Settembre chiude in bellezza. Gli ultimi fuochi stanno accendendo mostre, feste e liturgie. E si celebra Dürer

BAGNACAVALLO (RA), martedì 17 settembre – (di Andrea Bisicchia) Il mese di settembre è un mese di transizione, si passa dal periodo estivo a quello autunnale, si dà l’addio al sipario d’estate, oltre che ai luoghi e alle particolari architetture dove si sono consumati eventi altrettanto particolari, si dà anche l’addio alla stagione dei Festival teatrali per dare inizio ai Festival di letteratura e filosofia. Nei piccoli borghi si consumano le ultime feste, quasi un commiato con le comunità, alle quali si offrono tipici “calendari” con i programmi di mostre, installazioni, spettacoli teatrali, musicali, liturgici.
Si assiste, insomma, agli ultimi fuochi di quella spettacolarità diffusa che dette l’avvio al teatro italiano.
Le feste hanno sempre avuto a che fare col sacro, benché, spesso, sacro e profano abbiano finito per incontrarsi, dimostrando l’efficacia dei riti, sia religiosi che laici.
A Bagnacavallo (RA) dal 26 al 29 settembre si svolge la Festa di San Michele, quest’anno dedicata al Viaggio, strutturata in tre anni, sotto la guida di Eleonora Proni, e che si svolgerà in tre tappe: Viaggio geografico, Viaggio interiore e Viaggio spirituale.
Certamente il viaggio più importante è quello visionario di Albrecht Dürer (1471 – 1528), a cui sarà dedicata una grande mostra, con 120 incisioni provenienti da Collezioni pubbliche e private di tutto il mondo che potranno essere viste al Museo Civico delle Cappuccine dal 29 settembre al 19 gennaio 2020. Ad esse si aggiungerà, dal 14 dicembre fino a 2 febbraio 2020, il bellissimo e famosissimo dipinto a olio; “La Madonna del Patrocinio”, sempre di Dürer che, per la prima volta, sarà spostato dalla Fondazione Mgnani Rocca di Traversetolo (Parma) nel borgo romagnolo.

Albrecht Dürer – Madonna del Patrocinio – 1495 ca – olio su tavola – 47,8 x 36,5

La mostra, a cura di Patrizia Foglia e Diego Galizzi, si preannunzia come un vero evento che, viste le richieste, supererà il numero dei visitatori della mostra di Max Klinger (10721 visitatori) di cui ci siamo occupati, lo scorso anno, sulle pagine di questo giornale. Il sottotitolo della mostra è “Il privilegio dell’inquietudine”, estratto dal saggio di Henry Focillon del 1928, dove lo studioso definiva Dürer un “poeta e un matematico dello spazio… colui che ha il privilegio dell’inquietudine e in questo sta la sua qualità eroica”. Per Klinger, Durer era l’inventore di forme, movimenti, di stati d’animo che appartenevano al suo particolarissimo stile, sia nella pittura che nelle incisioni. La mostra sarà, pertanto, un’occasione per penetrare questo mondo che ha a che fare con la tradizione tedesca, ma anche con quella italiana, essendo Dürer un frequentatore dei nostri pittori e un conoscitore dell’arte rinascimentale, di cui si avverte l’eco in tutte le sue opere più importanti. Quelle che i curatori hanno selezionato tendono, soprattutto, a testimoniare l’evoluzione dello stile incisorio, una nuova lingua, da lui inventata, che mette in evidenza il valore del “segno” e di uno stile che lo hanno reso Maestro delle generazioni successive.
Anche recentemente, in altra occasione, si è parlato su questo giornale della mostra del Dürer a Bassano, dov’era esposta la Collezione Remondini, un corpus di 214 incisioni, patrimonio delle raccolte museali bassanesi.
Tra le altre manifestazioni, sono da ricordare: “Scene di viaggio: Racconti sulla soglia”, a cura di Renata Molinari, i laboratori degli attori della Scuola Paolo Grassi di Milano e lo spettacolo, prodotto da Accademia Perduta: “Il sogno di Tartaruga”, ispirato a una fiaba africana che ha, per protagonisti, gli animali della savana, rappresentati da pupazzi animati a vista, con Roberto Anglisani, Andrea Lugli (anche regista), Liliana Letterese, Stefano Sardi, Mauro Pambianchi.