(di Andrea Bisicchia) È ormai un luogo comune asserire che il teatro sia il luogo dell’effimero, essendo, soprattutto, lo spazio dell’immaginario e del sogno. Tommaso Le Pera, ben consapevole di ciò, ha, da tempo, deciso di dimostrare il contrario, con una serie di pubblicazioni che hanno riguardato spettacoli di Pirandello, Goldoni, Shakespeare e con una serie di monografie, pubblicate da un editore coraggioso come Manfredi. Così, dopo gli apparati fotografici dedicati a Gabriele Lavia, a Antonio Calenda, a Mariangela Melato, eccone un altro dedicato a Gigi Proietti, mattatore poliedrico, protagonista della scena italiana da oltre cinquant’anni.
Antonio Calenda, nella prefazione, lo definisce “un fenomeno”, la cui vita artistica ha inizio in un momento in cui il teatro italiano si era posto in forma alternativa al teatro ufficiale, in particolare a quello degli Stabili. Proprio Le Pera ricorda il suo primo incontro con Proietti, avvenuto nel 1976, quando l’attore romano si esibì al Teatro Tenda di Piazza Mazzini, inaugurato nel 1973, qualche anno dopo quello di Piazzale Cuoco a Milano, ideato da Paolo Grassi, e contemporaneamente alla nascita del Pier Lombardo di Franco Parenti e Andrée Ruth Shammah (16 gennaio 1973).
Lo spazio di Molfese fu, in quegli anni, il più ambito da attori come Eduardo , Gassman, Bene, Fo, Sastri, Rigillo. In quel teatro, si esibì il giovane Gigi Proietti con “A me gli occhi please”, uno spettacolo che diventerà cult, programmato per una settimana, ma che rimase in scena per ben quattro mesi, applaudito da oltre 250 mila spettatori. Da quell’anno, Tommaso Le Pera ha immortalato tutti i suoi spettacoli, creando una vera e propria galleria da esporre in qualsiasi spazio artistico, perché non si tratta soltanto di ritratti o di foto di spettacoli, bensì di veri e propri “quadri” di autore, nei quali è ben visibile la mano dell’esecutore, attenta agli stati d’animo del protagonista. Cogliere i sentimenti, il senso dell’esecuzione, gli sguardi, gli ammiccamenti, le ironie, oltre che il sarcasmo, è ben difficile, occorre avere una sensibilità particolare e una storia professionale che dura da cinquant’anni, come quella dell’autore del libro. Del resto, Le Pera possiede l’archivio più completo di quanto è accaduto in un cinquantennio di teatro, un archivio che andrebbe tutelato dagli Enti pubblici, se non addirittura dal Ministero dello Spettacolo, per salvaguardare non tanto e non solo la memoria, ma anche il lavoro su cui è stata costruita questa storia, che è anche una storia di idee e di pensiero. Le Pera, con i suoi magici scatti, si inoltra in questo labirinto artistico e intellettuale, per coglierlo attraverso la gestualità, l’uso sapiente del corpo, i momenti di improvvisazione, il travestimento, l’eclettismo del performer, che coincide col noto istrionismo dell’attore.
Il lettore che abbia voglia di conoscerlo, lo vedrà attraverso circa 200 foto che rimandano a ben 18 spettacoli che vanno dalla “Cena delle beffe” a “ Edmund Kean”, che il pubblico potrà ancora vedere al Teatro Romano di Verona, il 4 Luglio, in occasione della Settantesima Estate Teatrale.
Il volume contiene testi di Rita Sala, Duccio Trombatore, Tommaso Le Pera,oltre che la biografia e la teatrografia.
“Il Teatro di Gigi Proietti nelle fotografie Di Tommaso Le Pera”, Manfredi Edizioni 2018. pp 264,€ 39.