Quasi duecento poesie per una vita in versi. Una metrica del sentimento che tocca le corde comuni della quotidianità

6-12-16-collage-annibale(di Paolo A. Paganini) C’è un alto e civile sentimento colloquiale nel parlare del più e del meno. È un modo a 360 gradi di guardarsi intorno, di cogliere idee, passioni e fugaci osservazioni del vivere quotidiano, della morale corrente, degli affetti comuni. Non stiamo parlando della “ciacola” veneta o della goldoniana Bottega del Caffè, viperesca fucina di pettegolezzi e maldicenze, ma del piacere dello stare insieme, del confrontarci nell’intima gioia di un’appartenenza.
Di tutto questo, con la soave sincerità di un’anima buona e virtuosa, è capace Ferruccio Annibale. Ma in un modo speciale. Lo fa in versi, in sonetti e canzoni, in ordine sparso, con una metrica del sentimento che tocca le corde del comune sentire. Gli altri non ci fanno caso. È questa la differenza. Ferruccio Annibale dà voce a chi possiede le stesse vibrazioni, ma non ci bada, perché la vita a volte è crudele, e impone altri pensieri, altri percorsi.
In un libro, giunto ora alla terza edizione, dal titolo “Gratta gratta la rima è fatta” – sembra una filastrocca di bambini – sono raccolti quasi duecento componimenti poetici, che vanno soprattutto dalle occasioni familliari agli argomenti celebrativi, dalle spicciole considerazioni della quotidianità fino alle soglie di una più vibrata poesia civile, o fino alle più intime lacerazioni di segreti lutti dell’anima, o fino a una diaristica nostalgia del passato, dalla scuola alla vita militare, e, via via, tra battesimi e matrimoni, tra fausti eventi, celebrative ricorrenze, avvenimenti e date dedicatorie. Con la felicità di scriverne, con lo stupore, o la commozione, di chi guarda alla vita come a una sempre nuova epifania, come a un sempre nuovo miracolo.
“15 dicembre” (Siam nel ’43 … la mamma è trasportata all’ospedale), il ricordo d’un lutto che ancora pesa nell’anima.
“A Fabio” (Vorrei che tu sapessi fin da ora / con quanto bene noi ti abbiamo accolto). Quanta dolcezza nell’attesa del figlio.
“A Parigi” (… E sul Bateau Mouche la serata clou / con il chansonnier e la bella Lulù…). Quando un viaggio era ancora un sogno di gioventù…
“Come… ottanta” (Delicatamente l’onda / giunge sulla battigia / come una dolce brezza / sulla capigliatura grigia...). E Annibale ci ragiona con un guasconesco sberleffo: “… Otto decadi di vita / però, ancor, non è finita” …
E poi, sfogliando qua e là, un elogio al fedele “Fido” “che attese a lungo chi non giunse mai…”; e ancora: “I suoi occhi”, un tenero abbraccio fra un cieco e il suo cane… E “Il cane e la gattina”: l’eroico cagnolino che salvò dalle acque del fiume tre micetti appena nati… E poi un immaginario colloquio con “Il milanese Carlo Porta”, “… là dal Verziere al centro di Milano“. E la riflessioni su “Il mondo… e la gente…”. E il suo commosso inno all’ “Infinito Amore” (la Poesia). E la malinconia per “L’ultimo giorno di mare”. E la desolazione di “Milano d’agosto”. E i teneri bozzetti, come “Notturno a Taranto”, come “Paesaggio Toscano”, come “Poesia… pariniana”, come “Scampoli”. Eccetera.
E, quasi in conclusione, con un disincantato senso della “Realtà”:
Sfogliavo una raccolta di poesie / – parole all’anima e al vento – / quando intravidi sulla scrivania / bollettini di pagamento / – cifre al cuore e al portafoglio – / La vita è quasi un imbroglio!”

Il libro “Gratta gratta la rima è fatta”, di Ferruccio Annibale, pp 222, € 32.50, pubblicato dall’autore, è reperibile tramite le librerie Feltrinelli.