Salgado, dopo 8 anni di ricerche e 32 spedizioni ecco “Genesi”, 245 scatti della Terra in bianco e nero

collage salgado(di Patrizia Pedrazzini) Nel libro “L’universo come opera d’arte”, pubblicato nel 1995, lo scienziato americano John D. Barrow esamina la composizione della biosfera, giungendo alle seguenti conclusioni: il 97,3% è occupato da piante, il 2,7% da animali e insetti, lo 0,01% da esseri umani. E ancora: quella umana è una tra il milione e duecentomila specie di creature viventi.
Inevitabile la domanda: l’uomo è chiamato a essere il padrone della Terra, o non piuttosto il suo custode?
Un interrogativo al quale cercano di dare risposta le 245 immagini di Sebastião Salgado, il fotografo brasiliano nato nel 1944 ad Almorés, firma di punta della agenzie Sygma, Gamma e Magnum, quindi fondatore della “Amazonas Images”, esposte fino al 2 novembre al Palazzo della Ragione di Milano nell’ambito della mostra “Genesi”. Frutto di otto anni di ricerche e di trentadue spedizioni, gli scatti, tutti in un bianco e nero di grande incanto, compongono un itinerario fotografico attraverso i cinque continenti, fra paesaggi terrestri e marini, popoli e animali scampati all’abbraccio del mondo contemporaneo, vastità e silenzi. Il grande Nord, le foreste pluviali dei Tropici, le savane e i deserti roventi, le montagne ricoperte di ghiaccio e le isole sperdute nell’oceano. I cuccioli di elefanti marini che, sulle scogliere della Georgia del Sud, sembrano sorridere all’obbiettivo del fotografo (la cui immagine si riflette nell’occhio dell’animale in primo piano), il lemure raggomitolato nel tronco di un albero ad Ankarana, in Madagascar, il leopardo che si abbevera guardingo a una pozza d’acqua in Namibia, i babbuini, gli ippopotami, i trichechi. E gli uomini e le donne. Soprattutto delle popolazioni indigene ancora vergini: gli Yanomami e i Cayapò dell’Amazzonia brasiliana; i Pigmei delle foreste equatoriali del Congo settentrionale; i Boscimani del deserto del Kalahari; gli Himba della Namibia; i nativi della Nuova Guinea.
Una mostra che, prima di approdare a Milano, ha fatto letteralmente il giro del mondo: Roma, Londra, Rio de Janeiro, Toronto, e decine di altre città. Un lavoro insieme estetico ed etico, potente nell’essenziale purezza di immagini al contempo semplici e grandiose, che non di rado travalicano i confini della fotografia e richiamano alla memoria le opere di grandi pittori e incisori del passato, dall’Apocalisse di Albrecht Dürer alle tavole della Divina Commedia di Gustave Doré. E grazie alle quali la poesia e la bellezza della natura diventano un valore, uno stimolo per riflettere. Sulla Terra, sull’uomo, e su tutto quello che, della Terra, l’uomo sta perdendo.
“Genesi – Sebastião Salgado”, Palazzo della Ragione, Piazza Mercanti 1, Milano – Fino al 2 novembre 2014. Per informazioni: tel.02 43353535