(di Marisa Marzelli) È in arrivo una nuova ondata di film dedicati ai supereroi. Il materiale fumettistico da cui attingere non manca. I personaggi famosi di carta sono tanti, di ogni specie e amano i crossover, cioè quegli incontri-incroci di storie pieni di rimandi narrativi. Ora si parte con Batman versus Superman, incentrato su due leggendari fumetti della casa editrice DC Comics. A maggio arriveranno i personaggi della scuderia Marvel con Captain America: CivilWar, seguiranno a ruota le nuove avventure dei mutanti con X-Men: Apocalisse diretto da Bryan Singer.
Inventare nuove storie attorno agli iconici personaggi non è difficile; come sostiene Spider-Man, assurto a ideologo della tribù degli eroi da fumetto: “da un grande potere derivano grandi responsabilità”, cosa che permette agli sceneggiatori di sbizzarrirsi in mille direzioni. Più difficile è che queste sceneggiature abbiano consistenza, dato che oggi i cinefumetti americani devono sottostare – in quanto blockbuster – al diktat della massima spettacolarità e facilità di comprensione per un pubblico il più ampio possibile. Per Batman versus Superman si parla di costi vertiginosi: 250 milioni di dollari di produzione, più 150 milioni di promozione. E si ipotizza un veloce incasso di almeno un miliardo, altrimenti risulterà un pessimo investimento. Perciò il battage è a tappeto e il film esce contemporaneamente in molti Paesi (da noi con due giorni d’anticipo rispetto al mercato statunitense).
Batman versus Superman – Dawn of Justice è il sequel de L’uomo d’acciaio (2013), primo capitolo del progetto DC Extended Universe, un universo cinematografico condiviso previsto in più episodi. Alla regia di nuovo Zack Snyder (L’alba dei morti viventi, 300) coproduttore Christopher Nolan, regista della trilogia del Cavaliere oscuro. Confermato come Superman Henry Cavill, mentre il nuovo Batman è interpretato da Ben Affleck.
Il titolo è in parte fuorviante, dato che la contesa tra i due supereroi è solo una parte della storia e rapidamente i due si alleano per far fronte a nemici comuni. Superman, l’alieno venuto dal pianeta Krypton, e Batman, il magnate dalla doppia vita, vigilante di Gotham City, sono entrambi protettori della società, votati al bene ma non senza lati oscuri. Riassunti rapidamente alcuni antefatti, Superman è diventato un raddrizza torti troppo potente, un messia per alcuni ma un pericolo per altri, che vedono messa in dubbio la democrazia affidandosi acriticamente ad un unico protettore. Tra gli oppositori, almeno in un primo tempo, c’è Batman. L’avvio si presterebbe ad alcune riflessioni anche di natura filosofica, visto che Superman si muove in un contesto dove gli atti terroristici si susseguono, ma questo spunto viene ben presto abbandonato per far posto ad altre sottotrame. Si mantiene invece il rapporto speculare tra i due supereroi: l’uno in qualche modo è il doppio dell’altro. Simile approccio mette un po’ in ombra l’alter ego dei singoli eroi, in particolare l’identità segreta (ma sembra ormai nota a tutti gli altri personaggi) di Superman, che vediamo poco nei panni del mansueto reporter Clark Kent, attorniato dall’amata giornalista Lois Lane-AmyAdams e dal direttore del giornale Perry White-Laurence Fishburne. Apprezzata new entry la supereroina Wonder Woman (alleata dei buoni) e soprattutto la scelta della protagonista Gal Gadot, guerriera tosta ma, quando non ha spada e scudo, fascinosa come una Bond-girl.
Per far risaltare il Bene, in ogni fumetto che si rispetti ci vogliono dei cattivi all’altezza. Quello in carne e ossa è lo scienziato pazzo e criminale Lex Luthor (Jesse Eisenberg, che a volte ruba la scena ai protagonisti), la nemesi di Superman. Quello d’animazione è il mostro Doomsday, riportato in vita da Luthor come la creatura di Frankenstein. Nel comparto attoriale, se Affleck e Cavill risultano visivamente poderosi come semidei greci e basta la presenza (non è necessario che si sforzino di recitare bene) per renderli credibili, negli altri ruoli ci si diverte ad ammirare numerosi attori famosi in piccole parti; a partire da Jeremy Irons, che ha perso il posto che era di Michael Caine nei film diretti da Christopher Nolan, come maggiordomo e braccio destro di Batman.
Per quanto si cerchi di dare un significato non troppo pretestuoso e superficiale alla trama, in film di questo tipo a fare da motore devono essere l’azione, l’imprevisto e l’impatto degli effetti speciali. Perché rimandi e citazioni del plot ad altri film o ai fumetti di carta gli appassionati li colgono al volo, ma tutti gli altri spettatori nemmeno si accorgono che ci sono. Quindi, nelle due ore e mezzo di durata, il film di Zack Snyder non annoia, il ritmo è sempre incalzante, la spettacolarità visiva assicurata ed enfatizzata da musiche avviluppanti. E se la sceneggiatura di Chris Terrio (con quella ottima di Argo aveva vinto l’Oscar nel 2013) e David S. Goyer ha qualche falla, non è certo una raffinata scrittura l’arma considerata vincente in blockbuster come questo.
Ondata di supereroi in arrivo. Apre “Batman v Superman”. Molti rimandi narrativi. Ma con una grandiosa spettacolarità
23 Marzo 2016 by