviso, identificabili con uno de sommi gradi della massoneria.
La lettura di Guénon si muove tra procedimenti simbolici e procedimenti analogici, essendo egli convinto che Dante sia stato membro di un ordine iniziatico e che la Commedia abbia avuto un compito ben preciso, quello di lasciare, ai posteri, un messaggio dottrinale, nascosto all’interno dei versi, che, a sua volta, sarebbe ricco di parallelismi ermetici, le cui parole potranno essere comprese soltanto da iniziati che sappiano leggere i testi sacri con i loro valori simbolici. Il simbolo, appartenendo a una forma archetipale, contiene, in sé, una dimensione esoterica, oltre che sacra e filosofica, essendo i suoi testi di riferimento, quelli religiosi, mitici, leggendari, fiabeschi.
A dire il vero, esistono due tipi di insegnamento simbolico, quello essoterico e quello esoterico, il primo viene dato in forma diretta e non esige spiegazioni, il secondo pretende l’accesso al significato e poiché la dimensione esoterica è sacra, esige una iniziazione, i cui significati rivelano aspetti profondi che sfuggono a qualsiasi conoscenza e che riportano alla luce i significati nascosti dell’esistenza, oltre che le ombre, gli abissi, gli enigmi, i segreti della nostra psiche.
Il volume è diviso in nove brevi capitoli, lungo i quali Guénon traccia dei parallelismi tra Dante, il Rosacrocianesimo e i Templari, quelli che gli esoteristi analizzano in base allo studio della simbologia, dell’alchimia e della spiritualità.
Non mancano i rapporti tra il viaggio di Dante con quello dei suoi precursori, a cominciare da Virgilio, ma anche con quelli che appartengono alla letteratura indiana e islamica, ai quali si collega per l’uso dei cicli cosmologici, oltre che numerici, in particolare per il numero tre, dato che tre sono i principi massonici (libertà, eguaglianza, fratellanza), tre sono le virtù teologali (fede, speranza, carità ), tre sono gli elementi alchemici (zolfo, mercurio e sale), necessari per creare La Grande Opera, tre sono le Cantiche, scritte in terzine.
Non dobbiamo, inoltre, dimenticare che il viaggio di Dante avviene durante la Settimana Santa, il momento dell’anno liturgico che corrisponde all’equinozio di primavera che, a sua volta, è il periodo riservato all’iniziazione dei Catari che, secondo Guénon, si compie secondo “l’asse spirituale” del mondo, tanto da poterne avere una visione autentica e totale.
René Guénon: “L’esoterismo di Dante”, Piccola Biblioteca Adelphi 2001- pp. 105. € 10.