Nel sotterraneo delle cose da dire, l’aneddoto diventa un vero piatto prelibato capace di creare stupore e meraviglia

25-10-16-andrea-tagliap-cop-2(di Andrea Bisicchia) Trovare un alfabeto alle parole che abbiano un senso e, quindi, una” proprietà”, è stato il compito che si è proposto Andrea Tagliapietra, ordinario di Storia della filosofia, nel volume edito da Moretti & Vitali: “Alfabeto delle proprietà – Filosofia in metafore e storie”, che contiene una premessa dell’autore sugli “aneddoti del pensiero” e una post-fazione di Flavio Ermini, direttore della collana “Narrazioni della conoscenza. Andar per storie”.
Chiediamoci, allora, cosa sia la parola oltre che un enunciato della voce, la risposta potrebbe essere che si tratti di un modo di intendere qualcosa e soprattutto di una ricerca di senso, capace di dare delle risposte alle domande che la parola non smette di fare per creare delle relazioni tra i nomi e i pensieri attraverso una proprietà di svelamento che si trova nel “sotterraneo” delle cose da dire che possono esprimersi in forma di metafore, di storie e di aneddoti. È proprio il significato di aneddoto che Tagliapietra cerca di spiegare nella premessa e che definisce: “Un particolare curioso, inedito e pieno di senso”, pur se raccolto a margine di un evento importante. Con gli aneddoti non si può fare, certo, la storia, ma spesso possono essere considerati dei veri e propri piatti prelibati.
Lo storico del teatro o del cinema, il musicologo spesso ricorrono agli aneddoti per condire le loro storie, anche perché li trovano più adatti a catturare l’attenzione dello spettatore, dato che racchiudono delle curiosità che procurano piacere e, quindi, una partecipazione ludica, essendo contenitori, non soltanto di storielle, di pettegolezzi, ma anche di una certa profondità di pensiero. L’autore è convinto che l’aneddoto stia all’argomentazione come la metafora sta al concetto e che sia addirittura “fratello minore del mito”, perché, proprio come il mito, suscita stupore e meraviglia. Non dobbiamo dimenticare che la nascita della filosofia sia dovuta alla meraviglia (thaumazein) e che, essa stessa, può insegnare, non solo ricorrendo all’uso delle parole, ma anche ad aneddoti appropriati.
Alfabeto parte dal termine”Acqua” e quindi da Eraclito, per il quale lo scorrere dell’acqua è la metafora preferita per indicare lo scorrere del tempo e si conclude con la parola “Vita”, con cui l’autore, partendo da una considerazione di Robert Nozick, secondo il quale, nel mondo contemporaneo, non esistono verità etiche, si sofferma su quali siano i doveri, i comportamenti, i valori dell’uomo dinanzi alla loro caduta e dinanzi alla supremazia dell’apparato tecnico-economico-scientifico che ha generato la crisi dei valori assoluti, avendone alterato il contenuto semantico per averlo immesso nel mercato, strumentalizzandolo e rendendo vano il suo significato ontologico.
In questo Alfabeto, formato da 120 parole o saggi brevi, il lettore può scegliere quello che maggiormente lo interessa per gustarne “la proprietà”, oltre che il senso vero della sua enunciazione.

Andrea Tagliapietra, “Alfabeto delle proprietà” – Filosofia in metafore e storie – Moretti & Vitali 2016, pp. 292, € 20.