MILANO, giovedì 5 novembre – La storia del teatro scaligero risale al Settecento. Nato sulle ceneri del precedente Teatro Ducale, distrutto da un incendio nel 1776; deve il nome alla chiesa di Santa Maria alla Scala, demolita per far posto al Nuovo Regio Ducal Teatro alla Scala, inaugurato il 3 agosto 1778.
Proseguì, quasi senza interruzioni, fino al 1943, quando, dopo alcune devastanti incursioni aeree, una bomba incendiaria esplose sul tetto provocando gravi danni alla sala (crollo del soffitto, distruzione dei palchi del sesto e quinto ordine di galleria, gravi danni ai sottostanti e alle strutture di servizio), con il palcoscenico che fu risparmiato solo perché era stato calato il sipario metallico a protezione. Fu, per motivi bellici, la prima interruzione dell’attività scaligera.
I lavori di ricostruzione, intrapresi nel dopoguerra, si protrassero fino al maggio 1946. Riapertura con il trionfale ritorno di Toscanini.
Una curiosità storica. Dopo la ritirata degli austriaci (1859), l’attività scaligera riprese con “Lucia di Lammermoor” di Donizetti: alla recita del 9 agosto assistette anche il re Vittorio Emanuele II.
Quando si dice le coincidenze. Ora, proprio il 7 dicembre, la tradizionale prima della Scala di S. Ambrogio sarebbe dovuta avvenire proprio con “Lucia”. Dai tempi della guerra e dei bombardamenti del ’43, è la seconda interruzione.
Ieri, il Consiglio di Amministrazione del Teatro alla Scala ha preso atto che nell’attuale quadro epidemiologico e normativo non sussistono le condizioni per provare e realizzare una produzione aperta al pubblico e del livello e con le caratteristiche richieste per un’inaugurazione di Stagione. Dopo anche l’annullamento degli abbonamenti, le rappresentazioni di Lucia di Lammermoor, previste per il 7 dicembre e per i giorni seguenti, sono state dunque rinviate.
Il Consiglio, non ritenendo di poter avere pubblico in Teatro, cercherà una formula per raggiungere una platea la più ampia possibile. Ha pertanto richiesto al Sovrintendente e Direttore Artistico Dominique Meyer di approfondire una sua proposta per una soluzione alternativa di alta qualità per la serata del 7 dicembre, grazie alle riprese televisive della “Lucia”, sotto forma di concerto, più un prestigioso programma di celebri voci ed etoiles della danza.
(pap)
Sant’Ambrogio non farà il miracolo. E la Scala il 7 dicembre non avrà il suo pubblico. Ma rimedieranno radio e TV
5 Novembre 2020 by