Quando i creativi inventano. E a volte mistificano. Per esempio, il manifesto di Segantini in mostra a Milano

segant 2MILANO, martedì 19 agosto
C’è un bel manifesto per le strade di Milano. Annuncia la mostra di Segantini, “Ritorno a Milano”, dal 18 settembre (al 18 gennaio) a Palazzo Reale. Il manifesto è un falso d’autore. Si vede una piazza del Duomo innevata, con slitta e relativo sfondo.
Un signore, senza colpe, nessuno ha il dovere di conoscere Segantini, contemplando il quadro rappresentato per strada, esclama, rivolgendosi alla sua gentile signora: “Bello questo quadro. Ormai, a Milano, non nevica più come una volta…” Ovviamente, aveva preso un granchio, scambiando il manifesto per l’originale (anche se in un angolino, in fondo a destra, si legge in piccolo: “Elaborazione grafica da: Giovanni Segantini, Ritorno dal bosco, 1890 – Olio su tela. Design + Art Direction: Dinamomilano”).
segant originaleIl manifesto, dunque, non è propriamente un falso d’autore, non è stato falsificato niente. È stato fatto semplicemente un collage e, aggiungiamo, senz’altro singolare, anche se ha il carattere dello sfregio a un’opera d’arte. Come fare i baffi alla Giioconda.
Giovanni Segantini (Arco 1858/Schalfberg – Engadina, 1899), d’indigente famiglia, orfano, dopo un’infanzia infelice a Milano, tra fratellastri e sorellastre, tra riformatorio e bottega, approdò all’Accademia di Brera. Dopo affermazioni successi e riconoscimenti, si ritirò ancora giovane fra le montagne dell’Engadina, dove morì di peritonite.
Personalmente non credo che, oggi, Segantini ritornerebbe volentieri a Milano, città più matrigna che benefica madre. Ma tant’è. Teniamo per buono il titolo della mostra. Ma dopo aver guardato il manifesto confrontandolo con il quadro originale, siamo proprio sicuri che l’opera primigenia non sia senz’altro più bella, poetica e suggestiva? (p.a.p.)