VENEZIA, giovedì 22 gennaio ♦
È un museo completamente trasformato quello che riaprirà al pubblico, a Murano dal 9 febbraio, per raccontare una grande storia. Spazi espositivi quasi raddoppiati, un progetto museografico totalmente rinnovato, allestimenti e percorsi ridisegnati consentiranno ai visitatori di cogliere gli snodi chiave dell’avventura del vetro a Murano e di godere appieno dei capolavori – in molti casi unici – qui custoditi. E poi nuovi servizi per il pubblico, l’abbattimento delle barriere architettoniche, la messa in opera di due ascensori, la possibilità di esporre parti della collezione finora rimaste nei depositi e di realizzare eventi legati anche alla creatività più attuale, con un fascinoso e inatteso dialogo tra ambienti contemporanei e sale antiche.Insomma, una grande festa per l’isola e per Venezia.
Il Museo del Vetro di Murano, uno dei dodici della Fondazione Musei Civici di Venezia, è forse l’unico luogo al mondo dove l’arte del vetro è raccontata fin dalle sue origini: dagli esempi di vetri romani trail I e il III secolo d.C. alle creazioni del Rinascimento, fino ai virtuosismi innovativi del Settecento che anticipano l’insperata rinascita del vetro alla fine del XIX secolo e le sperimentazioni del Novecento.
Certamente è l’unico museo dedicato al vetro artistico inserito in un contesto produttivo ancora fortemente attivo e radicato, grazie alle tante fornaci e vetrerie tutt’oggi operanti a Murano.
L’ingresso di forte impatto è sul sontuoso salone centrale, o portego, con l’affresco allegorico del soffitto, realizzato da Francesco Zugno, restaurato per l’occasione. Il grande ambiente è stato intitolato agli antichi Maestri muranesi, spesso anonimi, ed è espressione della produzione vetraria dal Trecento a tutto il Seicento: la golden age del vetro di Murano. Furono quelli gli anni in cui l’abilità delle fornaci veneziane raggiunse fama in tutta Europa grazie alle innovazioni tecnologiche e di lavorazione: anni in cui a Venezia Angelo Barovier ottenne una sostanza pura chiamata “cristallo”; in cui fu introdotta la decorazione graffita a punta di diamante (intaglio) e vennero inventati il “vetro ghiaccio”, la lavorazione a filigrana, la tecnica a “mezza stampatura”.
Tantissime sono le opere eccezionali qui esposte, i manufatti con stemmi dogali o papali, creazioni famose come il cesendello decorato a embrici e oro – caratteristica lampada pensile foggiata su modelli orientali – e pezzi unici quale la celeberrima Coppa Barovier, databile tra il 1470 e il 1480, uno dei vetri più antichi al mondo tra quelli decorati a smalti policromi fusibili. Dal salone, prima di proseguire verso i manufatti del XVIII secolo, si può accedere a una sorta di “antro”, una parentesi dedicata ai vetri d’epoca romana, presi a modello dai vetrai muranesi all’avvio della produzione isolana e capaci di ispirare designer e artisti ancora nel Novecento.
Prima di lasciare il Museo, di nuovo al piano terra, ecco infine una “finestra” sul design moderno e contemporaneo in una sala intitolata a Marie Angliviel de la Beaumelle, poi Brandolini: la creatrice dei famosi goti, recentemente scomparsa, che la Fondazione Musei Civici di Venezia vuole ricordare in quanto esempio di artista non italiana che ha trovato nel vetro di Murano il suo mezzo espressivo contribuendo alla sua rinomanza internazionale.
Qui, potranno essere esposte opere della collezione del Museo attualmente conservate nei depositi, esibiti lavori di giovani artisti, ospitate selezioni delle più significative produzioni attuali dell’isola.
Già con la riapertura, nel giardino del Museo si potrà ammirare una gigantesca scultura di Pietro Consagra, Muraglia Rosso Verona e Nero Atlantide datata 1977 (marmo, 330 x 280 x 56 cm), appartenente alla collezione Walter Fontana e concessa in deposito a lungo termine alla Fondazione.
La foto: Facciata di Palazzo Giustinan sede del Museo del Vetro a Murano dal 1861, antico palazzo dei Vescovi di Torcello. Si affaccia sul Canal Grande di Murano.
Informazioni:
www.visitmuve.it