(di Andrea Bisicchia) L’autore di teatro, se non scrive per un attore o un regista, ha bisogno di un lettore che percepisca la qualità della scrittura, oltre che la sua adattabilità alla scena. Di Angela Di Maso avevo letto un testo segnalato al Premio Fersen: “Bolle di sapone”, capii subito di trovarmi dinanzi a una vera autrice che sa ricercare, nel profondo, le condizioni esistenziali di chi vive, nel caso di questo testo, il dramma della disabilità, diventato materia alquanto cara ad autori dell’ultima generazione. Ciò che mi colpì, non fu tanto l’argomento che vede coinvolti due fratelli disabili, i quali cercano di soppiantare la malattia con un amore sviscerato, fino a soffrirne la separazione per la miopia dell’assistente sociale, quanto il linguaggio immediato, pertinente all’argomento trattato.
Leggendo i testi raccolti nel volume “Teatro”, Guida Editori, con prefazione di Pupi Avati e introduzione di Enzo Moscato, confesso di non essermi sbagliato. Il volume raccoglie otto testi che hanno un duplice pregio, quello della scrittura per la scena e quello di raccontare storie a pochi personaggi. Gli argomenti sono alquanto scottanti, si va dalla confessione inconfessabile di una clarissa, durante la quale racconta il suo processo di immedesimazione con una giovane innamorata fino a viverne la sessualità e a immaginare avventure erotiche col giardiniere, il medico del convento, il fornaio e persino col Vicario Episcopale. Mi è venuto in mente un testo giovanile di Giovanni Testori, “Tentazione nel convento”, per il forte impianto drammatico.
Altro tema scottante lo si trova in “Il catalogo” che ha per protagonisti: Il marito, La moglie, L’addetto alla vendita, coinvolti in un caso di adozione che vede, il desiderio di un figlio, oggetto di una ottusa burocrazia che trasforma la sterilità in un percorso dolente, dinanzi al catalogo dove sono elencate le caratteristiche fisiche, intellettive oltre che i connotati del figlio “perfetto”.
La scrittura alterna la categoria del grottesco con quella di un iper realismo, adatta a una giovane compagnia che crede nel teatro di parola e dei forti sentimenti, qualità che troviamo in testi come “Primo amore”, “L’acquario”, “Il maestro di musica” e nei due Monologhi: “Miserere” e “Guardami”, Quest’ultimo ha per protagonista la giovane Filomena, prostituta e incinta che fa pensare a Filomena Marturano di Eduardo, a cui l’autrice si è ispirata, benché quella della Di Maso racconti la sua storia visionaria alla Sacra Vergine Maria, con la solita crudezza linguistica, sottolineata anche da Pupi Avati, con cui la Di Maso ha collaborato alla sceneggiatura del film “Una festa da ballo”, oltre che da Enzo Moscato, affascinato, tra gli altri, dall’unico testo scritto in dialetto, “L’alluce”, che ritiene una “ stravolta pantomima di Rocky’s horror picture show”. Certamente Angela Di Maso si inserisce in quel filone post eduardiano che da Ruccello, Santanelli, arriva fino a Moscato,
Angela Di Maso, “TEATRO” – Guida Editore 2017 – Prefazione di Pupi Avati, Introduzione di Enzo Moscato, pp. 240 – €18.