(di Piero Lotito) Si può forse scrivere senza avere una fede? Fede nella Bellezza, nella Giustizia, nella Verità. Ma foss’anche nel Cinismo, nell’Autorità, nell’Empietà? Non crediamo sia possibile. Chi scrive, agisce fatalmente sotto impulso di un faro interiore, quale ne sia la natura e la forza. Per “fede”, tuttavia, noi qui intendiamo la fede religiosa. Soprattutto, lo intende Marco Beck, autore di un rilevante studio su quegli «incroci tra fede e letteratura» (il sottotitolo), che tanta parte – la gran parte? – della letteratura hanno generato in ogni tempo.
Le mani e le sere, questo il titolo, è pubblicato da Giuliano Ladolfi, editore sensibile e raffinato di Borgomanero (Novara). Che cosa distingue il libro di Marco Beck dalla pressoché sterminata produzione editoriale sul fondamentale intreccio? Un dato semplice quanto decisivo: indagando tra coscienza e atto letterario, Beck basa il suo approfondimento su esperienze maturate nei diversi quadranti di una carriera quantomai poliedrica, che ha conosciuto i sentieri del critico letterario, del poeta (per Raffaele Crovi, «uno dei due-tre poeti d’ispirazione cristiana oggi più importanti»), del traduttore, dell’editore. Marco Beck ha tradotto Goethe, Thomas Mann e Orazio (l’intera opera), ha svolto il ruolo di redattore e poi coordinatore editoriale delle collane di classici della Mondadori, ha collaborato con Giovanni Raboni per la traduzione e il commento dell’intera Recherche di Marcel Proust, è stato responsabile del settore letterario delle Edizioni San Paolo, ha diretto per le Edizioni Oge la collana di narrativa, ha pubblicato i volumi di poesia Il pane sulle acque (Ares), Un’eternità di passaggio e Fendenti di luce (Aragno), Sarai raggiante (Giuliano Ladolfi), collabora per la critica letteraria con “L’Osservatore Romano”.
Ciascuna ala di questo ventaglio di vigoroso intellettuale fornisce dunque a Beck originali strumenti di testimonianza. Una testimonianza letterale, data dalla personale conoscenza di molti degli autori citati, ma pure di carattere strettamente – ci sia concesso di metterla così – funzionale a questa ricerca, egli incarnando la più solida, serena figura di cristiano moderno.
Le mani e le sere si articolano in cinque sezioni: “Tra Bibbia e letteratura”, con letture e considerazioni su Geremia, Cantico dei Cantici, Giobbe; “Letteratura come fede”, nella quale si dispiegano le indicazioni dei fondamenti del rapporto fede-letteratura (creatività poetica e senso del sacro, giovani e letteratura, ricerca di santità, editoria di ispirazione cristiana…); “Antiqua semina verbi”, illuminanti segnalazioni di “intuizioni pre-cristiane” (Simone Weil) in autori della classicità greca e latina (da Pindaro a Ovidio, Lucrezio, Orazio, Virgilio); “Novecento e dintorni”, incontri con scrittori del secolo passato in vario modo toccati (turbati, meglio) dal Vangelo di Gesù: da Joseph Roth a Salvatore Quasimodo, da Giovanni Testori a Mario Luzi e a Giuseppe Pontiggia; “Quattro ‘evangelisti moderni’”, con disamine accurate – e appassionate, giacché nulla di quanto scrive Beck è privo di partecipazione del cuore – di vicende esemplari del nodo misterioso tra fede e ragione: quelle di Italo Alighiero Chiusano, Mario Pomilio, Ferruccio Ulivi, Luigi Santucci.
Un lavoro a più livelli, quello di Marco Beck, che affonda nelle vertigini – dicevamo – delle pure intuizioni del sacro, e poi risale ai tempi della conoscenza e della riflessione. Le mani e le sere è anche straordinaria indagine tra le infinite risonanze che la fede genera nei nostri giorni, in queste ore e in queste sere – ecco –, queste sere che sappiamo così drammatiche nello smarrimento della ragione e, a volte, della stessa fede. Ma, insistiamo, è da ritenersi particolarmente preziosa, l’investigazione di Beck, per il frutto aggiunto che deriva al lettore dalle ricordate qualità del testimone. Non capita sovente il privilegio di un viaggio la cui guida non si limiti alla descrizione del luogo attraversato, ma abbia sensibilità di raccontarne anche l’anima, conoscendo l’idea e il sogno di chi lo abita. Un connotato “umano” che in Marco Beck è la chiave più immediatamente reperibile per affrontare altrimenti i complessi scambi tra fede e letteratura, così difficili da individuare per chi cerchi di comprendere dove si trovi la regione nella quale la fede invisibilmente cammina e la letteratura visibilmente ne mostra l’impronta.
Marco Beck, “Le mani e le sere”, Giuliano Ladolfi Editore – 2015, pp. 360, € 20