“Quartett” di Müller al Piccolo Teatro. E al centro dell’universo c’è solo la celebrazione del sesso

Milano. Laura Marinoni e Valter Malosti, licenziosi libertini in “Quartett”, di Heiner Müller, al Piccolo Teatro Grassi (foto Fabio Lovino)

Milano. Laura Marinoni e Valter Malosti, licenziosi libertini in “Quartett”, di Heiner Müller, al Piccolo Teatro Grassi (foto Fabio Lovino)

(di Paolo A. Paganini) È l’anno dei nudi a teatro. Risparmiamocene l’elenco. Dicono che sia il carattere distintivo di questa stagione. L’esaltazione del corpo. Meglio se nudo, dicono. Eppure, è la via più sicura per andare a sbattere contro una inutile volgarità. Il nudo richiama il sesso. Ahi, che argomento scabroso se non si hanno finezze, ironia, poesia. Diventa solo il pretestuoso mezzo di una sterile mediocrità senza idee, solo con lo scopo di rizzare il contropelo dell’istinto per épater les bourgeois. Pensavamo, per contrappasso, a tutto ciò delibandoci il piacere di vedere “Quartett”, di Heine Müller (1929-1995), un atto unico (1982) di poco più di un’ora, al Piccolo Teatro Grassi, con Laura Marinoni e Valter Malosti (anche regista). Personalmente ritengo che quando ci sono i caratteri di cui sopra – finezze ironia poesia – si possa dire qualsiasi cosa, si possa affrontare qualsiasi scabroso o pruriginoso o amorale argomento.
Questi ingredienti, in positivo (finezze ecc) e in negativo (scabroso ecc) “Quartett” li possiede in un’orgia di sbalorditivi stimoli intellettuali. L’elegante pubblicazione a cura del Teatro Stabile di Torino, che ha prodotto lo spettacolo, ce ne fa memoria, dove Agnese Grieco, che ha curato traduzione e drammatugia, fa giustamente notare che Müller, come sempre, ama contaminare i suoi testi. “Il montaggio, il collage, è una sua tecnica”. E qui la contaminazione stordisce, avvince, destabilizza in un vortice di geniali richiami, dal fascino immaginifico dell’opera verdiana all’avanspettacolo, da Shakespeare a Brecht.
Questo “Quartett”, dunque, la cui ispirazione, come si sa, è il licenzioso romanzo epistolare settecentesco di Choderlos de Laclos, “Le relazioni pericolose”, è dominato da due temi fondamentali, il tempo e la morte, che vengono in un certo senso esorcizzati dal più vitalistico tema che ne percorre e ne invade fibre e sangue: il sesso, non l’amore, il sesso crudo, impudico, così sfacciatamente prossimo al suo disfacimento fisiologico, al decadimento dei corpi, al degenerare dei tessuti, al cedimento delle carni, quando invano cercano appunto di contrastare il tempo e la morte.
Il testo di Müller, che riprende e ricalca Laclos, il quale, come fa giustamente notare Guido Davico Bonino “ha qualcosa di una sofisticata partita a scacchi”, è interpretato da due soli “giocatori”, che affrontano quattro ruoli, entrando e uscendo dalle spoglie delle vittime delle loro seduzioni. I due protagonisti sono dunque i vecchi amanti, esperti in tanti giochi di sesso e seduzione, il Visconte di Valmont e la Marchesa Merteuil, i quali, in un sadico gioco di rimandi, si scambiano l’un l’altra le identità di genere, oppure entrano nei ruoli della virginale nipote della Marchesa, Volanges, destinata a giuste nozze, che Valmont, istigato da Merteuil, seduce e deflora, oppure l’austera Madame de Tourvel, altra vittima sacrificale dei due cinici stupratori morali. I quali, nella realtà drammaturgica di Müller, pur negatori di anime e divinità, sono i cantori di una felicità tutta corporea, dove il sesso è il solo strumento di una idealizzata felicità, come nell’ingenuità d’un gioco fanciullesco, nel gonfiore d’una eterna pubertà. Fin che dura. Poi c’è la fine. E così sia.
Laura Marinoni e Valter Malosti sono semplicemente superbi, in questo finissimo e inquietante testo di Müller, nell’abbattere, da quel Settecento libertino a quest’oggi mercificato, i muri del bigottismo, dell’ipocrisia sentimentale, della superstizione religiosa, della presuntuosa vanità delle anime belle. Ovazioni finali.
“Quartett”, di Heiner Müller, con Laura Marinoni e Valter Malosti. Al Piccolo Teatro Grassi, Via Rovello 2, Milano. Repliche fino a domenica 16 febbraio.
Tournée
18 febbraio – 2 marzo – Roma, Piccolo Eliseo;
5 – 6 marzo – Ginevra, Théâtre du Galpon;
10 – 11 marzo – Lugano, Teatro della Cittadella;
13 – 16 marzo – Prato, Teatro Metastasio;
18 – 19 marzo – Correggio, Teatro Asioli;
20 – 21 marzo – Modena, Teatro Storchi;
24 – 25 marzo – Monaco di Baviera, Residenztheater (Marstall);
27 marzo – Cremona, Teatro Ponchielli;
28 marzo – Lecco, Teatro della Società.