Presentata una nuova edizione, accresciuta, della raccolta degli “Scritti cristiani” di Pomilio a cura di Marco Beck

beck pomilioMILANO, giovedì 7 maggio – Moriva 25 anni fa a Napoli il maggiore scrittore cattolico italiano del Novecento, Mario Pomilio. Un autore la cui importanza cresce, si potrebbe dire, man mano che i tempi si allontanano dall’idea di una intima responsabilità morale dell’individuo. È infatti una narrativa, quella di Pomilio, tutta convergente sulla centralità della coscienza: nel suo caso, la coscienza che s’interroga nella fede religiosa.
Nato a Orsogna (Chieti) nel 1921, dopo la laurea in Lettere alla Normale di Pisa si trasferì a Napoli. Risale al 1954 il suo romanzo d’esordio, L’uccello nella cupola. Vincitore nel 1965 del Premio Campiello con La compromissione, diede alle stampe dieci anni dopo il suo capolavoro, Il quinto evangelio (Prix du meilleur livre étranger, Parigi 1978), da molti studiosi ritenuto una delle vette più alte del romanzo italiano. Non lontana da questa qualità è la raccolta degli Scritti cristiani, già pubblicata nel 1979 e oggi riproposta da Vita e Pensiero in una “nuova edizione accresciuta” a cura di Marco Beck.
Il volume, la cui prefazione è firmata da Giuseppe Langella, è stato presentato alla libreria Vita e Pensiero presso l’Università Cattolica da Ermanno Paccagnini, Alessandro Zaccuri e dallo stesso Beck, autore della postfazione. Scritti “cristiani” da intendersi come? Nel senso – è stato detto – della quotidianità del vivere, pensando alla universalità del messaggio cristiano.