(di Andrea Bisicchia) Che cos’è la gelosia? Un fenomeno patologico? Una ossessione? Una forma di delirio? Un mutamento fisiologico del cervello? Una smania di possesso? Un sentimento estremo? Un amore morboso? Gli interrogativi potrebbero moltiplicarsi e unificarsi in una sola risposta: la gelosia è la conseguenza più immediata del nostro male di vivere, non sempre contrassegnata da elementi concreti, come fughe d’amore o legami pericolosi. La letteratura clinica è piena di simili casi che, spesso, corrispondono a quelli della letteratura narrativa o teatrale. Gran parte di romanzi, tragedie, drammi costruiscono le loro trame proprio sul tradimento, così come le malattie della psiche sono generate dall’infedeltà.
Karl Jaspers (1883-1969) in “Delirio di gelosia”, pubblicato per la prima volta in Italia, con introduzione di Stefania Achella, affronta la dimensione patologica della gelosia, di cui rivela tre diversi aspetti tra loro intrecciati, quello sintomatologico, quello patologico e quello clinico. Egli distingue la gelosia psicologica da quella morbosa e da quella delirante, a questo proposito, introduce il lettore in alcune esperienze tipiche, vissute da pazienti gelosi, esplorandone i comportamenti, le correlazioni, i sospetti, i tormenti fisici e le conseguenti atrocità.
Vorrei applicare alcune deduzioni di Jaspers alla scena finale di “Questa sera si recita a soggetto”, per meglio capire la gelosia delirante di Rico Verri nei confronti di Mommina, la donna da cui ha avuto due bambine, che tiene murata in casa proprio per il suo delirio di gelosia.
Cerchiamo, allora, di capirne il motivo e cominciare a ricercarlo in una tara ereditaria. Scopriamo che il padre di Verri, un usuraio, ha fatto morire, per gelosia, la moglie di crepacuore, nel figlio, pertanto, è rintracciabile una patologia ereditaria, con l’aggravante della violenza. Perché Verri ha trasformato il sentimento d’amore in delirio di gelosia? Veniamo a conoscenza, all’inizio, che Verri non è tanto geloso di Mommina, quanto del comportamento, fin troppo libero, della famiglia La Croce, diventata, per questo motivo, lo zimbello del paese. A dire il vero, Mommina, rispetto alle sue tre sorelle, è la più casta, benché abbia accettato qualche avance innocente, quella che ritorna con continuità in mente al Verri, dopo il matrimonio, tanto da averlo reso irritabile, collerico e violento, fino a subire alcune connessioni della psiche determinate da situazioni non reali. Mommina, infatti, non ha mai tradito, forse avrà dato qualche bacio insignificante a un pretendente, di cui, non si sa come, Verri sia venuto a conoscenza, tanto che nella sua mente le futili carezze si sono trasformate in allucinazioni psicotiche, a causa delle quali ha vietato a Mommina persino di pensare, perché, col pensiero, costruirebbe la sua infedeltà.
Non c’è dubbio che ci si trovi dinanzi a un caso clinico, a una vera e propria psicosi che conduce alla follia, con la tipica logica delirante che produce dei meccanismi nevrotici, come quello della paranoia. Come se non bastasse, Pirandello propone, nello stesso tempo, un altro caso di gelosia delirante, quello del Primo Attore che guida la rivolta della Compagnia nei confronti del regista demiurgo.
Karl Jaspers, “DELIRIO DI GELOSIA” – Cortina Editore 2015 – pp 154 – € 12,00