MILANO, giovedì 8 ottobre ●
(di Carla Maria Casanova) Non finirà di stupire. Dopo la presidenza nazionale del Fai, il trasferimento in politica (Scelta Civica), il passaggio al PD, la nomina a sottosegretario del Mibact (Ministero per i Beni e Attività Culturali), Ilaria Borletti Buitoni annuncia il suo debutto in palcoscenico. Sarà una serata speciale. Un “processo pubblico” che si svolgerà al teatro Carcano per la serie “Personaggi e Protagonisti: incontri con la Storia. Napoleone Bonaparte, colpevole o innocente?” L’invito a Ilaria Borletti a partecipare al dibattito è venuto dall’autrice Elisa Greco, e il ruolo propostole è quello di testimone d’accusa. La difesa sarà affidata all’avvocato Anna Maria Bernardini De Pace, mentre il pubblico Ministero è Paolo Colombo, ordinario di Storia alla Cattolica. Presiede la Corte giudicante Fabio Roia, presidente di sezione del Tribunale di Milano.
È una cosa seria.
“A me è sempre piaciuto recitare. – dice la deputata PD.- È l’unica cosa che mi diverte. Magari finisco la carriera come attrice! Del resto la politica ha molti aspetti teatrali!”
Un debutto in scena in assoluto, per Ilaria Borletti?
“Sì, se escludo le recite scolastiche dalle Marcelline. Poiché ero un po’ contestatrice fin da allora, le suore mi affidavano il ruolo di un cattivo centurione. C’era in collegio anche la nipote di Papa Montini: a lei facevano fare Gesù.”
(Erano gli anni in cui la giovane Ilaria circolava per le aule con una sciarpa gialla in segno di protesta. E’ tempo di rinverdire le prodezze scolastiche.)
Questo processo come si svolge? Esiste un testo o deve costruirselo da sé?
“Reciteremo a braccio e ciascuno si deve preparare la sua parte. Mi metterò a studiare bene il contesto. Il mio ruolo di testimone d’ accusa non può che vertere sul concetto di razzia di opere d’arte. Che produssero oltre tutto danni terribili e irreversibili, sculture rotte, affreschi strappati. D’altronde, il corteo che Napoleone fece scorrere sui Champs Elysées esibendo il bottino di guerra fa capire quale importanza gli desse.”
Il teatro, che lei indica come la sua passione da sempre, potrebbe distoglierla dalla politica?
“Forse quello è troppo, nel senso che è troppo tardi per pensare al palcoscenico. Io adoro il teatro, mia madre mi portava sempre a palazzo Durini e con sé in giro per teatri. E anche a Londra, dove ho vissuto per otto anni, ho molto frequentato i teatri off. Ma è un mondo cui guardo da spettatrice. Certo qualche alternativa alla politica la troverò. Non sono a mio agio nella mia attuale vita e ho un profondo senso di inutilità. Il mio era il desiderio di un servizio che intendevo fare al mio Paese ma i tempi (della politica) sono dilatatissimi, troppo per me e per la mia età. Le nuove generazioni hanno codici diversi, impraticabili ed è giusto pensare a rottamarsi!
Lei ha lasciato la Presidenza del Fai per poter essere più utile alla tutela di patrimonio artistico e paesaggio. Non lo è?
“No. Per fortuna ho un ministro (Franceschini) molto attento e attivo. Ha già ottenuto conquiste insperabili ma la burocrazia pone freni colossali. Al Fai ero io che decidevo e ho potuto dare una direzione precisa alla Fondazione. Il riscontro c’era, nei limiti del possibile.”
L’ha mai tentata il cinema?
“Cinema? No, per l’amor di Dio. Mi piace molto ma il teatro è diverso, è una cosa viva, come un concerto. Il cinema è come una esecuzione in disco. Perfetta, però…
E la regìa?
“Non posseggo il bagaglio tecnico necessario. Mi sentirei invece di poter selezionare i testi teatrali avendone letti molti. Ad ogni modo, nel panorama lavorativo non sono le opportunità che mancano. Soffro di bulimia, in argomento di lavoro. Vorrei fare tutto. Una cosa è certa: non rimarrò mai con le mani in mano.”
Teatro Carcano, Corso di Porta Romana 63 – Milano – lunedì 19 ottobre, ore 20,30 Posto unico numerato € 10.00 Info e prenotazioni 02.55181377