SCALA. Stagione operistica: 15 titoli (9 italiani), tutti scelti in base a compleanni, ricorrenze, anniversari. E ritorni storici

Riccardo Chailly. Sarà ufficialmente dal I gennaio 2017 Direttore musicale della Scala

Riccardo Chailly. Sarà ufficialmente, dal I gennaio 2017, Direttore musicale della Scala.

MILANO, mercoledì 18 maggio ► (di Carla Maria Casanova) La stagione lirica della Scala è stata presentata questa mattina nel foyer Arturo Toscanini dal sindaco uscente Giuliano Pisapia, Presidente della Fondazione Scala, dal Sovraintendente e Direttore artistico Alexander Pereira e dal Direttore principale Riccardo Chailly.
Sono 15 titoli di opere, di cui 9 italiane. Fare questo cartellone spesso non ci ha fatto dormire di notte. Abbiamo cercato tutti gli interpreti più giusti e più bravi. Dove potete trovare oggi un cartellone così?” esulta  Pereira.
I titoli non sono scelti a casaccio. Li abbiamo pensati attraverso una ricerca a volte tormentosa, soprattutto di interpreti femminili” conferma Chailly che dall’1 gennaio 2017 assumerà ufficialmente l’incarico di Direttore musicale.
Pisapia, non può che annuire.
Tutti contenti? Sì, anche perché, alla fine, non è stata data parola al pubblico. Saggiamente. Di solito le repliche sono obsolete e fanno perdere tempo. Il cartellone è rigoglioso. Frutto di un meticoloso lavoro di ricerca di anniversari, compleanni, rimandi, coincidenze e altro. Ogni titolo, data, interprete, ha un perché. Per chi ha dimestichezza con la enigmistica è un invito a nozze. Basti pensare che il Ratto del serraglio, ripreso tale e quale dal Festival di Salisburgo del 1965 (regia Strehler, nel ventennio della morte, direzione Zubin Mehta), è programmato nel 225° anniversario della morte di Mozart. È l’opera che chiude la prima sezione del cartellone 2016-17 (dicembre ‘16-giugno ‘17).
Come oramai si sapeva, l’apertura del 7 dicembre avviene con Madama Butterfly, tappa fondamentale del progetto pucciniano di Chailly, iniziato con Turandot e Fanciulla del West. Si tratta, anche per la Butterfly, dell’edizione ultra originale in due atti, come “assolutamente” aveva lasciato scritto di volere l’Autore. Nuova la produzione, che porta la firma di Alvis Hermanis, mentre protagonista sarà la emergente (molto emersa) Maria José Siri, che ritroveremo nel corso della stagione.
Seguono ben tre Verdi: Don Carlo (senza s finale ma con l’atto di Fontainebleau), diretto da Myung-Whun Chung; Falstaff con l’oramai irrinunciabile Ambrogio Maestri, nella versione di Damiano Michieletto trasportata in Casa Verdi (già andata in scena con enorme successo a Salisburgo). Zubin Mehta la dirigerà con un organico da camera, com’era nel desiderio di Verdi, in omaggio a Mozart; La Traviata, storica edizione con regìa della Cavani. Protagonista Anna Netrebko, su desiderio della stessa (“Mi piacerebbe tanto cantare ancora una volta Traviata” e Pereira la accontenta). Un grande ritorno sul podio: Nello Santi. Poi I Maestri cantori di Wagner diretti da Gatti, cast germanico; Anna Bolena di Donizetti, mai più data da quella storica “della Callas” (qui si rischia con una giovane dell’Accademia: Federica Lombardi. Auguri!) dirige Bruno Campanella.
Riccardo Chailly torna sul podio per La gazza ladra di Rossini (a 200 anni dalla prima rappresentazione) e si serve della regìa di Gabriele Salvatores; Paavo Järvi debutta con una ripresa del Don Giovanni di Mozart nell’allestimento di Carsen.
Torna anche la celeberrima Bohème del 1963 (“di” Zeffirelli) forse lo spettacolo scaligero più riprodotto in senso assoluto. Qui con una novità molto attesa: il debutto di Sonya Yoncheva una bellezza bulgara che ha furoreggiato al Met in una operazione-salvataggio proprio come Mimi. Sul podio Evelino Pidò.
Con il citato Ratto dal serraglio, siamo a giugno. Due mesi per qualche bagno al mare e si riprende per la stagione d’autunno con nuovi 5 titoli: Hansel und Gretel, Tamerlano, Die Freischütz, Nabucco e la novità assoluta di Sciarrino Ti vedo, ti sento, ti prendo. Non passo a specificare. Con quel po’ di roba di cui sopra, ce n’è già abbastanza per tutti.
Certo, come giustamente diceva Chailly, questo è il programma, poi restano gli imprevisti, vedi la raucedine alla protagonista della sua Fanciulla del West che ci ha privati della promessa edizione integrale con i suoi 1000 (mille) piccoli, o grandi, emendamenti. Pazienza. Accontentarsi volta per volta di quello che passa il convento, è sempre una gran regola.