Piera Degli Esposti. Ovvero, la trasfigurazione di un’attrice. Che subito diventa un’altra. Ancora giovane forte e bella

degli-esposti-strabioliMILANO, venerdì 2 dicembre (di Paolo A. Paganini) Per un artista, il teatro può diventare un allucinogeno. Che si parli di musica, o di prosa, o di quant’altro, il teatro trasfigura chi lo fa. Succede in qualsiasi applicazione, intendiamoci, artistica, professionale, artigianale. Ma è proprio lì, sul palcoscenico, che avviene il miracolo della trasfigurazione, sotto gli occhi di tutti, in un crescendo emotivo soffertamente gioioso.
Vedasi, per esempio, la non più giovanissima Piera Degli Esposti (è del ’39, fate voi). Come donna, Piera ne ha passate di ogni, tra lutti, sofferenze e malattie. Poi esce dalle quinte, si appropria del palcoscenico, e diventa un’altra, ancora giovane, forte, bella. E ne rimani rapito.
Orbene, al Teatro dalle multisale Franco Parenti, in uno dei suoi spazi che rimanda al ricordo di antichi teatrini off, con lenzuoli per sipario, e riflettori e cordami a vista, Piera Degli Esposti, presentata dal regista e attore Pino Strabioli, che fa da intervistatore imbeccando ora la donna ora l’attrice, si presenta incerta e intimidita a raccontarsi in un’ora e trenta nello spettacolo dal titolo impossibile, “WikipierA”.
Come donna, racconta tutto quello che già si sa, facilmente ricavabile dalle mille interviste che ha rilasciato nel tempo: la sua vita fin da bambina, l’amato padre, la madre birichina, diciamo così, la sua svogliatezza a scuola, le infinite bocciature della vita, dall’Accademia romana a tutti quelli che non ne volevano sapere di lei, così spigolosa, istintiva, timida, sfrontata, controcorrente, indipendente. E infine gli incontri fatali con i grandi dello spettacolo, che – tutti – le dedicarono indiscussi spazi di attrice tragica, icona delle avanguardie, musa di registi e scrittori. Fino alla singolare consacrazione letteraria di Dacia Maraini, che nel 1980 la immortalò nello “scandaloso” libro biografico “Storia di Piera”, al quale seguì la trasposizione cinematografica di Marco Ferreri nell’83.
Ma, dal 1967 a oggi, oltre al teatro, fece memorabili incontri registici, guidata in una quarantina di film e in una quindicina di presenze televisive, e con un impressionante curriculum di attestazioni premi e riconoscimenti.
La vidi la prima volta sul palcoscenico del Teatro Uomo, oggi scomparso, nel gennaio del 1979, in uno spettacolo pensato per lei da Tino Schirinzi e Giuseppe Di Leva, “Molly cara”: una incontenibile esplosione di parole, frasi a intermittenze sintattiche, idee sentimenti ed emozioni sovrapposti in imprevedibili e anarchiche dissonanze logiche, forse impossibili da recitare. Si trattava dello scabroso monologo finale dell’Ulisse di Joyce, adattato per lei da Ettore Capriolo con la regia di Ida Bassignano. Piera Degli Esposti era semplicemente atterrita dalle difficoltà di simile testo.
Fu un trionfo. Anche sul piano umano.
Piera Degli Esposti usciva dalla convalescenza di un pesante intervento ai polmoni. Ma, una volta in scena, tra la commozione generale, si assistette alla famosa trasfigurazione dell’artista. Scomparve la donna spaventata, timorosa, intimidita. Ne emerse una leonessa, impavida, sfacciata, entusiasmante.
Dunque, ora, eccola al Teatro Franco Parenti, spaventata, timorosa, intimidita. Intervistata da Strabioli, ha inutilmente percorso, senza troppa partecipazione, quello che già si sapeva.
Ma improvvisamente, sotto gli occhi di tutti, ecco di nuovo il miracolo della trasfigurazione dell’artista. Appena fuori dalle banalità della vita, appena entrata in un testo teatrale, da attrice e non da donna, è subito un improvviso brivido di commozione. Interpreta drammaticamente alcune pagine di Molly, rivivendo dopo più di trentacinque anni l’esperienza del Teatro Uomo, fa sorridere con la strampalata comicità di Achille Campanile nel monologo “Seppie e piselli”, travolge l’attenzione di tutti nello scarmigliato monologo beckettiano “Dondolo”.
E tutto il resto scompare. Rimane solo lei. Ancora giovane forte e bella.
Si replica fino a domenica 11 dicembre.