MILANO, mercoledì 8 febbraio ► (di Paolo A. Paganini) È stato detto che l’ultimo capitolo dell’Ulisse di Joyce, dedicato a Molly/Penelope, sembrava scritto secondo i canoni d’un ideale spartito concertistico. Senza punteggiatura, senza gli odiati segni d’apostrofo, in un’articolata coesistenza di costruzioni sintattiche, sui toni dall’alto al basso, a seconda della voce e dell’intensità delle varie coloriture liriche. Flusso ininterrotto di racconti, di bugie, di roventi e gioiosi erotismi, con chiara ed esplicita materialità…
Così lo recitò nel 1979, a Milano, Piera Degli Esposti in prima assoluta, al Teatro Uomo, dal titolo “Molly cara”, riduzione di Ettore Capriolo. Fu un momento di memorabile commozione, con una Molly Bloom divertente e spudorata, giosamente sessuomane e carnalmente indifferente a preti e marinai. Una disincantata parodia dell’omerica Penelope di Ulisse, ch’era in verità una fedele e attenta custode del talamo nuziale, mentre Molly, al contario, adultera e godereccia. Tanto che perfino, in un rigurgito di coscienza, prima di dire sì a Mr Bloom, confessa in silenzio: “Guardavo in giro il cielo e il mare e pensavo a tante cose che lui non sapeva: Mulvey, Mr Stanhope, Hester, il capitano Groves, i marinai e la sentinella davanti alla casa del governatore…” et cetera. Nel senso di molti altri non spirituali incontri sessuali.
Abbiamo citato il Teatro Uomo per una singolare coincidenza. Il teatrino di Corso Manusardi, passato infine a Porta Romana dopo altre peregrinazioni intermedie, fu la sede primigenia di quello che sarebbe poi diventato Teatro dell’Elfo, ora Elfo/Puccini in Corso Buenos Aires.
Orbene, al Teatro Uomo ci siamo riferiti per la Molly cara di Piera Degli Esposti, ed ora – cerchio che si chiude – incontriamo in un riedizionato, “sconcertante” allestimento la spudorata Molly Bloom all’Elfo/Puccini, non nella sala grande, ma un po’ sacrificata nella piccola e accogliente Saletta Bausch. E non è più recitata, ma detta in una corale partitura di assoli, terzetti, duetti e “tutti”, che sono otto, incastonati come tanti santini in una specie di altar maggiore, ciascuno nella propria teca, con segni radiali di archi luminosi. Il programma di sala recita, giustamente: “poderosa macchina da concerto… che restituisce al pubblico l’immagine… di una grande pala d’altare… che sconfina nel baraccone da fiera… o come sorta di visualizzazione del cervello di Molly…”
Così concepito, lo spettacolo non stupirà se aggiungiamo che si tratta di una stimolante produzione di Marcido Marcidoris e Famosa Mimosa, gruppo storico del teatro d’avanguardia, o sperimentale, italiano.
In un’ora esatta, con tanto di direttore del “coro” a cappella, a regolare gli attacchi, gli insieme e le entrate con metronimica precisione orchestrale, è il regista Marco Isidori. Per il resto, lo spettacolo è in un certo senso fine a se stesso, come strepitosa prova di abilità interpretativa fuori schema, ora stentorea, ora ironica, su una base contestualmente fedele all’originale, ma a lacerti, a piccoli racconti, che risultano stranamente più logici e sintattici di quanto non sia in realtà il testo di Joyce, che è in massima parte incentrato dodecafonicamente sul sesso. Che anche qui va alla grande: non scabroso, non offensivo, non compiaciuto, non pornografico, ma semmai godereccia esibizione materiale di carnali fanfaronate d’una goliardia da bar. Alla Molly, insomma.
Di tutto il gruppo fra i legacci dell’altare, al centro del coro, andrà almeno citata Maria Luisa Abate, che alla fine si esibisce alla tenera e a suo modo poetica conclusione del romanzo di Joyce, prima di terminare in una allegra e sarabandica glorificazione generale, con tanto di chitarre fisarmoniche e tamburelli alla spagnola, compresa “Granada”. E olè.
“Bersaglio su Molly Bloom”, dall’Ulisse di Joyce. Regia e adattamento drammaturgico di Marco Isidori. Scena e costumi di Daniela Dal Cin. Con Maria Luisa Abate, Paolo Oricco, Stefano Re, Valentina Battistone, Virginia Mossi, Daniel Nevoso, Francesca Rolli, Margaux Cerutti, Marco Isidori. Produzione Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa. Al Teatro Elfo/Puccini, corso Bueno Aires 33, Milano. Repliche fino a domenica 12 febbraio.
In tournée
Roma, Teatro Vascello, 14-19 marzo